In Campania 7400 impiegati statali e Bassolino ieri ne nomina altri 37.
Nel pieno della crisi, il governatore elargisce scatti di anzianità anticipati e promozioni.
In lombardia i dipendenti regionali sono la metà per quasi il doppio degli abitanti.
In un sol giorno ben 37 delibere di giunta per avanzamenti di carriera, scatti di anzianità anticipati, spostamenti di funzionari e dirigenti ma, soprattutto, promozioni a gogò. È quanto successo in Regione Campania non l'anno scorso e neppure tre mesi fa: era l'11 gennaio di quest'anno, vale a dire nel pieno dello scempio che sta piegando la seconda regione italiana, quando nelle stanze di Palazzo Santa Lucia venivano formalmente assunte decisioni sul personale impiegatizio nelle sue diffuse ramificazioni settoriali.
LA DENUNCIA
Una denuncia forte che arriva dal capogruppo di An in consiglio regionale, Enzo Rivellini, che su questo ha già ricamato l'ennesimo slogan, "Nominopoli". Dice Rivellini: «Con ben 37 delibere (dalla n. 28 fino alla n. 64 dell'I 1 gennaio 2008) la giunta regionale ormai delegittimata dalle inchieste, dal disastro ambientale e sanitario dei rifiuti e sfiduciata dal popolo, è riuscita a sfornare nomine ed incarichi dirigenziali che finiranno col penalizzare le casse della regione».
L'evidente anomalia è aggravata dal fatto che, se paragonata alla Lombardia, la Campania sembra aver bisogno di oltre il doppio del personale, oltre a molto altro: e con risultati di gestione diametralmente opposti. «Ricordo che la Lombardia con 9 milioni di cittadini ci sono appena 3435 dipendenti e la segreteria del Presidente Formigoni è composta di 109 dipendenti. In Campania, invece, con circa 5 milioni di cittadini in Regione ha addirittura 7mila e 400 dipenddenti e la segreteria del governatore Bassolino è composta da ben 385 persone» conclude Rivellini. Tutto questo mentre si annuncia per oggi un piccolo ciclone che getterà altra benzina sul fuoco: parliamo delle "clamorose rivelazioni" che L'Espresso porterà oggi in edicola, relative alla gestione bipartisan della enorme torta da 2 miliardi di euro del Commissariato.
LE RIVELAZIONI
In Campania qualcuno la chiama "geopolitica del banchetto" già da diverso tempo. In fondo, non proprio una grande novità per chi da 14 anni monitora il problema. Una alleanza "consortile" di cui, per la verità, il settimanale dell'ingegner De Benedetti aveva parlato sul finire dello scorso anno spulciando tra gli atti dei pm della Dda napoletana e che oggi in linea di principio dovrebbe riproporre con elementi nuovi. Ipotesi accusatorie che vedevano, già nel novembre del 2007, coinvolti a vario titolo esponenti del centrodestra del calibro di Mario Landolfi, ex ministro della Comunicazioni ed attuale coordinatore regionale di An (la vicenda è quella relativa ad un presunto voto di scambio a Mondragone, nel Casertano) e Nicola Cosentino, numero uno di Forza Italia in Campania, oltre ad una serie di figure minori del panorama politico. Posti di lavoro commisurati al peso elettorale di ogni singolo raccomandato all'interno del Commissariato per i rifiuti, spesso in un "clima" complessivo inquinato dai soliti clan della camorra. Ovviamente, nulla di paragonabile all'impressionante quantità di danaro di cui le cronache abbondano in queste ore e che riguardano il principale filone d'inchiesta sin qui azionato, valeadire il processo con al centro Antonio Bassolino e la Fibe. Le inchieste cui faceva riferimento L'Espresso riguardavano invece altre sezioni giurisdizionali della procura. Proprio sul processo intentato contro Antonio Bassolino ed altri ventisette indagati (per il quale l'accusa ha riformulato la richiesta di rinvio a giudizio) si registra un particolare che rende l'idea del clima vissuto in queste ore in Campania: un ex consigliere regionale di Rifondazione, Franco Specchia, oggi dirigente nazionale del Pdci, punta i piedi e chiede di essere riascoltato dalla magistratura. «Sono qui, ho molto da dire agli inquirenti ma ancora nessuno mi convoca. Eppure mi hanno sentito già due volte».
Sul versante della cronaca ieri è stata una giornata segnata dalle ormai solite turbolenze su diversi fronti. Dopo le botte nel consiglio comunale di Bagnoli dell'altro giorno, un blocco stradale sulla Tangenziale di Napoli nei pressi di Monteruscello a Pozzuoli ad opera dei manifestanti, iniziato intomo alle 15.30, ha creato il solito inferno di traffico e caos tutt'intorno.
IL DOSSIER
A Boscoreale, centro urbano senza soluzione di continuità tra Napoli e Salerno, un'associazione locale ha spedito al presidente della Repubblica un corposo dossier fotografico sul disastro locale nel quale si evidenziala disparità di trattamento tra il capo-luogo e i centri minori. Il segno chiaro dell'isteria generalizzata, seppur indotta da condizioni oggettive. Di contomo, il vertice tra il procuratore capo della Repubblica di Napoli, Galgano, e il super commissario De Gennaro. Circostanza che prelude, forse, a novità in arrivo sotto il profilo giudiziario. Si tratta solo di attendere.