Non passa la salva bancarottai

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Non passa la salva bancarottai

Messaggiodi gdo il 09 ott 2008, 10:39

Sorpresa nel decreto Alitalia: reati non perseguibili se non c'è il fallimento
Ad accorgersene per prima Milena Gabanelli, l'autrice della trasmissione Report
Il governo salva Geronzi Tanzi e Cragnotti

ROMA - Un'altra? Sì, un'altra. E per chi stavolta? Ma per Cesare Geronzi, il presidente di Mediobanca negli impicci giudiziari per via dei crac Parmalat e Cirio. La fabbrica permanente delle leggi ad personam, col marchio di fedeltà del governo Berlusconi, ne produce un'altra, infilata nelle pieghe della legge di conversione del decreto Alitalia. Non se ne accorge nessuno, dell'opposizione s'intende, quando il 2 ottobre passa al Senato. Eppure, come già si scrivono i magistrati nelle maling list, si tratta d'una "bomba atomica" destinata a far saltare per aria a ripetizione non solo i vecchi processi per bancarotta fraudolenta, ma a bloccare quelli futuri.

Con un semplice, e in vero anche mal scritto, articolo 7bis che modifica la legge Marzano sui salvataggi delle grandi imprese e quella sul diritto fallimentare del 1942. L'emendamento dice che per essere perseguiti penalmente per una mala gestione aziendale è necessario che l'impresa si trovi in stato di fallimento.

Se invece è guidata da un commissario, e magari va anche bene come nel caso della Parmalat, nessun pubblico ministero potrà mettere sotto processo chi ha determinato la crisi. Se finora lo stato d'insolvenza era equiparato all'amministrazione controllata e al fallimento, in futuro, se la legge dovesse passare com'è uscita dal Senato, non sarà più così. I cattivi manager, contro cui tutti tuonano, verranno salvati se l'impresa non sarà definitivamente fallita.

Addio ai processi Parmalat e Cirio. In salvo Tanzi e Cragnotti. Salvacondotto per l'ex presidente di Capitalia Geronzi. Colpo di spugna anche per scandali di minore portata come quello di Giacomelli, della Eldo, di Postalmarket. Tutto grazie ad Alitalia e al decreto del 28 agosto fatto apposta per evitarne il fallimento. Firmato da Berlusconi, Tremonti, Scajola, Sacconi, Matteoli. Emendato dai due relatori al Senato, entrambi Pdl, Cicolani e Paravia. Pronto per essere discusso e approvato martedì prossimo dalla Camera senza che l'opposizione batta un colpo.

Ma ecco che una giornalista se ne accorge. È Milena Gabanelli, l'autrice di Report, la trasmissione d'inchieste in onda la domenica sera su Rai3. Lavora su Alitalia, ricostruisce dieci mesi di trattative, intervista con Giovanna Boursier il commissario Augusto Fantozzi, gli chiede se è riuscito a garantirsi "una manleva", un salvacondotto per eventuali inchieste giudiziarie. Lui risponde sicuro: "No, io non ho nessuna manleva".

Ma quel 7bis dimostra il contrario. Report ascolta magistrati autorevoli, specializzati in inchieste economiche. Come Giuseppe Cascini, segretario dell'Anm e pm romano dei casi Ricucci, Coppola, Bnl. Il suo giudizio è senza scampo. Eccolo: "Se la norma verrà approvata non saranno più perseguibili i reati di bancarotta commessi da tutti i precedenti amministratori di Alitalia, ma neppure quelli compiuti da altri manager di società per cui c'è stata la dichiarazione d'insolvenza non seguita dal fallimento".

Cascini cita i casi: "Per i crac Cirio e Parmalat c'è stata la dichiarazione d'insolvenza, ma senza il fallimento. Il risultato è l'abrogazione dei reati fallimentari commessi da Tanzi, Cagnotti, dai correi". Non basta. "Subito dovrà essere pronunciata sentenza di assoluzione perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato per tutti gli imputati, inclusi i rappresentanti delle banche".

Siamo arrivati a Geronzi. Chiede la Gabanelli a Cascini: "Ma la norma vale anche per lui?". Lapidaria la risposta: "Ovviamente sì". Le toghe s'allarmano, i timori serpeggiano nelle mailing-list. Come in quella dei civilisti, Civil-net, dove Pasquale Liccardo scrive: "Ho letto la nuova Marzano. Aspetto notizie sulla nuova condizione di punibilità che inciderà non solo sui processi futuri ma anche su quelli in corso". Nessun dubbio sulla portata generale della norma. Per certo non riguarderà la sola Alitalia, ma tutte le imprese.

Vediamolo questo 7bis, così titolato: "Applicabilità delle disposizioni penali della legge fallimentare". Stabilisce: "Le dichiarazioni dello stato di insolvenza sono equiparate alla dichiarazione di fallimento solo nell'ipotesi in cui intervenga una conversione dell'amministrazione straordinaria in fallimento, in corso o al termine della procedura, ovvero nell'ipotesi di accertata falsità dei documenti posti a base dell'ammissione alla procedura".

