Roma, 17 giu (Il Velino) - Sono stati gli italiani Sonia Alfano, dell’Italia dei Valori, e Leonardo Domenici (Pd) ad affossare la Nutella a Strasburgo. Di fronte all’emendamento 191, che se approvato avrebbe eliminato il principio che penalizza i dolciumi, la compagine italiana si è presentata compatta, a prescindere dalla casacca politica. Decisivi sono tuttavia risultati i voti contrari degli esponenti del partito di Di Pietro e di quello guidato da Bersani; unici rappresentanti del nostro Paese a voltare le spalle all’industria dolciaria nazionale. La votazione ha infatti registrato un clamoroso equilibrio: 309 a 309, senza astenuti. Con un voto diverso da parte della Alfano, dunque, la Nutella sarebbe stata al sicuro. Ha invece votato a favore Iva Zanicchi, contro la quale erroneamente alcuni organi di stampa avevano puntato l’indice. La cantante deputata del Pdl, secondo i dati ufficiali dell’Europarlamento, si è schierata a favore dell’emendamento.
Dopo il voto di marzo alla Commissione ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare, che con 32 favorevoli e 28 contrari aveva approvato l’emendamento che stralciava la parte del testo relativa alla percentuale di grassi dei prodotti, l’industria dolciaria italiana sperava in una conferma da parte dell’Assemblea. A rimescolare le carte, tuttavia, è stata l'assenza di numerosi deputati. Va comunque ricordato che anche se la stampa si è concentrata sulla Nutella, il rapporto Sommer rischia di mettere in crisi l’intero settore, considerato che praticamente tutti i dolciumi superano la soglia del 10 per cento di grassi. A rischio sono quindi anche migliaia di posti di lavoro, che verrebbero messi a repentaglio per un dubbio principio di tutela della salute. Come ha scritto in una nota il vice presidente della Ferrero, Francesco Paolo Fulci, questo approccio “nel tempo potrebbe portare a condizionare persino le abitudini e gli aspetti più intimi della sfera privata, come i piaceri più sani e genuini che ci tramandiamo da generazioni”. È dunque anche in nome della libertà che molti parlamentari italiani hanno votato contro un provvedimento orchestrato principalmente dai paesi del Nord Europa, che pretende di codificare i comportamenti individuali.
Persa questa battaglia, comunque, la guerra non è certo finita. Il rapporto Sommer passa ora al Consiglio europeo, dove l’Italia con ogni probabilità farà sentire la propria voce a protezione di un importante comparto dell'industria nazionale. E anche se i capi di Stato e di governo dovessero confermare la decisione di mercoledì, la materia deve tornare a Strasburgo per una seconda lettura, dove basterà migliorare di un voto (magari convincendo gli onorevoli Alfano e Domenici) per garantire la sicurezza all’industria dolciaria italiana.