Napoli, Boss scrive poesie e favole fuori dopo 10 mesi

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Napoli, Boss scrive poesie e favole fuori dopo 10 mesi

Messaggiodi Aragorn il 05 mar 2010, 18:50

NAPOLI (5 marzo) - La sua passione per la poesia, i suoi libri di favole per bambini, il lavoro. Poi lo sport e una vita borghese che i giudici non esitano a definire «routinaria», ma anche la testimonianza di un ex sacerdote impegnato nel sociale. Sono questi i punti che spingono i giudici del Riesame di Napoli a firmare la scarcerazione di Giacomo Cavalcanti, nome ancor oggi famigerato nella periferia occidentale, a distanza di pochi mesi dal suo arresto, come responsabile dell’omicidio di Alvino Frizziero, l’antico boss di Mergellina colpito a morte a novembre del 1984.

Condannato a ventiquattro anni in primo grado, Cavalcanti si appella ai giudici del Tribunale della Libertà e, dopo alterni pronunciamenti, riesce ad ottenere la revoca degli arresti. Torna libero anche grazie alle sue poesie, a riconosciute virtù artistiche e attitudine al lavoro, dopo appena dieci mesi trascorsi in cella dopo la condanna. Una vicenda racchiusa in poche pagine firmate dalla dodicesima sezione del Riesame di Napoli - Pina Casella, Elvira Russo, Annalisa De Tollis -, che raccontano la storia della riabilitazione del «boss poeta»: non c’è pericolo di fuga, né il rischio di recidiva, a seguire il ragionamento dei giudici napoletani.

Tanto che un quarto di secolo dopo il delitto di Mergellina (reato per il quale c’è la condanna a 24 anni ma solo in primo grado, quanto basta a ritenere il caso ancora aperto, ndr), Cavalcanti può dunque lasciare la cella. E tornare a Verona, città scelta negli anni Novanta, luogo ideale per vivere, lavorare (gestisce un centro scommesse), per comporre poesie o dedicare favole ai più piccoli. Ed è così che la vita di Giacomo Cavalcanti cambia nel giro di una manciata di mesi: condannato il 23 aprile del 2009, Cavalcanti non si allontana di casa.

Anzi: consegna il passaporto ai giudici, chiarendo che non ha alcuna intenzione di darsi alla macchia, poi continua a vivere come ha sempre fatto nei suoi anni veronesi. Casa, lavoro, sport e scrittura. Un paio di settimane dopo la condanna, però, arrivano le manette. Siamo al 20 maggio del 2009, quando Giacomo il poeta torna in cella. L’appello al Riesame, che gli boccia la prima richiesta di scarcerazione, poi in Cassazione che rimanda gli atti a Napoli per una nuova pronuncia. Ieri, la scarcerazione.

Cosa è successo a favore del presunto boss di Fuorigrotta? Lo spiegano ieri i giudici del Riesame, che ricordano che Cavalcanti «non è fuggito dopo la condanna, non ha prelevato soldi in vista della latitanza», ragionando poi sulla sensibilità artistica dell’indagato, come sottolineato dai legali Mario D’Alessandro e Saverio Senese: «La difesa ha prodotto le copie di copertine di pubblicazioni dell’imputato di libri e favole per bambini, la dichiarazione di un ex sacerdote impegnato nel sociale, per testimoniare il cambiamento dell’uomo rispetto al passato».

Insomma, «oggi, deve darsi atto che il Cavalcanti risulta ancora più inserito in un contesto sociale del tutto distante dalla sua vita anteatta. Anche il suo certificato penale - scrivono oggi i giudici - attesta la mancanza di pregiudizi penali a far data dal 1990, il che può far ritenere avvenuto un insperato recupero dell’istante al sano tessuto sociale». Una riabilitazione piena, dunque, per un nome legato anche a recenti fatti di cronaca: era il 2004, quando le attività dell’imprenditore Cavalcanti finirono all’attenzione della Dda di Napoli, in un’inchiesta su un giro di scommesse destinata ad estendersi ai vertici del sistema calcistico nazionale.

Era l’atto iniziale di «calciopoli» (per il quale Cavalcanti verrà archiviato): un terremoto che da Napoli a Verona investirà i santuari del potere calcistico italiano.


«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,

le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»

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Re: Napoli, Boss scrive poesie e favole fuori dopo 10 mesi

Messaggiodi Aragorn il 05 mar 2010, 18:51

io voglio la responsabilità penale dei magistrati, quelli del riesame dovrebbero finire tutti in galera.... siamo all'assurdo


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Re: Napoli, Boss scrive poesie e favole fuori dopo 10 mesi

Messaggiodi takion il 05 mar 2010, 23:48

Per me li sta prendendo tutti per il naso...
Da quando le persone corrotte si uniscono tra loro per costituire una forza, le persone oneste devono fare lo stesso
(Conte Leo N. Tolstoy)
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