Campania, l'emergenza rifiuti non migliora anzi...

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Campania, l'emergenza rifiuti non migliora anzi...

Messaggiodi Aragorn il 28 dic 2007, 15:22

NAPOLI - Il vulcano Munnezza è tornato a tremare. Non ha mai smesso, in verità, ma è come se negli ultimi sei mesi tg e giornali avessero staccato la spina al sismografo. I media pretendono sviluppi e qui è sempre la stessa solfa, da 14 anni ormai. L'emergenza più lunga nella storia dell'umanità, quella dei rifiuti campani. Come un'indolente lingua di fuoco la lava del pattume ha già travolto cinque commissari straordinari e bruciato oltre 2 miliardi di euro (tra le voci più fantasiose 10 milioni per un call center con 34 dipendenti che riceveva 4 telefonate al giorno). Ma, come un Efesto magnanimo, il dio del pericolo cronico ha anche creato 2316 posti di lavoro nella raccolta differenziata.

REPUBBLICA TV: Morire di diossina, videoreportage di R. STAGLIANO'

Peccato che con quasi 4 volte gli addetti pro capite rispetto a Roma o Milano, a Napoli riescano a mettere nel sacco giusto per il riciclo solo il 10 per cento della spazzatura. Contro il 38 medio del Nord. E che la regione sia rimasta l'unica - assieme alla Sicilia - a non
avere ancora un termovalorizzatore. "Trase munnezza e esci oro" sibilano i maliziosi. Perché così la Camorra
può speculare sui terreni di stoccaggio, comprandoli a niente dai contadini e rivendendoli a prezzi decuplicati, e affittare prima i mezzi di rinforzo ai comuni quando annegano nella lordura e poi i camion che allungano il giro dal cassonetto alla discarica. Affare sporco, enorme affare.

Con i cumuli di rifiuti, oscurati da quest'estate quando furoreggiavano sulle prime pagine, più maleodoranti
che mai. Come dimostrano le 100 mila tonnellate per le strade della regione nella settimana prima di Natale. Per il combinato disposto di uno sciopero di tre giorni degli autotrasportatori, il breve blocco di un impianto di smaltimento, qualche grado in meno e goccia in più
del solito. Perché i problemi vecchi sono quasi intonsi e quelli nuovi figliano come bufale del Casertano.

L'iter dovrebbe essere più o meno questo. La differenziata va ai rispettivi riciclatori (alluminio, vetro, carta), il resto agli impianti Cdr (per combustibile da rifiuti). Questi, con filtri meccanici, separano la parte umida (cibo) da quella secca. E producono tre cose: il Fos, la "frazione organica stabilizzata" da usare come fertilizzante; il sovvallo, lo scarto degli scarti destinato alla discarica; le ecoballe, cubi incelofanati da oltre una tonnellata da mettere al
rogo nei termovalorizzatori per ottenere energia.

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Però non c'è una sola tessera di questo puzzle che vada
al posto suo. "In tre anni il Comune ha spiegato in quattro modi diversi ai cittadini napoletani come fare la
differenziata. E nessuno ci ha capito più nulla" sbotta Michele Buonomo, presidente della Legambiente
regionale. Racconta che sarebbe possibile, di un paesino di nome Atena Lucana con un record svedese
del 96 per cento. Ma a Napoli città non ha mai funzionato. Perché la gente vede i sacchetti per terra e si deprime: "Chi me lo fa fare?". Credendo che siano problemi diversi.

"E anche perché il contratto con cui la regione affidò la gestione alla Fibe, gruppo Impregilo, prevede che
venga pagata per tonnellate trattate. Dovrebbe autoridursi la bolletta?" ironizza l'onorevole Paolo Russo, ex presidente della commissione parlamentare sui rifiuti. Già, la famigerata Impregilo. Il colosso che nel '94 ha vinto, in una gara che su tutto puntava meno che sull'eccellenza tecnologica, l'appalto per i rifiuti campani. E alla quale i magistrati hanno bloccato quest'estate beni per 750 milioni di euro, oltre all'interdizione per un anno dai rapporti con la pubblica amministrazione, per una strepitosa
serie di inadempienze.

