Dopo la sentenza del Tar che ha dato ragione al ricorso presentato dal generale Speciale, destituito dai vertici della Guardia di Finanza dal ministro Padoa Schioppa, il colpo di scena. Il generale si è dimesso dall'incarico di comandante della Guardia di Finanza, con una lettera inviata al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. A dare la notizia delle dimissioni è stato lo stesso Speciale. "Ho rassegnato le definitive ed irrevocabili dimissioni dal Comando generale della Guardia di Finanza direttamente al capo dello Stato, che è al di sopra del governo, rappresenta la Nazione ed è il capo delle Forze Armate, nell'interesse della Guardia di Finanza, del Paese, e perché non intendo più collaborare al servizio di questo governo", si legge nella lettera inviata al CApo dello Stato.
Prodi incontra Padoa Schioppa - Intanto la notizia delle dimisisoni del generale è arrivata sul tavolo del premier Romano Prodi mentre era in corso un incontro con il ministro dell'Economia Padoa Schioppa, convocato proprio per decidere se presentare un ricorso contro la sentenza del Tribunale amministrativo regionale. Lo aveva preannunciato lo stesso Prodi domenica sera alla trasmissione Che tempo che fa.
Gli esperti: Speciale non può essere reintegrato - Comunque, secondo quanto sostenuto da esperti di diritto amministrativo, a proposito degli scenari aperti dalla decisione del Tar, il generale Roberto Speciale - sul quale rivelazioni della stampa mettono in luce l'utilizzo disinvolto di mezzi della Guardia di Finanza per usi personali - avrebbe potuto puntare solo al risarcimento dei danni che ritiene di aver subito ma non a tornare alla guida della Guardia Finanza: essendo andato in pensione, il generale dovrebbe chiedere di rientrare in servizio perché si ricreino le condizioni che lo hanno portato ad essere nominato Comandante Generale delle Fiamme Gialle.
Di Pietro: "Sbagliare è umano, perseverare diabolico" - Intanto la questione all'interno della maggioranza è tutt'altro che pacifica. Per il ministro della Famiglia Rosi Bindi "la giustizia amministrativa farà il suo corso, ma io ritengo buono l'operato del governo. Semmai - aggiunge - non è stato esemplare il comportanmento del generale". Ma per Antonio Di Pietro "sbagliare è umano, perseverare è diabolico". Sulla possibilità di un ricorso da parte del governo al Consiglio di Stato sul caso Speciale, il ministro delle Infrastrutture conferma il suo giudizio negativo. "Chiedere il trasferimento - ha sostenuto - è stato un atto scorretto politicamente. Il trasferimento è stato chiesto per la sua condotta, non perché si era opposto al trasferimento chiesto da Visco, è un'altra faccenda". "La responsabilità per quel che è successo - ha quindi aggiunto - è di tutto il governo, non solo di Padoa Schioppa".
Rotondi: "Speciale farà politica" - Sul fronte dell'opposizione si levano gli scudi. Se il Dc Gianfranco Rotondi afferma che "Speciale si difenderà nelle sedi politiche perché entrerà in politica", Gasparri prova l'affondo: "Dopo la sconfitta al Tar sul caso Petroni e quella sul caso Speciale, il governo continua con un accanimento degno di miglior causa. A chi bisogna fare ricorso per cacciare Padoa Schioppa, un ministro irresponsabile ed incapace che governa male l'economia italiana e che è diventato lo strumento delle ritorsioni del governo in tutte le direzioni?".
fonte Tiscali http://notizie.tiscali.it/articoli/politica/07/12/17/speciale_dimesso_123.html