Mentre l'Italia vive la più drammatica delle emergenze immigrazione, l'Unione europea, con una "storica" quanto discutibile decisione, si appresta a smantellare tra pochi giorni le frontiere interne con i nuovi Stati membri dell'Est. Inclusi i 12 valichi che separano il nostro Paese dall'Europa orientale lungo i confini con la = Slovenia. In un silenzio assordante da parte del governo Prodi. Avete capito bene: dal prossimo 21 dicembre non verrà più sottoposto a controlli, né richiesto di = esibire alcun documento d'identità o passaporto - come accadeva finora - a chiunque voglia entrare in Ita-ia vìa terra o via mare partendo da Polonia, Slovacca, Lituania, Estonia, Lettonia, Ungheria, Repubbli-:a Ceca e ovviamente Slovenia.
E tra 2009 e 2010 si aggiungeranno al gruppo anche la Bulgaria e la stessa Romania, la quale per rimuovere posti di frontiera e annesse dogane attraverso una Commissione Nazionale di Autovalutazione (sic!) viene addirittura sponsorizzata dall'Ue con 500 milioni di euro. Ma in realtà neppure bulgari e romeni dovranno attendere oltre. Gli basterà ad esempio recarsi dai loro fratelli slavi in territorio slovacco piuttosto che polacco, per ritrovarsi come per magia nel cosiddetto spazio Schengen: un'area unica senza più frontiere interne, che si estenderà dal Portogallo fino all'Ucraina. Per la gioia di criminali, terroristi, trafficanti, indesiderati irregolari ed espulsi, comunitari e non.
Chi pensava che l'odissea immigratoria verso le nostre città avesse già toccato il fondo dovrà ricredersi. Anche se sembra paradossale, dal momento dell'allargamento dell'Ue a Oriente sono infatti sbarcati nei Paesi dell'Europa ricca per così dire gli elementi migliori. Coloro che, al controllo del documento e del bagaglio in frontiera, non avrebbero avuto nulla da nascondere, pena il respingimento immediato da parte delle forze dell'ordine.
TUTTI DENTRO
Dal 21 dicembre invece si apriranno potenzialmente le porte anche ai delinquenti in fuga, o a chi non possiede i requisiti per il soggiorno all'estero (inclusi eventuali extracomunitari dalla pelle non troppo scura). Inevitabile conseguenza della rimozione di oltre cento valichi di ingresso in tutto il continente. Tra cui i dodici che hanno diviso per mezzo secolo Italia ed ex Jugoslavia: Tarvisio, Basovizza, Rabuiese, Pesa, Muggia, Casa Rossa, Stupizza, Predil, Uccea, Vencò, Fernetti e S. Andrea. Insomma andare e venire dall'est Europa sarà come oggi recarsi in Francia: niente più frontiere, polizia, controlli, file, documenti ecc. Solo la strada e il mezzo di trasporto prescelto, in completa libertà. Tutto sulla fiducia. L'ultimo comunicato ufficiale del Consiglio dell'Unione europea, datato 7 novembre 2007, parla chiaro: "I controlli alle persone alle frontiere interne dei nuovi Stati firmatari (dell'accordo di Schengen) verranno aboliti". I 27 ambasciatori dei Paesi interessati hanno dato il via libera finale il 31 ottobre scorso, e proprio ieri c'è stata la ratìfica dei rispettivi ministri dell'Interno. Gli unici a rimanere fuori dalla controversa apertura totale rimangono dunque Regno Unito e Irlanda, non a non a caso molto critici sui suoi effetti in chiave sicurezza, anche e soprattutto rispetto a chi proviene dal resto del mondo. Per scremare gli ingressi dall'esterno l'Unione si affida unicamente a un sistema informatico di scambio di dati denominato "Sisl+4all". Una sorta di cervellone elettronico con capo a Lisbona, che dovrebbe aggiornare di continuo le liste degli indesiderabili. Peccato che poi sulle strade d'Europa non ci sia più nessuno a monitorarne gli spostamenti. E comunque il programma riguarderà giocoforza le frontiere esterne, non più quelle interne, visto che stanno per scomparire.
LA COMMISSIONE
Sempre secondo l'Ue "Il grande vantaggio di Schengen è che facilita il movimento interno delle persone". Chissà perché i cittadini romani di Tor di Quinto o quel-
li milanesi di Rogoredo stentano a comprenderlo. Sarà forse per la premonizione che il peggio debba ancora arrivare? La Commissione nazionale romena di auto-valutazione Schengen ha approvato il 24 ottobre il progetto di adesione della Romania allo spazio Schengen. Il ministero dell'Amministrazione e degli interni di Bucarest comunica che essa avrà luogo nel 2010, dopo aver speso in arcane "intense preparazioni" i 500 milioni stanziati ad hoc da Bruxelles alla voce "Facilità Schengen". Al governo italiano rimangono meno di un paio d'anni per chiedere una moratoria ormai quasi impossibile verso le altre nazioni dell'Est.
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