"A Lo Uttaro, nel casertano" schiuma Nunzia Lombardi, una fisica trentenne che organizza per i giornalisti tournée tra la monnezza, "le pareti dell'impianto
sono state costruite verticali anziché spioventi. È l'abc per non far filtrare il percolato". In effetti, come i pm campani hanno certificato, non c'è neppure un Cdr tra i sette edificati capace di sfornare un'ecoballa a norma. In quella poltiglia c'è troppa umidità. E ciò complicherebbe la combustione. Oltre che pneumatici, sacche di sangue, infinite schifezze che dovevano finire altrove. Ancora Russo: "Un fallimento dovuto a cattiva progettazione e al fatto che è arrivata roba totalmente indifferenziata e assai più del previsto".

Risultato: 5 milioni di ecoballe accumulate nei vari centri di stoccaggio. "Piramidi azteche" le chiamano. Che ogni giorno diventano più alte di 2200 mattoni. Che farne? Il penultimo commissario, Guido Bertolaso,
voleva ricostituirci le cave, una sorta di chirurgia estetica per montagne sventrate. "Ma perché fare un
regalo a chi le aveva sfruttate, spesso nomi vicini alla criminalità?" si indigna l'ingegner Giambattista dè
Medici. L'Assise di Palazzo Marigliano, il gruppo di cui fa parte, boccia il piano del prefetto Alessandro Pansa. "Se davvero costruiranno le 31 centrali a biomasse di cui si parla, capaci di bruciare sino a 4 milioni di tonnellate l'anno, la Campania diverrà l'inceneritrice d'Italia, magari anche dei rifiuti tossici del resto del Paese" denuncia Nicola Capone, trentatreenne coordinatore dell'Assise.

La sua ricostruzione ha il pregio della coerenza e il rischio dell'ideologia. Bassolino avrebbe affidato i rifiuti alla Fibe che non solo si è rivelata inefficiente ma ha anche comprato le terre per le discariche dai prestanome della Camorra. E ora i suoi resti se li spartiranno i cementifici. Perché l'ultima della creatività monnezzara è di fare grandi punturoni di gesso e cemento alle ecoballe bagnate per farle asciugare. Se non fosse che così il peso aumenta del 50 per cento e la zavorra da smaltire cresce. "È incredibile" commenta il professor Umberto Arena, "nell'emergenza fioriscono le idee più strane. C'è anche chi ha proposto un marchingegno pomposamente chiamato dissociatore molecolare, vi rendete conto? Quando basterebbe copiare quel che fa il resto del mondo civile". Ovvero differenziata, inceneritori hi-tech, discariche.

Insegna scienze ambientali, quest'ingegnere che rischia ogni giorno la sedizione familiare per la sua intransigente politica del bidone nella bella casa
al Vomero. "I termovalorizzatori potrebbero bruciare anche i rifiuti "tal quali", figurarsi le ecoballe difettose.
E il loro impatto ambientale è minimo. La Germania ne ha 66 e la quota di diossina è stata ridotta del 99%. Idem per Danimarca e Svezia". Ma le balle sono della Fibe che le ha date in pegno alle banche.

Un caos totale. Lo sversatoio di Taverna del Re, dove ne viene parcheggiata la maggior parte, ha i giorni contati. "Lo dobbiamo alla popolazione" assicura Gianfrancesco Raiano, portavoce di Pansa. C'è puzza, il percolato infiltra il terreno. Ci sono già stati picchetti, gli abitanti non ne possono più. "Ma il commissario ha individuato i cinque siti alternativi puntando a caso sulla mappa" accusano gli ecologisti. Nell'avellinese, a
Chianche, tra i vitigni del Greco di Tufo. Con l'imprenditore Mastroberardino già pronto a dare battaglia.

