Biostar M7NCG, MSI K7N2G-ILSR e Abit NF7-S
Pag. 5 - Abit NF7-S

Caratteristiche e BIOS:
La NF7-S è la versione più completa delle schede madri con nForce2 che Abit ha preparato. La NF7 è infatti dotata di Northbridge SPP ma è priva della versione T dell’MCP, così come la NF7-M che, invece, si basa sul chipset IGP e propone una soluzione con grafica integrata.
Anche la Abit utilizza l’Award BIOS della Phoenix. La versione in nostro possesso è datata 20/11/2002. La prima opzione della schermata principale è la sezione che, molto probabilmente, rende più famosa la casa: il Soft Menu. Giunto alla terza versione, questo si preoccupa di definire le frequenze di funzionamento di CPU/Ram. E’ possibile decidere la velocità del processore scegliendo direttamente il tipo di unità di calcolo (da 1500+ a 2800+ dimenticando, stranamente, il 2700+) o intervenire manualmente su FSB (da 100 a 237Mhz a passi di 1Mhz), moltiplicatore (da 5 a 22 a passi di 0.5), frequenza AGP (da 66 a 99Mhz) e rapporto CPU FSB/Ram (3/3, 3/4, 3/5, 3/6, 4/3, 4/4, 4/5, 4/6, 5/3, 5/4, 5/5, 5/6, 6/3, 6/4, 6/6, Auto e bySPD). E’ anche possibile intervenire sul voltaggio del processore (da 1.1V a 1.85V a passi di 0.025), della memoria (da 2.4V a 2.7V ad incrementi di 0.1V), del chipset (da 1.4V a 1.7V a passi di 0.1V) e dello slot AGP (da 1.5 a 1.8 a intervalli di 01V). Concludiamo con la possibilità di intervenire sulla temperatura massima per la protezione del processore. Aggiornando il BIOS alla versione 13, datata 07/01/2003, si aggiunge il supporto per i recenti AthlonXP con core Barton (2500+, 2800+, 3000+) presenti nella sezione “CPU Operating Speed". L’impressione è quella di avere di fronte un pannello tanto semplice ed ordinato quanto potente nelle impostazioni. E’ possibile, nella sezione “Advanced Chipset Feature", impostare manualmente i timing della memoria, attivare lo Spread Spectrum per FSB e AGP, scegliere la modalità e l’apertura della porta AGP. La sezione “PCHealth Status" è molto dettagliata: nella stessa si può impostare la soglia massima di temperatura per il processore, quella di allarme e decidere lo spegnimento del sistema in caso di avaria della ventola del dissipatore.
Il BIOS è di alta qualità e conferma l’ottima tradizione di Abit nella cura di questo importante aspetto di ogni scheda madre. Si può intervenire sulle periferiche nelle migliori condizioni di controllo e sull’intero sistema con flessibilità ed efficacia.
Dotazione e scheda:
La scheda giunge in una confezione in cartone con applicati, in alto a sinistra, due adesivi che mostrano altrettanti punti di forza del prodotto: il supporto del protocollo ATA-133 e la possibilità di utilizzare il controller SATA, di cui la scheda è provvista, come soluzione RAID con i “vecchi" HD Parallel-ATA tramite il Serillel.

Questo dispositivo si propone, interfacciandosi con l’HD, di convertire il segnale parallelo in un flusso di dati di tipo seriale che possa essere “interpretato" dai controller SATA. Naturalmente l’operazione genera un decadimento delle prestazioni del disco fisso:

