SYDNEY - "Si dice che il primo Iceberg non si scorda mai, ed è vero, ti dà un'emozione bellissima". La nave di Greenpeace è entrata nelle acque ghiacciate dell'Antartide, e Gianluca e Simona, i due italiani a bordo, raccontano all'Ansa le ultime novità del loro viaggio per salvare le balene. Due settimane dopo la partenza dalla Nuova Zelanda, il mare si è riempito di vita. Delfini, balene, pinguini, e oggi anche un branco di orche.
"L'altro giorno - racconta Simona - abbiamo visto il primo iceberg. E' stato fantastico. Ci hanno chiamato per radio, 'iceberg, iceberg' e siamo corsi tutti sul ponte, a filmare e scattare foto, emozionatissimi". L'Esperanza da qualche giorno ormai naviga nelle acque dell'Antartide, dove da un momento all'altro potrebbe intercettare le baleniere giapponesi.
"Abbiamo iniziato turni serrati al radar, gli ufficiali di coperta si danno il cambio ogni quattro ore, e io, che sono tecnico radio, mi occupo della manutenzione degli strumenti e intervengo se ci sono problemi", spiega al telefono Gianluca. Quanto tempo passerà prima di intercettare le baleniere non si sa. "E' come giocare a mosca cieca con due persone bendate; noi non diciamo dove siamo, e loro, ovviamente, nemmeno. Ma questo è il terzo anno di fila in Antartide per Greenpeace, e abbiamo un'idea precisa dei movimenti dei giapponesi e di quelli delle balene", ci dice Simona, aiuto cuoca, in una pausa dal riassettare la cucina, dopo pranzo. La vita a bordo è scandita dai turni di lavoro: ormai c'é soltanto più un'ora di buio al giorno, poi c'é sempre luce. Difficile abituarsi.
"Abbiamo messo tendine agli oblò, e per fortuna quando arriva sera siamo talmente stanchi che ci si addormenta comunque, buio o luce che ci sia", commenta Gianluca. Aggiunge: "Abbiamo avuto dieci giorni di pioggia, finalmente ieri è arrivato il primo raggio di sole, e ci ha subito fatto sentire più felici, soprattutto noi mediterranei, che senza sole patiamo". Ieri c'é stata anche la prima uscita in gommone, verso un iceberg coperto di pinguini che si lasciavano trasportare dalla corrente.
"La scienziata di bordo é tornata estasiata: una balena enorme si è avvicinata al gommone e gli è passata sotto, senza alcuna paura", racconta Simona. Per ora tante balene, ma nessuna baleniera. Si va avanti, spiando l'oceano con il cannocchiale e con il radar. Simona ha cambiato dieta per il "suo" equipaggio, ora cucina "roba calda e grassa". Sono 37, affamati e infreddoliti. A tavola arrivano minestre calde con le verdure fresche dell'ultima spesa fatta in Nuova Zelanda: zuppa di broccoli, pasticcio di fave e pasta ai formaggi. Fuori gli iceberg si fanno più grandi e più frequenti.
fonte ansa http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/altrenotizie/visualizza_new.html_37454634.html