Non entra a Montecitorio da anni, eppure Ingrao ha un ufficio e ben 4 segretari....
«Attenzione, vorrei porre la questione da un lato un pò ' più serio, al di là del singolo caso», è la premessa del presidente della Camera, Fausto Bertinotti, intervistato domenica a "Liberafesta" da Giovanni Minoli. Che a domanda diretta, «presidente, come la mettiamo con la Rivetti che fa la ballerina e ha ancora quattro segretari alla Camera pagati dallo Stato?», ha evitato accuratamente di commentare il caso dell'ex presidentessa della Camera che venerdì sera ha debuttato nello show televisivo Ballando con le stelle. E ha fatto l'esempio di Pietro Ingrao, padre nobile del Pci: il primo comunista a presiedere la Camera dei deputati dal 1976 al 1979. «Ma a voi risulta strano che un personaggio come Ingrao,che ha segnato la storia del Paese e ha rappresentato una pagina di alta testimonianza, possa essere dotato di un ufficio alla Camera e di un iminimo di struttura, anche per trasmettere al mondo politico e alle istituzioni il suo magistero? Io non ci trovo niente di male», In effetti, Ingrao ha ancora uno "studiolo" in Parlamento .Una stanza di 12 metri quadrati situata a Palazzo Marini, dove lui, secondo autorevoli fonti di Montecitorio, ha quattro segretari al suo servizio, nonostante non vada più lì da anni, data l'età (è nato il 30 marzo
1915). Quattro funzionari di secondo livello. Tutti e quattro co.co.co. a progetto, uno dei quali è un dipendente dell'università autoriz zato a prestare servizio
mi in Parlamento. La retribuzione netta mensile (le mensilità sono quindici) che paga loro la Camera ammonta a 2.172 euro. Mentre il costo annuo lordo a carico del bilancio della Camera, comprensivo degli oneri fiscali e previdenziali, è di 64.490 euro ciascuno. Che moltiplicato per quattro fa 277.690 euro.
Nulla di anomalo. Lo prevede una delibera dell'Ufficio di presidenza varata 1969. In questi ultimi anni, a Palazzo Marini, nello studio di Ingrao si sono visti solo i suoi segretari, che lui ha assunto a spese della Camera per svolgere attività di ricerca. Si tratta, infatti, di quattro ricercatori universitari che approfondiscono temi di specifico interesse per l'ex presidente della Camera, che fa parte del consiglio scientifico del Centro per la riforma dello Stato: una fondazione di studi costituzionali vicina alla sinistra. Attività nobilissima lo studio, purché non avvenga a spese del contribuente. È evidente, come ha fatto notare Bertinotti, che non c'è paragone tra la Pivetti, che pur essendo stata il più giovane presidente della Camera è rimasta in carica solo due anni (dal '94 al '96) e ora fa la show-girl, e Ingrao, che è un punto di riferimento indiscusso della sinistra (oggi è iscritto a Rifondazione comunista). Ma il dubbio resta. È giusto che lo Stato spenda quasi 300mila euro lordi l'anno per un politico, per quanto insigne, che non viene praticamente più in Parlamento? Per la cronaca, Bertinotti si è detto disposto ad abdicare ai privilegi che spettano agli ex presidenti della Camera: «Visto che prima o poi toccherà a me essere un ex», ha giurato a Minoli, «io rinuncio a queste prerogative».
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