Udeur: Dove finiscono i soldi pubblici.....

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Udeur: Dove finiscono i soldi pubblici.....

Messaggiodi Aragorn il 01 nov 2007, 18:59

Per chi suona il Campanile
di Marco Lillo
Consulenze, voli, contratti, benzina e case. E persino torroncini e panettoni. Pagati dal giornale Udeur e usati da Mastella & C. Grazie anche ai fondi pubblici.

Una grande nebulosa nella quale spariscono i milioni del finanziamento pubblico e i confini tra gli interessi della famiglia Mastella e quelli del partito. Questo è il quadro che emerge dall'inchiesta de 'L'espresso' sulla gestione del giornale dell'Udeur, 'Il Campanile'.

Per oltre un mese abbiamo spulciato i conti del quotidiano. Prima che se ne interessasse il pm di Catanzaro Luigi De Magistris, prima che gli fosse scippata l'inchiesta su Mastella, abbiamo intervistato i fornitori e gli amministratori, verificando che una parte delle spese del giornale finiscono nei dintorni di Ceppaloni, borgo natio del ministro. All'ombra del 'Campanile' Clemente Mastella, i suoi familiari e le loro società hanno ottenuto soldi e vantaggi grazie a un giornale finanziato con i soldi dei contribuenti. In questa nebulosa sono finiti 40 mila euro pagati a Clemente Mastella per la sua 'collaborazione giornalistica' nel 2004; i 14 mila euro usati per acquistare i celebri torroncini di Benevento che spesso finivano in regalo a politici e giornalisti, magari con il messaggino di auguri di Sandra e Clemente. Più i biglietti aerei per i familiari del segretario e poi ancora i 12 mila euro incassati dallo studio del figlio, Pellegrino Mastella, e i 36 mila euro risucchiati in tre anni dalla sua società di assicurazioni.

La ricostruzione delle spese del quotidiano spiega meglio di un trattato il funzionamento di Mastellopoli, un luogo dove, parafrasando Von Clausewitz, la politica sembra la prosecuzione della famiglia con altri mezzi. Il giornale del partito costa ogni anno 2 milioni e mezzo di euro anche se, nonostante gli sforzi dell'ottimo direttore Paolo Festuccia, non supera le 5 mila copie. Di queste solo 1.500 passano dall'edicola per finire quasi sempre al macero. L'edicolante di San Lorenzo in Lucina, a due passi dal Parlamento, spiega: "Da molti anni ricevo cinque copie ogni mattina. Non ne ho mai venduta una". Questa gigantesca 'ammuina' serve a giustificare il finanziamento pubblico: un milione e 331 mila euro. La presidenza del Consiglio rimborsa le spese 'inerenti alla testata' purché non superino un tetto pari a a circa la metà dei costi. Un sistema che premia chi spende di più e permette di sistemare molti amici e parenti. Così 'Il Campanile', con una redazione di sei giornalisti, ha visto aumentare il suo costo del lavoro in due anni da 345 mila a 834 mila euro. Nel dicembre del 2005 i debiti verso i fornitori ammontavano a 770 mila euro. 'L'espresso' ha visionato i bilanci interni e la lista dei fornitori stilati dal vecchio amministratore Tancredi Cimmino nel marzo del 2006. Ne viene fuori un quadro inquietante.


Prima è d'obbligo una premessa. Queste spese sono state approvate quando ad amministrare 'Il Campanile' c'era Tancredi Cimmino. Dopo una lite furibonda con Mastella, che non lo ha voluto candidare alle politiche, all'ex senatore è subentrato l'avvocato Davide Perrotta. Cimmino era anche segretario amministrativo dell'Udeur. Ad aprile del 2006 gli è subentrato il braccio destro di Mastella, Mauro Fabris, e a giugno il commercialista Pier Paolo Sganga. Sia Perrotta che Sganga ci tengono a precisare: "Tutti gli atti compiuti fino all'aprile 2006 ricadono sotto la responsabilità della precedente gestione. Oggi le carte sono a posto". Al di là delle responsabilità formali resta un dato politico: i beneficiari di molti pagamenti discutibili sono membri della famiglia Mastella.

40 mila euro simbolici
Il primo a dare l'esempio è il leader. Il giornale ha accordato un bel contratto di collaborazione giornalistica a Clemente Mastella: 40 mila euro più i contributi nel 2004. Quell'anno il leader dell'Udeur aveva perso il seggio da europarlamentare e le sue entrate si erano ridotte. 'Il Campanile' pensò bene di aiutarlo con un contratto extra. Una scelta che l'amministrazione attuale difende a spada tratta: "Il segretario è un giornalista professionista che contribuisce quotidianamente all'indirizzo politico della nostra testata pubblicando numerosi articoli. Il corrispettivo di 40 mila euro, regolarmente fatturato, ha costituito quasi un atto simbolico rispetto alla sua dedizione al lavoro".

fonte l'espresso


«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,

le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»

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Re: Udeur: Dove finiscono i soldi pubblici.....

