Palazzo Marino non cede al ricatto di Fioroni, Milano è pronta a fare da sé. Piuttosto che piegarsi all'ultimatum del ministero - che due giorni fa ha "diffidato" il Comune e chiesto di annullare la circolare che vie -ta ai clandestini di iscrivere i figli negli asili della città - la giunta è disposta ora a rinunciare ai contributi statali alle materne. «Certamente siamo pronti ad arrivare anche a questo - spiega il vicesindaco Riccardo De Corate -ma prima stiamo valutando altre strade. Ad esempio se è possibile presentare un ricorso...».
La "linea dura" non costerebbe aU'amministrazione cifre astronomiche. Quello che lo Stato versa per gli asili milanesi -spiegava ieri l'assessore alle Po -litiche Sociali Mariolina Moioli -è risibile rispetto a quanto arriva dalle casse comunali. Otto milioni contro i 92 versati da Palazzo Marino. «Certo se rinunciassimo il ministro sarebbe contento - continua l'assessore - potrebbe mandare quei soldi a Napoli». Il denaro mancante, inoltre, potrebbe presto arrivare da un'altra fonte: la Regione. «È una strada percorribile, se non auspicabile - spiegal'asses-sore regionale al Territorio, il leghista Davide Boni - dobbiamo iniziare a muoverci in autonomia. Sicuramente sarebbe un gesto di grande rilevanza istituzionale». In questo momento il nord, secondo l'esponente del Carroccio «non può accettare alcun tipo di "diktat" da parte del Governo centrale e tanto meno dagli emissari di Prodi, che pretendono di dettare legge sul comune di Milano»
Fare a meno dei soldi di Fioroni {e di Prodi che ieri ha ribadito il suo appoggio al ministro su questa vicenda) non sarebbe un dramma, anche se, fa notare De Corato, il problema è di più vasta portata: «Ministero a parte, c'è tutta un'area politica che ci dà addosso e in più bisognerebbe vedere cosa viene fatto nelle altre città». Inaltre parole, è assurdo che le regole per cui in Lombardia si è scelto di agire in un certo modo non valgano nel resto del Paese. «Può un pubblico ufficiale violare una legge dello Stato italiano? - continua De Corato - mi dicono che a Roma accettano i clandestini negli asili, qualcuno dovrebbe denunciare il sindaco di quella città per questo. Oggi la legge prevede per chi è sprovvisto di permesso di soggiorno la denuncia e l'espulsione. Quindi se iscriviamo i bambini dobbiamo denunciare i genitori».
Cedere alle richieste del ministero, inoltre, porrebbe anche tutta una serie di problemi pratici. I clandestini, per esempio, non dovrebbero versare alcun contributo per l'iscrizione agli asili, al contrario degli italiani. Risultato: «Per assurdo, chiunque potrebbe spacciarsi per irregolare e evitare di pagare» continua il vicesindaco.
La linea della giunta sembra essere ampiamente condivisa da tutto il centrodestra. Alleanza Nazionale invita la Moratti a non cedere «ai ricatti di Fioroni», questo perché la posizione del Ministro è inaccettabile e viola qualsiasi principio, di legge e di buon senso». L'Udc, per bocca del capogruppo Pasquale Salvatore, chiede al ministro «di tornare sui suoi passi» per evitare di creare «attriti con una maggioranza politica diversa da quella Nazionale solo a fini di visibilità personale».
Nel frattempo, a sinistra continua il fuoco di fila contro la Moratti. Critiche arrivano dal governo («Milano fuorilegge» dice il ministro per la Solidarietà Sociale Paolo Ferrerò) e da sindaci di altre città. Massimo Cacciari, primo cittadino di Venezia, parla di «uno scivolone molto sgradevole» dell'amministrazione meneghina sulla questione asili.
Ieri una trentina di eurodeputati hanno deciso di firmare l'interrogazione presentata dall'ex leader no-global Vittorio Agnoletto alla Commissione di Bruxelles sul caso. I parlamentari (ovviamente di centrosinistra) chiedono di verificare se la nuova circolare non violi le disposizioni della Dichiarazio-ne'dei diritti fondamentali dell'Unione europea e della Convenzione Onu per l'infanzia, che recita che gli «interessi superiori del bambino sono considerati preminenti» in ogni atto compiuto da autorità pubblica - e anche se non sia in contrasto con il diritto fondamentale all'istruzione».