Nel casertano, a Pignataro Maggiore, terra di succulente mozzarelle da esportazione. Al punto
che il celebre caseificio Iemma ha scritto a Pansa: "Se ha deciso di premere il grilletto contro la nostra terra lo faccia, ma ci spieghi perché ha escluso 35 siti alternativi". La gara per chi dovrà succedere alla Fibe, completare il termovalorizzatore di Acerra e gestire i rifiuti per i prossimi 25 anni, è durata solo sedici giorni. In gioco 800 milioni di euro, forse l'appalto pubblico più grande d'Europa. Si è fatta avanti la francese Veolia e l'Asm di Brescia. Non è detto che finisca qui.

I napoletani si sono preparati al Natale zigzagando tra 3.000 tonnellate di immondizia. A San Gregorio Armeno, via dei presepi, si scherza su decorazioni
fatte di rifiuti. Va peggio a Ercolano, dove il sindaco Nino Daniele ha chiesto, per liberare il centro dai sacchi neri, l'intervento dell'esercito. Ieri lo preoccupava il Vesuvio, oggi teme eruzioni dal basso.
(ha collaborato Fabrizio Geremicca)


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Re: Campania, l'emergenza rifiuti non migliora anzi...

Messaggiodi takion il 28 dic 2007, 15:48

Vero è che ci sia una situazione d'emergenza, ma se 5 su 10 non pagano il servizio di smaltimento, a quei lavoratori addetti a portare via la spazzatura cosa si dà? Le parole?
Allora farebbero prima a costruire piccoli smaltitori di rifiuti in ogni palazzina o quartiere, ma anche quelli necessitano di fiamma, e chi la paga ogni volta, se ci sono sempre i soliti scrocconi che nuotano nel "me ne frego"?

Come detto altre volte, bisogna trovarsi anche dall'altra parte della barricata per capire. Non serve dire che è "emergenza rifiuti" dato che i lavoranti del settore per primi hanno avuto il rifiuto dello stipendio! Che fai? Lavori anche se non ti pagano?

Avevo tempo fa colloquiato con un utente imbestialito (napoletano) perché sul suo cavo Telecom si erano attaccati (da brave piattole) altri 4 utenti e lui avrebbe dovuto pagare per tutti. Sembra logico questo? Io sono cresciuto nel mondo in cui "se hai fai, e se non hai non fai". Come fanno ancora oggi a vivere scroccando al vicino e poi magari anche sorridendo, salutarlo mentre è sulle scale? Che fai, mi prendi per il c**o? Pagati la linea e tutto il resto e non rompere, e se non puoi, evita!
Anche io faccio sforzi ogni giorno, come ogni persona, ma preferisco in caso chiedere che rubare!!!
Questo accade a Napoli in gran parte, ma in minore anche in altre zone d'Italia...

Dove sono i posti di lavoro fisso da tutti sempre promessi? A remengo!!!
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Re: Campania, l'emergenza rifiuti non migliora anzi...

Messaggiodi nemesys_72 il 29 dic 2007, 09:54

non possono continuare a sperare che le altre regioni d'italia smaltiscano gratis per loro..
ricordo qualche anno fa che arrivavano i camion dalla campania alla discarica che c'è nella mia zona..
ora fortunatamente basta..
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Re: Campania, l'emergenza rifiuti non migliora anzi...

Messaggiodi takion il 29 dic 2007, 12:09

Il punto è a favore di chi non riprende il lavoro, perché lavorare gratis... chi lo fa?
Il negoziante sotto casa, può farti credito per 1 mese, forse 2, ma poi dovrai pagarlo, e se non puoi perché non li hai... che mangerai in seguito? Purtroppo là in mezzo non ci sono solo problemi di camorra come detto tempo fa, ma anche di totale non pagamento, per cui anche l'azienda come può in seguito pagare gli stipendi ai lavoranti?

Bisogna anche essere un po' reali e capire che quella situazione non può perdurare...

Allora se non vogliono pagare, si mettano in fila e portino in discarica i propri rifiuti...ma chi è disposto a farlo?

Per fortuna li bruciano, perché se attendessero un poco si troverebbero con i topi in letto...! Sarà inquinante, ma almeno li allontana da sicure epidemie...
Cero che ridursi a quel modo...
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Re: Campania, l'emergenza rifiuti non migliora anzi...