Messaggiodi Aragorn il 01 nov 2007, 19:02

Parla l'uomo dei conti

È stato l'uomo dei conti di Clemente Mastella. Nelle sue mani teneva le chiavi della cassa dell'Udeur e del giornale di partito. L'ex senatore Tancredi Cimmino nel 2006 non è stato ricandidato ed è passato con Antonio Di Pietro. 'L'espresso', lo ha intervistato.

Ci racconta come funzionavano le casse dell'Udeur e del 'Campanile'?
"Io gestivo sia il conto corrente dell'Udeur che quello del giornale ed entrambi erano garantiti con le mie fideiussioni personali. Di fatto però decideva tutto Clemente. Lui era il segretario politico e io ero solo quello amministrativo. Nel rispetto dei ruoli, se Clemente aveva un'esigenza io, come era mio dovere, la esaudivo".

Ma i conti sono andati in profondo rosso.
"E già. Nel 2006 il conto del partito aveva raggiunto uno scoperto di 1,4 milioni di euro mentre quello del giornale era arrivato a 450 mila euro di rosso. Clemente aveva deciso di candidarsi alle primarie e c'erano state delle spese ingenti. Io ero preoccupato, ma lui mi diceva che dopo le elezioni saremmo rientrati dallo scoperto con i rimborsi elettorali. Poi, a sorpresa, decise di non candidarmi".

L'hanno accusata di essere scappato con la cassa e di avere lasciato il giornale e il partito in un mare di debiti.
"Mi sono deciso a parlare solo per difendere la mia famiglia e la mia dignità da queste accuse. Non c'è stata nessuna fuga e anche l'Udeur non ha mai detto una cosa simile. Il partito allora emanò un comunicato, pubblicato dalle agenzie, per smentire le voci. Conservo ancora la lettera di complimenti che mi scrisse il presidente dei revisori per i miei bilanci. Ho lasciato un giornale che aveva 400 mila euro di debiti ma che doveva incassare 2 milioni di contributi. Non c'era nessun buco. La verità è che ho garantito i debiti che altri, con le loro spese, hanno causato. Poi, quando i patti non sono stati onorati, la Cassa di Risparmio di Ferrara mi ha bloccato i beni".


Ci ha rimesso del suo?
"Ovviamente no. Però sono stato costretto a scrivere una lettera ai presidenti di Camera e Senato nella quale facevo presente che l'Udeur doveva ancora pagare i debiti e chiedevo a Marini e Bertinotti di bloccare l'erogazione del contributo elettorale all'Udeur fino a quando non fossero stati saldati i debiti pregressi. Solo allora il partito si decise a pagare i debiti con la banca".

La accusano anche di avere comprato nel 2005 con i soldi del 'Campanile' una Mercedes Four Matic 3.200 di cilindrata per ben 63 mila euro e di averla usata. Come spiega questa spesa?
"Io sono andato via ad aprile del 2006, otto mesi dopo quell'acquisto. La macchina aveva pochi chilometri e ho consegnato le chiavi. Mi risulta che la Mercedes è stata venduta dai nuovi amministratori solo a maggio del 2007, un anno dopo".

Loro dicono che l'auto è stata data in uso per brevi periodi al senatore dell'Udeur Barbato e al direttore del 'Campanile', ma solo al fine di venderla. Poi, a ottobre è stata consegnata a un concessionario ed è stata venduta sette mesi dopo perché nessuno la voleva. Consuma troppo.
"La vera ragione di quell'acquisto è amministrativa. Mi arrivavano fatture per migliaia di euro ogni mese da pagare per i pieni fatti dal benzinaio di Ceppaloni. Decisi di comprare l'auto per giustificare l'inerenza delle spese di carburante".

'L'espresso' ha raccontato la storia dell'appartamento che ospita il giornale di partito e che è stato comprato a un ottimo prezzo dalla società Campanile Srl, dei figli di Mastella, nel 2006. Senatore Cimmino, ci spieghi dall'inizio questa vicenda.
"Io avevo il 90 per cento delle quote della Campanile Srl, mentre il 10 per cento era intestato a Mastella. Gli ho ceduto gratuitamente le quote quando ho lasciato l'Udeur perché pensavo agisse come segretario di un partito e non come padre di famiglia. Ora invece scopro che i suoi figli hanno realizzato l'affare di largo Arenula grazie al fatto che il segretario ha ceduto loro quelle quote a 10 mila euro. È uno scandalo: quella società valeva molto di più ed era finanziata dal partito. Mastella non poteva darla ai figli. Io ho firmato un accordo nel quale c'era una clausola, garantita da una penale di 500 mila euro, che prevedeva la cessione da parte mia delle quote a una persona indicata dal rappresentante legale del partito. In quella veste ho venduto a Mastella. Altrimenti non ci sarebbe stata nessuna ragione per regalargli le quote".

Ora cosa pensa di fare?
"Sto consultando i miei legali per far valere le mie ragioni". M. L.


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Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,

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Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
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Nuova sarà la lama ora rotta,
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