di Beleg il 23 mar 2010, 01:15
Giusto... infatti è molto interessante come sistema...
Io allargherei il metodo, cominciando con la comunicazione politica a tappeto in tutte le parrocchie, magari con manifesti elettorali affissi in bacheca o accanto alle riviste, Famiglia cristiana e Messaggero di Sant'Antonio, magari con vicino un bell'articolo di Libero sulla diabolica Bonino. Tanto è la stessa cosa, chi frequenta quel determinato ambiente (questa è la posizione che trapela dalle dichiarazioni del parroco) vuol dire che condivide queste posizioni e decide automaticamente di accettare indicazioni politiche, anche se quelle persone erano venute solo per un corso prematrimoniale e avevano lasciato la loro mail e i loro dati solo per attività legate alla parrocchia. Anche le varie Acli potrebbero adeguarsi a questo sistema, no? O la Caritas, o i gruppi scout...
E' un metodo che funziona, sembra. E allora perchè limitarlo alle chiese, allarghiamo il discorso a tutti... Dunque d'ora in poi, senza aver chiesto consenso a nessuno per l'invio di comunicazioni politiche, qualsiasi imprenditore o capoufficio potrà utilizzare la mailing-list di imprese o aziende per fare propaganda a questo o a quel candidato (casi che peraltro già avvengono). Stessa cosa per qualsiasi associazione, sportiva, culturale, collegata alla scuola, magari anche alla sanità, aggrappandosi a chissà quali motivazioni di contiguità politica o utilitaristica con il programma dell'uno o dell'altro candidato. E perchè no, anche con mailing-list di associazioni per ragazzi, di ricerca sulle malattie, e chi più ne ha, più ne metta. Tanto che ci frega... che male c'è a dare una bella e onesta indicazione di voto a tutti (aggrappandosi alla morale e all'etica, per giunta), anche quando la politica non c'entra un tubo con l'attività per cui mi sono iscritto in quel determinato ambito?
Estremizzando il discorso, arriviamo al paradosso che il Garante blocca l'Udc, un partito che di mestiere parla di politica (anche se scavalcando le regole, come ricordato nel topic), e il resto della società che non c'entra niente con la politica, fa propaganda senza problemi.
Eppure sapevo che i sacerdoti, in quanto tali e in quanto parte del clero vaticano, non dovrebbero interferire con la politica dello Stato italiano e, anche per una questione di correttezza, non dovrebbero fare propaganda politica così esplicita ai fedeli, peraltro tirando in mezzo e facendo leva su motivazioni morali e questioni di rispetto della fede, che già di per sé è una scorrettezza...
Sul richiamo letterario, sottolineo che Peppone era un politico e non faceva altro che il suo mestiere, con qualche scorrettezza... ma l'anomalia sul piano "politico", se ben ricordi, era il buon Don Camillo...
Comunque, per come la vedo io, non è una questione di prete o non prete: indicazioni di voto non richieste da parte di enti, privati o associazioni che non rientrano esplicitamente nell'ambito politico sono scorrette in qualunque caso. E un parroco non può far eccezione.

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