Macchiarsi un abito è senza dubbio una scocciatura, soprattutto se ciò avviene quando, per esempio, stiamo per andare a un colloquio di lavoro o a un appuntamento importante. Passata la scocciatura, a seconda del tipo di macchia, non possiamo poi fare a meno di chiederci se il vestito, che magari ci è costato un bel po' di soldi, tornerà pulito oppure no. La risposta dipende anche dai prodotti che usiamo proprio in relazione alla macchia: olio, cioccolato, vino, sudore ecc. Per assicurarci un buon risultato è meglio non procedere per tentativi, ma seguire indicazioni precise, basate sulle proprietà chimiche dei diversi prodotti utilizzati per smacchiare. Perché, come spiega Giuliana Magnacci ricercatrice di chimica presso l'università di Torino, in un servizio pubblicato sulla rivista Airone, per ogni tipo di macchia è possibile un intervento specifico, in grado di far tornare come nuovi inostri abiti.
Iniziamo dalle macchie di vino. La ricercatrice suggerisce - prima di mettere il capo in lavatrice - di utilizzare l'acqua gassata. L'anidride carbonica in essa contenuta si scioglie formando acido carbonico che lava via la patacca. Per quanto riguardale macchie di sudore, in generale è indicato l'aceto bianco. Quando però il capo è in cotone bianco è utile trattare la macchia con due aspirine disciolte in mezza tazza di acqua e lascia -re agire per un paio d'ore: l'acido acetilsalicilico ha proprietà corrosive più forti dell'aceto ed è l'ideale peri capi più delicati.
Con le patacche di olio e burro si ricorre invece al borotalco che -per via della sua particolare struttura chimica (silicato di magnesio) - funziona come una spugna. Il borotalco va lasciato cinque minuti sulla macchia prima di intervenire con la spazzola. I vestiti impiastricciati di cioccolato vanno
lasciati in ammollo per mezz'ora in apposite soluzioni di prodotti scioglimacchie, strofinando ogni cinque minuti. In seguito si lava il capo utilizzando un detersivo liquido con enzimi, noti per la loro azione pulente. In caso di persistenza di macchie scure (tipiche del cioccolato fondente) si interviene con un additivo ossidante liquido o in polvere.
Il sugo di pomodoro è particolarmente ostico da vincere, per via dell'alto contenuto di proteine, grassi e pigmenti. L'ideale è intervenire con un detersivo liquido che elimina la componente grassa della macchia; mentre per la com -ponente colorata si usa un additi-
vo ossidante. Le macchie di frutti come mirtilli, arance e pesche possono essere trattate semplicemente con acqua naturale. Mentre per l'avocado, il lampone o la banana è necessario intervenire con acqua e candeggina a base di ossigeno (l'azione ossidante della candeggina è dovuta ali'ipoclorito di sodio, un sale proveniente dalla reazione di una base forte con un acido debole). Si può usare anche l'etere che contiene un atomo di ossigeno che, in pratica, fa da "ponte" con le molecole responsabili delle macchie allontanandole dal tessuto.
Il caffé e il tè macchiano per via dei tannini in essi presenti, composti fenolici che, per esempio nel vino rosso, conferiscono alla bevanda il tipico colore. Macchie di questo tipo possono essere trattate con fogli di carta che assorbono il liquido e successivi sciacqui in acqua fredda. Se sporchiamo un capo di lana, invece, conviene intervenire con la glicerina, lasciandola agire per 30 minuti, prima di lavare a mano.
Il calcare è un composto basico, dunque è consigliato usare un acido per ripulire un tessuto che si è sporcato con questa sostanza. Trattare la macchia con succo di limone o aceto, prodotti ad azione altamente corrosiva.