SARKO GELA PECHINO - D'altra parte pero', il presidente francese, Nicolas Sarkozy, nel corso di una visita a Tarbes, nel dipartimento degli Alti Pirenei, ha dichiarato a sorpresa che riguardo al boicottaggio delle Olimpiadi di Pechino 2008 «tutte le opzioni sono aperte». «Io mi rivolgo al senso di responsabilità dei dirigenti cinesi - ha spiegato Sarkozy -. Voglio che il dialogo cominci - ha aggiunto il presidente francese - e io misurerò la mia risposta in funzione della risposta che sarà data dalle autorità cinesi. Penso che bisogna reagire così se si vogliono ottenere dei risultati», ha concluso.
ARRESTATI NOVECENTO MANIFESTANTI - A Gannan intanto, una delle prefetture a popolazione tibetana della provincia cinese del Gansu, 289 persone si sono «arrese» alle forze di sicurezza cinesi dopo gli incidenti dei giorni scorsi, secondo l'agenzia ufficiale China News Service che ammette così per la prima volta che la zona è stata teatro di manifestazioni anti-cinesi e a favore del Dalai Lama. Attivisti della Free Tibet Campaign avevano affermato in una nota diffusa il 18 marzo che una manifestazione di protesta si era tenuta a Gannan, al termine della quale le forze di sicurezza cinesi avevano fatto uso di armi da fuoco e arrestato un numero imprecisato di persone. La notte scorsa, Pechino ha dato notizie di 381 persone che si sono «arrese» ad Aba del Sichuan, un' altra delle prefetture a popolazione tibetana dove si sono svolte proteste anticinesi. L'agenzia Nuova Cina ha comunicato che 13 monaci erano stati arrestati nella capitale, Lhasa, prima delle violenze di venerdì 14 marzo. Il conto totale degli arrestati fornito da diverse fonti ufficiali cinesi si avvicina così a novecento.
100 ARRESTI ANCHE IN NEPAL - La polizia nepalese ha arrestato un centinaio di persone che manifestavano in favore del Tibet davanti all'ufficio visti dell'ambasciata cinese a Kathmandu. I nuovi arresti di esuli tibetani giungono dopo che l'ufficio Onu per i diritti Umani in Nepal ha espresso la «sua profonda preoccupazione per gli arresti arbitrari e la detenzione di diverse centinaia di persone». L'Ufficio dell'Alto commissariato per i diritti umani in Nepal (Ohchr-Nepal) ha espresso anche preoccupazione per le notizie dell'arresto di alcune persone, fermate per le strade di Kathmandu solo per il loro aspetto tibetano.
«APRITE LE FRONTIERE AI GIORNALISTI» - Secondo il ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner, intervistato dalla radio Europe 1, la prima richiesta da fare alla Cina è di garantire l'accesso dei giornalisti al Tibet. Il capo della diplomazia francese ha detto di aver già avanzato questa richiesta in una telefonata avuta con il suo omologo cinese, il quale ha risposto che vi sono «questioni di sicurezza». Ma queste «non reggono», ha commentato Kouchner, che tuttavia esclude un boicottaggio delle Olimpiadi.