Violentata e gettata in un fosso a Roma
La vittima, moglie di un ufficiale di Marina, è morta all'ospedale Sant'Andrea. Fermato un romeno
ROMA - È morta all'ospedale Sant'Andrea Giovanna Reggiani, una donna italiana di 47 anni aggredita, violentata e poi gettata in un fossato la notte scorsa intorno alle 20.30 a Roma, nei pressi di viale di Tor di Quinto, in zona campo San Piero. La polizia ha arrestato il presunto autore del gesto, un romeno di 23 anni, bloccato dagli agenti del Commissariato Ponte Milvio dopo aver ascoltato alcuni testimoni che lo hanno visto gettare la donna nel fossato.
TRASCINATA IN UNA BARACCA - La donna, secondo la ricostruzione degli investigatori, è stata trascinata con la forza in una baracca che si trova nelle campagne che circondano la fermata del trenino a Tor di Quinto. La donna, moglie di un capitano di vascello della Marina impegnato su un dragamine, viveva poco distante dalla stazione ferroviaria, negli alloggi della Marina Militare. Una zona isolata, circondata da campagna.
Nella borsa di Giovanna Reggiani, trovata nella baracca dove è stata violenta, la polizia ha rinvenuto alcuni scontrini di negozi della capitale:è stata bloccata durante il ritorno a casa dopo un pomeriggio passato a passeggiare e fare compere nel centro di Roma. La donna, come hanno accertato gli investigatori della polizia e i medici del pronto soccorso, ha tentato disperatamente di difendersi dalle violenze e dalle sevizie. Per questo sarebbe stata anche picchiata selvaggiamente.
L'ALLARME DATO DA UNA ROMENA - È stata una donna romena a dare l'allarme alla polizia
La donna è stata ritrovata sotto il cavalcavia di via Camposanpiero (Gmt) raccontando di aver visto un uomo allontanarsi «in un campo con una donna sulle spalle, come se fosse svenuta». La polizia della capitale ha subito avviato le ricerche inviando una volante nella zona di Tor di Quinto. Poco dopo, in un fossato, la scoperta del corpo della donna.
SEMINUDA - L’autopsia sul corpo verrà eseguita giovedì. Ad aggravare la posizione del rumeno fermato è anche il ritrovamento della borsa della vittima nel suo appartamento. L'uomo, quando è stato fermato, si trovava ancora in via di Camposampiero, poco distante dal fossato dove è stato ritrovata la donna. Da quanto si è appreso, da fonti investigative, al momento del rinvenimento Giovanna Reggiani aveva i pantaloni abbassati e il volto tumefatto. Soccorsa e trasportata all’ospedale romano Sant’Andrea, i medici avevano fin da subito sottolineato che le sue condizioni erano molto gravi.
CHIESTA LA CONVALIDA DEL FERMO - Il procuratore aggiunto Italo Ormanni e il pm Maria Bice Barborini hanno chiesto al gip la convalida del fermo del romeno Nicolae Romulus Mailat, il 23enne accusato del delitto. I magistrati, che procedono per omicidio volontario, hanno disposto l'autopsia della donna: ad eseguirla sarà giovedì il professor Luigi Cipolloni dell'istituto di medicina legale dell'università La Sapienza di Roma. Gli inquirenti fisseranno poi un incidente probatorio per acquisire le dichiarazioni di una romena dell'accampamento rom di via Tor di Quinto che ha chiamato la polizia dopo aver notato Mailat portare in spalla il corpo della Reggiani privo di sensi.
«IL CLIMA È CAMBIATO, Bisogna sbloccare i rimpatri». FINI: «BASTA IPOCRISIE»
«Sicurezza: servono misure d'urgenza»
Veltroni dopo la morte della donna aggredita a Tor Di Quinto: «Chiamare in causa le autorità romene». Cdm straordinario
ROMA - Una conferenza stampa improvvisata in Campidoglio. Dopo la morte della donna aggredita a Tor di Quinto, il sindaco di Roma, e leader del Pd, Walter Veltroni chiede «iniziative straordinarie e d'urgenza sul piano legislativo in materia di sicurezza». Un appello che avrà avuto sicuramente un certo peso nella decisione del governo di convocare un Consiglio dei Ministri straordinario. Secondo Veltroni, il pacchetto di quattro ddl approvato dal Cdm «va benissimo, ma si tratta di disegni di legge». Quello che è necessario, secondo il sindaco della capitale, è che i prefetti abbiano il potere «di espellere i cittadini che si sono resi responsabili in passato di reati contro cose e persone».
CHIAMARE IN CAUSA LE AUTORITA' ROMENE - Veltroni propone poi che «l'Italia ponga il problema in sede europea. Si tratta di un problema di natura politica: l'Europa deve chiamare in causa le autorità romene». «Se si sta in Europa bisogna starci a delle regole - ha aggiunto - La prima di queste non può essere aprire i boccaporti e mandare migliaia di persone in un altro Paese europeo».
RIMPATRI - Per Veltroni, inoltre, «bisogna cominciare con i rimpatri, altrimenti non ce la si fa. Né a Roma, né a Milano, né a Torino. Le amministrazioni comunali e le forze dell'ordine, che fanno un grande lavoro, non hanno soluzioni di fronte a flussi di migliaia di persone». «Così non ce la fanno né Moratti, né Chiamparino, né Domenici. Adesso - continua Veltroni- è giunto il momento di prendere decisioni che si dovevano prendere dal 2001 in poi e non si sono prese».
UNICA MATRICE - «Da giugno fino ad oggi - ha aggiunto Veltroni - si sono verificati diversi episodi di violenza che testimoniano un cambiamento di clima, come l'aggressione al ciclista, quella a Tornatore, alla consigliera municipale, alla violenza sessuale nei confronti di una ragazza. Stanotte poi c'è stato un episodio orrendo, non devo usare altre parole. Tutti questi episodi sono purtroppo riconducibili ad un'unica matrice». Veltroni ha detto che «in questa, come in altre grandi città, c'è stato un massiccio arrivo di cittadini comunitari, e non extracomunitari, non immigrati che vengono qui per campare, ma una tipologia che ha per caratteristica la criminalità. Non voglio fare generalizzazioni contro un solo Paese» tanto è vero che «a segnalare l'autore del fatto di Tor di Quinto è stata una donna romena. Ma non posso non dire che quando il 75% degli arrestati proviene da un solo Paese, e tutti gli episodi hanno la stessa modalità, ovvero aggressione violenta, furto, stupro e omicidio, esiste un problema specifico. Problema che non è solo romano, ma di tutte le altre grandi città. Senza provvedimenti immediati, si rischia un'ondata di xenofobia».
FINI: BASTA IPOCRISIE - A Veltroni risponde il leader di An, Gianfranco Fini: «La situazione a Roma rischia di sfuggire al controllo delle istituzioni, non servono nel modo più assoluto né vertici di emergenza né nobili affermazioni di principio». «Sindaco e prefetto - afferma l'ex ministro degli Esteri - facciano quello che la legge impone. Demolizione delle baraccopoli abusive, identificazione ed espulsione dei clandestini e dei cittadini comunitari privi di fonte certa di sostentamento, come espressamente previsto dalle normative europee. E il ministro Amato - prosegue Fini - chieda più uomini e più mezzi per le forze di polizia. Su quanto necessario fare subito e a legislazione vigente, An è pronta a confrontarsi con Veltroni come con Prodi, ma ci risparmino parole indignate quanto ipocrite».
Fonte Corriere.it