Anche Abit ha deciso di contenere i costi (soluzione a nostro parere che incontrerà molti consensi sul mercato) adoperando una scatola universale, “anonima" ed indicando il contenuto con un adesivo posto lateralmente.
All’interno della confezione troviamo la scheda racchiusa in una scatola antistatica rafforzata da pratici cuscinetti in cellofan antiurto. Continuando si trova un foglio in formato A4 ove è spiegata la modalità di montaggio del Serillel, un cavo SATA, lo stesso Serillel con i fili di alimentazione, un cavo IDE e uno floppy, una staffa con due porte USB2.0, un’altra con altrettante in standard IEEE1394a, il floppy con i driver per il controller SATA, un CD contenente i driver per il chipset e il software della Winbond per il monitoraggio del sistema, ed infine una mascherina in alluminio da porre sulla parte posteriore del case, in prossimità delle porte di I/O. Una piacevole sorpresa è il manuale: molto corposo, aiuta l’utente nell’installazione della scheda attraverso una pratica guida in sei lingue (tra cui l’italiano). Nelle altre sezioni vengono spiegate le feature del prodotto, le diverse opzioni del BIOS, nonché l’installazione software dei driver e la preparazione di un array RAID. Il manuale è davvero molto esauriente, completo e pratico nella ricerca.
La scheda presenta un PCB di colore militare ove è mostrata la revisione della stessa tramite un piccolo adesivo: v. 1.0. Il primo colpo d’occhio è sicuramente positivo: tutta la componentistica e la circuiteria appaiono disposti in maniera molto rigorosa, quasi maniacale.

Nella parte alta a destra si distinguono un buon numero di mosfet e condensatori, segno di una innata predisposizione alla stabilità del segnale elettrico. Accanto a questi, è distinguibile il connettore ATX avvicinato dalla presa supplementare a quattro poli da 12V. In prossimità di tali connettori vi sono altri due a tre pin per alimentare e monitorare il regime di rotazione di due ventole per case. Continuando a scendere dalla parte destra, incontriamo il dissipatore attivo che sormonta il Northbridge SPP dotato di una buona superficie dissipante e, immediatamente accanto, il socket della CPU purtroppo non circondato dai quattro fori che consentono il montaggio dei dissipatori Alpha e Swiftech. Com’è chiaramente visibile, sono presenti due sottili lamine adesive riflettenti poste immediatamente sotto ai sei agganci del socket. Questa soluzione rende molto sicura l’applicazione di dissipatori che necessitano dell’uso di cacciaviti per poter essere correttamente installati. Infatti, soprattutto per i dissipatori più datati, è possibile che il cacciavite sfugga alla presa durante la pressione e vada ad intaccare profondamente le traccie elettriche che convogliano al processore. Molti hanno dovuto cambiare scheda madre in quanto un colpo sul PCB durante l’applicazione del dissipatore, aveva letteralmente tranciato vie elettriche indispensabili per il corretto funzionamento. Per questo una scelta tanto semplice quanto funzionale.
Subito dopo il chip Winbond W83627HF-AW, responsabile della sezione PCHealth Status, troviamo i tre socket per l’installazione dei moduli Ram. Ancora più in basso, il connettore floppy. Nella parte bassa a sinistra, troviamo i due connettori IDE disposti verticalmente, il chip del BIOS, i contatti per la staffa con le porte USB2.0 (più un’altra opzionale) per un totale di sei porte Universal Serial Bus capaci di un transfer rate limite teorico di 480Mbit/sec. Accanto a questi, i connettori SATA gestiti dal chip SiliconImage Sil3112a.
Continuando troviamo, nellÂ’estrema sinistra, i connettori IrDA, SMBus (System Management Bus) e, verso lÂ’alto, i cinque slot PCI e quello AGP munito di un buon sistema di ritenzione della scheda grafica. Verso lÂ’alto i connettori per la gestione dellÂ’audio con, accanto, il chip Realtek ALC650 e il connettore per lÂ’uscita audio del lettore CD. Immediatamente in basso, gli altri due chip della Realtek: lÂ’RTL8201BL e lÂ’RTL8801B i cui obiettivi sono, rispettivamente, la gestione della porta LAN e Firewire. Gli ultimi due connettori presenti servono per il collegamento delle due porte Firewire fornite a corredo tramite staffa PCI.

La scheda possiede un buon numero di porte posteriori di I/O. E’ inoltre presente una porta SPDIF (Sony Philips Digital Interface) per disporre di uscita audio digitale. Tale soluzione permette di sfruttare l’enorme potenzialità sonora dell’MCP-T SoundStorm senza acquistare schede PCI supplementari.
Nel complesso una scheda ben progettata e molto curata, anche nei particolari. A tal proposito vogliamo citare i dispositivi con cui è possibili chiudere un contatto elettrico tra due connettori (quelli usati per il reset del CMOS per intenderci): grazie a pratici “allungamenti" antiscivolo, la loro presa è sempre facile ed immediata.