La scrittura è cattiva, ma l'obiettivo chiaro: finora i manager delle grandi imprese finivano sotto processo per bancarotta a partire dalla sola dichiarazione d'insolvenza. Invece, se il 7bis passa, l'azione penale resterà sospesa fino a un futuro, e del tutto incerto, fallimento definitivo. Commentano le toghe: "Una moratoria sine die, un nuovo colpo di spugna, una mano di biacca sulle responsabilità dei grandi manager le cui imprese sono state salvate solo grazie alla mano pubblica". Con un assurdo plateale, come per Parmalat. S'interromperà solo perché il commissario Bondi evita il fallimento.

Ma che la salva Geronzi sia costituzionale è tutto da vedere. Gli esperti già vedono violati il principio d'uguaglianza e quello di ragionevolezza. Il primo perché la norma determina un'evidente disparità di trattamento tra i poveri Cristi che non accedono alla Marzano, falliscono, e finiscono sotto processo, e i grandi amministratori. Il secondo perché l'esercizio dell'azione penale dipende solo dalla capacità del commissario di gestire l'azienda in crisi. Se la salva, salva pure l'ex amministratore; se fallisce, parte il processo. Vedremo se Berlusconi andrà avanti sfidando ancora la Consulta.
gdo
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Re: Il governo salva Geronzi Tanzi e Cragnotti

Messaggiodi takion il 09 ott 2008, 22:34

Qui c'è solo da dire che è più che evidente e provato che le banche erano a conoscenza del tutto e che sono le prime ad essere responsabili. Provate a contrarre un debito con una banca e vediamo di quanto vi lasciano andare in rosso e per quanto tempo...

Una volta portavi i soldi in banca ed eri il benvenuto e riverito, oggi li porti e se non metti giù almeno una cifra considerevole neppure ti filano...
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Re: Il governo salva Geronzi Tanzi e Cragnotti

Messaggiodi Aragorn il 10 ott 2008, 15:03

a parte che la parte è stata stralciata cmq

Non l'hanno fatta franca, ma per un pelo. C'è voluto Giulio Tremonti per bloccare tutto e cancellare l'inghippo. 11 piano d'altronde era congegnato bene. Nel predisporre il nuovo assetto di Alitalia, in base al quale il commissario Fantozzi, subentrato buon ultimo a una serie di amministratori diciamo pure discutibili, è stato affrancato da ogni responsabilità, una manina lesta ha introdotto una norma subdola grazie alla quale qualsiasi manager, compresi quelli birichini o incapaci, non paga mai dazio. L'autore materiale del trucchetto, interrogato in proposito, ha minimizzato: la mia regola è stata male interpretata; non intendevo assolutamente assolvere l'intera categoria di dirigenti da castigare. Vabbé. Se lo dice lui. Sta di fatto che se il ministro del Tesoro non si fosse impuntato, minacciando addirittura le dimissioni se una simile legge fosse entrata in vigore, tra alcuni giorni gli italiani avrebbero scoperto che i grandi capoccia "assassini" di aziende non devono rispondere dei loro peccati. Immaginatevi le reazioni, le accuse al governo, la figuraccia del centrodestra. Ciò che maggiormente sorprende di tutta questa paradossale vicenda è che nessuno finora si fosse reso conto della gravità di quel codicillo infilato nel grande provvedimento legato alla salvezza e al rilancio della compagnia di bandiera. Il testo era passato di tavolo in tavolo, soppesato, valutato, corretto e riscritto senza insospettire né funzionari dello Stato né uomini politici della coalizione di governo e dell'opposizione. Sicché le probabilità che filasse via liscio con la sua coda velenosa erano altissime, e il guaio sarebbe stato enorme. Per fortuna Tremonti è un rompiballe abituato a fare le pulci anche
al diavolo, e quando ha visto le insidiose righe tanto gradite ai manager con la coscienza poco pulita è saltato sulla sedia. Cos'è 'sta roba? Depennare, depennare. Se non lo fate immediatamente vi saluto e me ne vado; su una schifezza del genere non metto certamente il mio cappello. Si è capito in un minuto: il ministro non scherzava affatto. Dato che le conseguenze di sue eventuali dimissioni sarebbero state disastrose non solo per il governo, ma per il Paese già immerso nelle difficoltà note a chiunque, burocrati, parlamentari eccetera si sono affrettati a rassicurare Tremonti: sistemiamo ogni cosa. Scampato pericolo. Ma l'episodio è significativo. D'accordo. Tutti possono sbagliare, ma c'è errore ed errore. E un errore (o turbata?) come quello contenuto nel decreto non è ammissibile. Soprattutto in un momento quale è il presente, quando dirigenti di banche nazionali e internazionali sono stati coperti d'oro e in cambio hanno collezionato bidoni su bidoni, rovinando un elevato numero di risparmiatori, in un momento così, dicevo, offrire l'impunità a chi merita quantomeno un calcio nel sedere sarebbe stata una beffa, uno sfregio per chi ci ha rimesso anche l'anima.
Vari personaggi della maggioranza e dell'opposizione ora dicono: ma noi sapevamo. Sapevate? E perché non avete denunciato? State almeno zitti. Fessi talvolta lo siamo tutti. Ma fessi e cretini è troppo.


«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,

le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»

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Re: Non passa la salva bancarottai

Messaggiodi takion il 10 ott 2008, 18:04

Naturale che tutti sapessero, tranne la popolazione..! Altrimenti come avrebbero fatto ad arricchirsi?
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