Messaggiodi nemesys_72 il 29 dic 2007, 12:13

li inviti a bruciarli e poi mi vieni a parlare di inquinamento dell'ambiente, che dobbiamo sensibilizzarci o altro??
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Re: Campania, l'emergenza rifiuti non migliora anzi...

Messaggiodi takion il 29 dic 2007, 12:32

Guarda: tra i due mali (inquinamento ambientale ed epidemia) non so quale possa essere il peggiore. Tieni presente che Napoli ha già di suo parecchi problemi ancora non risolti e la vivibilità non è alle stelle. Lo sai vero che la maggior parte dei partenopei (scusate il gioco di parole) è portatrice sana di epatite? Loro mangiano ancora le cozze crude trovate in mare aperto (molto vicino alle spiagge); prova a mangiarne tu una e vedi se non ti ricoverano per epatite fulminante..!

Per cui è per quello che ho prima detto "almeno li bruciano" perché ci mancherebbe anche un'epidemia di colera o simile, per "allietare" questo fine anno. Non piace anche a me tale soluzione, ma ora come ora hanno 2 problemi: i rifiuti e le malattie che gli stessi potrebbero generare, quindi mi sembra logico, anche se non completamente condiviso, che si debba reagire in qualche modo. Inoltre con il grande peso attuale di immondizie da spostare, si dovrà forse ricorrere all'esercito e ad altro, visto che i soli operatori ecologici preposti non bastano.
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Re: Campania, l'emergenza rifiuti non migliora anzi...

Messaggiodi Aragorn il 29 dic 2007, 12:56

va che bruciandoli rischiano la diossina...


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Re: Campania, l'emergenza rifiuti non migliora anzi...

Messaggiodi nemesys_72 il 29 dic 2007, 13:06

io dico che alla fine non ci sarà nessuna epidemia e non servirà nessun esercito per spostare quel che hanno accumulato..

comunque le cozze crude non le mangiano solo loro..
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Re: Campania, l'emergenza rifiuti non migliora anzi...

Messaggiodi Aragorn il 29 dic 2007, 13:16

intanto è passato sottosilenzio una proposta di pecoraro scanio che spero non sia legge di dare 500 euro a capoccia per danno ambientale...


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Re: Campania, l'emergenza rifiuti non migliora anzi...

Messaggiodi takion il 29 dic 2007, 14:15

o dico che alla fine non ci sarà nessuna epidemia e non servirà nessun esercito per spostare quel che hanno accumulato..
comunque le cozze crude non le mangiano solo loro..
Per la prima lo spero per loro e per noi, dato che sarebbe poi trasmissibile: per la seconda ti assicuro che i frutti di mare crudi li mangio pure io (sushi ed anisaki a parte), ma MAI mangerei quelli provenienti da mare partenopeo..! Sarei matto solo a pensarci! Se la situazione la vivevo 25 anni fa, con l'ufficio che avevamo a Napoli e partendo da Roma vedevo poi i venditori di cozze e ricci sule strade, (e già si parlava tanto di epatite), figuriamoci ora, che il virus ha potuto espandersi in mille altri modi. Nota che il virus epatite non va via semplicemente e per debellarlo da cose (bicchieri, tovaglioli etc) bisogna mettere le parti infette in autoclave a 120° altrimenti non solo non scompare, ma lo fortifichi.

Ad oggi non mangio più anche le cozze francesi, tanto rinomate (meglio le nostre però); mi fido di più del pesce proveniente dalla Sardegna, che ancora non è arrivato a certi livelli e speriamo duri così a lungo! Per esattezza non tocco più cozze dato che sono loro a filtrare l'acqua, e a loro preferisco le vongole che nascono solo dove l'acqua è pulita...

Tornando alle possibili epidemie dico che c'è solo da sperare, perché ora anche l'acqua butta sui rifiuti per spegnerli, potrebbe fare da catalitico ai viruses; sicuramente il freddo ne abbatterà parecchi, ma quei pochi rimasti potrebbero essere pesanti...si tenga presente che la spazzatura di per sé produce fattore aerobico e quindi inalabile...per cui anche passandoci vicino, uno che già abbia problemi di difese immunitarie basse potrebbe poi avere problemi...
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