Non siamo ancora un paese pericoloso come il martoriato Iraq dove, se vai al mercatino, c'è il rischio di essere fatto a pezzi dal-kamikaze di giornata. E neppure siamo ancora ai brividi dell'azzardo, tipo un viaggio no-Iimits nello Yemen. Dove gli stranieri sono per i beduini merce di riscatto, preziosa più dei cammelli.
Ma poco ci manca, questione di un gradino e, dal bollino giallo con cui oggi l'Italia viene marcata, si passerà subito a quello rosso. Livello universale di massimo pericolo. Nella zona gialla, infatti, il nostro Paese è stato messo in questi giorni dal ministero degli Esteri di Bucarest che ci appiccica l'etichetta di Paese "a rischio" peri cittadini romeni. A loro, il ministero raccomanda di stare ih guardia e molto attenti: un viaggio, una breve vacanza o un soggiorno possono comportare pericoli e trappole per i cittadini romeni.
Il "pericolo giallo" è determinato dal recente decreto sulle espulsioni varato dal governicchio Prodi su dettatura del capo Walter Veltroni. E annunciato al popolo con la grancassa e il finto ingenuo furore della sinistra romana, improvvisamente svegliatasi con i barbari alle porte.
Pugno diferro e faccia di bronzo
Due settimane a parlare di emergenza, liti furibondi tra sinistra walteriana e sinistra faustiana (Bertinotti), ruspe lanciate contro le baracche sul Tevere che hanno solo sollevato un indecente polverone. In 15 giorni, i criminali espulsi e rimandati a casa loro sono stati la bellezza di dieci-romeni-dieci. Contro le migliaia che affollano clandestinamente i campi delle città italiane. Più che il pugno di ferro, il ministro Amato ha mostrato una lucida faccia di bronzo. E poi, viaggi a Bucarest dei nostri ministri, missioni e contro-missioni di poliziotti e magistrati. Infine, visita in Italia del loro premier, Calin Tariceanu, che, davanti ai giornalisti, ci ha mollato sonori ceffoni. Del tipo: vi meritate i furti e gli stupri dei rom perché siete incapaci di punire e reprimere. El'immancabile: venite aBuca-rest a imparare come si fa coi criminali. Sorrisi di circostanza, foto ricordo, pro-messeescambio dibiglietti da visita. Ilri-sultato? Due giorni fa, Bucarest ci ha assegnato il "bollino giallo", mettendoci nella lista dei Paesi da evitare, insieme all'Iran di Anmadinejad, il pazzo islamico che vuole eliminare Israele con una bella bombetta nucleare. Insomma, cornuti e beffati. Con tanto dipernacchiesullarete mondiale.
Per la cronaca, oltre all'Iran, nella yel-low-list ci sono anche il Costa Rica, il Messico e la Bulgaria. Che cosa li accomuna all'Italia lo sa solo Dio. Nel sito si dice che in Bulgaria c'è un boom di furti ai danni di turisti di nazionalità romena: i ladri li individuano grazie alla targa dell'auto. Quindi, basterebbe lasciare il mezzo in parcheggio e girare con i mezzi. In Costa Rica, invece, il pericolo non dipende dalla nazionalità: «C'è il rischio di incontrare la febbre gialla», mentre nell'Iran degli ayatollah «il governo punisce con una multa di 30 euro al giorno gli
stranieri sprovvisti di permessi e visti di entrata». E il pigro Messico, che colpe ha? Qui, dicono i romeni, «l'emergenza criminalità è molto alta e la sicurezza dei turisti dovrebbe essere garantita dalle agenzie di turismo». Forse credono che nelle loro offerte i tour operator messicani includano pure il servizio di scorta armata.
Mah. Veniamo all'Italia. A noil'accusa è davvero pesante e arriva fino a insinuare la volontà di persecuzione razzista. Il pacchettino-sicurezza al fior di camomilla confezionato da Prodi, diventa per Bucarest una sorta di editto anti-Roma-nia. E il sito offre utili istruzioni per resistere e contrastare efficacemente le disposizioni discriminatorie. I romeni che viaggiano o che vivono in Italia e che, vuoi il caso, si trovino nella sgradevole situazione di venire espulsi, sono invitati a rivolgersi d'urgenza alla sede consolare più vicina se ritengono che contro di loro siano stati commessi e si stiano perpetrando abusi. E poi la rassicurazione: il ministero segue da vicino la situazione in Italia e non lascerà senza risposte le denunce. Propaganda? Beh, alle agenzie turistiche risulta che molti romeni abbiano disdetto il viaggio in Italia programmato per le vacanze di Natale. Forse immaginano che i nostri commissariati siano simili a quelli che avevano sotto la dittatura di Ceausescu dove la polizia segreta torturava e massacrava gli oppositori. 0 forse hanno confuso il Nuovo Partito Democratico di Veltroni con la Npd di nazista memoria. In ogni caso, essere piazzati dal governo romeno nella lista dei Paesi a rischio, costituisce certo un grave danno per l'Italia. E non solo di immagine. Tutto ciò la dice lunga sui risultati ottenuti nei colloqui tra Roma e Bucarest e sulle promesse di collaborazione contro l'immigrazione clandestina.
E da oggi i rom saranno più sicuri
A questo punto, occorrerebbe almeno applicare il principio di reciprocità. Se l'Italia, come dicono, è un Paese pericoloso per i romeni, agisca di conseguenza. Sul sito dei ministero degli Interni italiano, invece, la Romania è tutta ok.
«La situazione non presenta particolari problemi», si legge, «ed è discreta nelle aree urbane; meno favorevole nelle periferie più remote delle città, nelle zone abitate daRomedinotte sulle stradefuo-ri città dove occorre prestare attenzione e cautela alla guida». Rivediamo questo giudizio oppure facciamo come dice il loro premier: controlli minuziosi, fino al tormento, per gli immigrati ed espulsione immediata per chi è pescato senza permessi. E galera per chi delinque.
A restare intimoriti dal "rischio Italia" non sono certo rom o criminali sgraditi pure alla Romania. A spaventarsi, saranno turisti, visitatori o imprenditori indotti dal loro governo a scegliere altre mete. Questo è forse l'unico risultato uscito dal bidone sicurezza rifilato agli italiani. Così da oggi saranno più sicuri. Stiamo parlando dei romeni, si capisce.