Moderatori: thrantir, patrix78, Beleg
prevede il divieto di candidatura per chi è indagato
se no giochi a dire che tutti sono sporchi e brutti quando forse sei più sporco e brutto degli altri
Parlo di questo perché non capisco a chi/cosa ti riferisci.takion nn difenderò mai una persona che mentre un popolo veniva ucciso lui difendeva gli aguzzini
patrix78 ha scritto:Mi domando perché ci si ricordi così bene della primavera di praga e ci si dimentichi invece più facilmente di tutti gli orrori che abbiamo "visto" sula nostra pelle qua in Italia ad opera di personaggi italiani... In fondo il periodo del duce è stato solo una manciata di anni prima del '68 o sbaglio?
DI PIETRO: GOVERNO COME PARTITO NAZISTA, PDL: E' PAZZO
E' bufera su Antonio Di Pietro per le dichiarazioni del leader dell'Italia dei Valori sul governo Berlusconi, accusato di "ricalcare le orme del partito nazionalsocialista tedesco" e per il suo nuovo appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano rafforzato con la frase "il silenzio uccide la democrazia".
La nuova offensiva di Di Pietro, contenuto in una lettera-'supplicà inviata a Napolitano, ha provocato la pronta reazione degli uomini di Silvio Berlusconi, ma anche la presa di distanza di Walter Veltroni. Diffusa nella serata di mercoledì attraverso il suo blog, la lettera -appello di Di Pietro a Napolitano, in cui l'ex magistrato chiede al capo dello Stato di opporsi ai progetti del governo su Rai, giustizia, intercettazioni e corte dei conti, ha provocato un mezzo putiferio, anche perché Di Pietro ha rinfocolato le polemiche con nuove dichiarazioni sull'argomento.
"Il silenzio rispetto a ciò che sta accadendo uccide anche la democrazia", ha detto il capo dell'Idv per spronare Napolitano all'azione: la frase, però, è molto simile a quella pronunciata al comizio di Piazza della Repubblica ("il silenzio é un comportamento mafioso") e che, nonostante Di Pietro abbia negato che fosse riferita al capo dello Stato, gli ha procurato una denuncia e infinite polemiche. Polemiche che si ripropongono tali e quali anche in questa occasione.
"Di Pietro non si è appellato al capo dello Stato, Di Pietro ha fatto ancora una volta una cosa molto fuori misura", ha commentato il leader del Pd Veltroni censurando l'iniziativa del suo alleato. "Io sono tra coloro i quali - ha aggiunto Veltroni - sono convinti che gli attacchi al capo dello Stato in questo momento siano funzionali alla destra e a chi ha a cuore una crisi del sistema istituzionale italiano. Giorgio Napolitano è una garanzia per le istituzioni, è una garanzia per tutto il Paese, per chi è di destra, di centro, di sinistra".
Anche il vice di Veltroni, Dario Franceschini, mostra di avere le tasche piene delle sortite di Di Pietro: "Ora basta, la smetta di attaccare il capo dello Stato". Ovviamente dura la reazione del centrodestra. "Paragonare il governo italiano al nazismo - dice il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti - mi sembra una cosa così fantascientifica e così demenziale che non saprei neanche quale risposta dare: è una cosa così gonfiata, così pompata, così surreale, così sovradimensionata, che non ci sono risposte se non quelle di un totale e assoluto disprezzo".
Ma le repliche del centrodestra alle parole del leader dell'Idv non si fermano qui. C'é chi, come il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri, vorrebbe regalare a Di Pietro "un scolapasta" da mettersi in testa "quando la sera torna nella clinica psichiatrica dove risiede", perché "abbiamo un pazzo tra noi"; e chi, come il vicepresidente dalla Camera Maurizio Lupi, lo invita a "guardarsi allo specchio" se "vuole trovare qualcuno che abbia deliri di onnipotenza simili a quelli di Hitler".
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