la procura indaga su Fini e l'affare Montecarlo

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la procura indaga su Fini e l'affare Montecarlo

Messaggiodi Aragorn il 28 lug 2010, 13:02

Voglio credere che non sia vero; che Vittorio Feltri abbia preso un granchio colossale, ma siccome conosco la professionalità del Direttore de Il Giornale e il fiuto da cronista di Gian Marco Chiocci, credo che l’on. Fini, ipocrita campione della legalità, debba dare spiegazioni chiare, definitive, incontrovertibili.
Il Giornale scrive che Fini ha fatto arrivare al suo nuovo cognato, Giancarlo Tulliani, ingenti beni donati ad Alleanza Nazionale da Anna Maria Colleoni nobile donna di destra che vincolò alla “buona battaglia” le proprietà cedute al partito erede del M.S.I.
Ma l’erede del M.S.I. – e tantomeno di Alleanza Nazionale – non si può certo chiamare Giancarlo Tulliani, se quanto scrive il Giornale risponde a verità.
Questa mattina ho parlato di buon ora con Assunta Almirante e poi ho avuto lumi significativi da Roberto Buonasorte, nostro Consigliere Regionale residente a Monterotondo, località di vita della Colleoni.
Sta seguendo la questione un avvocato che la conosce benissimo, Marco Di Andrea, al quale – assieme ai legali de la Destra – stiamo valutando se conferire l’incarico di procedere per la revoca dei patrimoni finiti laddove non dovevano finire. I giuristi che incaricheremo valuteranno se procedere per class action o altri strumenti utili a rendere giustizia al generoso e motivato lascito di Anna Maria Colleoni. Ad Assunta Almirante chiederò di essere alla testa di questa azione di giustizia.
Sul nostro sangue non sono ammessi scippi.

http://www.storace.it/wp-content/upload ... ornale.pdf


«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,

le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
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Nuova sarà la lama ora rotta,
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Re: Storace: Sono pronto a portare Fini in tribunale

Messaggiodi Aragorn il 28 lug 2010, 13:03

nn mi soprenderebbe da parte del furbacchione fini


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le 10 domande a Fini

Messaggiodi Aragorn il 30 lug 2010, 11:10

1) A quanto ha rivenduto Alleanza Nazionale L'appartamento a Montecarlo ereditato nel 1999?

2) L'offerta è superiore a 1,5 ml di euro fatta da alcuni inquilini dello stesso palazzo?

3) Perchè An ha ritenuto di dover vendere l'immobile a una societa off shore del mare dei caraibi costituita nell'isola di Santa Lucia che è nella lista grigia dell'Ocse sui paradisi fiscali

4) Com'è arrivata An a contattare la società off-shore?

5) Nessun esponente di An è stato o è attualmente in contatto con i soci della Ltd Timara proprietaria dell'immobile?

6) I lavori di restrutturazione dell'appartamento di Montecarlo fanno parte di un accordo iniziale precedente all'affitto, fra Tulliani ("cognato di Fini") e la Ltd?

7) Come arriva il Signor Tulliani a sapere che l'appartamento a Montecarlo di propietà della società off shore era libero e disponibile per l'affitto?

8) Perchè fra gli ex An che curano la gestione dell'immobile monegasco nessuno ricorda i termini della compravendita?

9) Quanto paga il signor Tulliani di affitto?

10) Perchè l'appartamento è stato dato in affitto proprio a Giancarlo Tulliani?


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Re: Montecarlo -Storace: Sono pronto a portare Fini in tribunale

Messaggiodi Aragorn il 30 lug 2010, 12:07

L'appartamento di Montecarlo, avuto in eredità da An, è stato ceduto dopo due passaggi a una società estera che l'ha pagato solo un decimo del valore di mercato. La finanziaria è in un paradiso fiscale e ha un capitale sociale di appena mille dollari. Ma chi è il vero proprietario? L'imprenditore che ristrutturò la casa: "Tulliani era sempre al cantiere a controllare i lavori"
di Gian Marco Chiocci e Stefano Filippi

Volume 1291, numero 15. Sono le cifre chiave della compravendita dell’appartamento di Montecarlo in cui vive il «cognato» di Gianfranco Fini. L’atto, redatto in francese e lungo 30 pagine, porta la data del 15 ottobre 2008 ed è stato registrato una settimana dopo, il 22 ottobre, presso la Conservation des Hypothèques della Direzione servizi fiscali del Principato. Il rogito è stato redatto davanti al notaio Nathalie Aureglia-Caruso, titolare di uno degli studi notarili più grandi di Monaco, che si trova nel centralissimo Boulevard des Moulin a pochi passi dal Casino. Uno studio che madame Aureglia-Caruso ha ereditato dal padre Paul-Louis ed era stato fondato dal nonno.

Come rivelato dal Giornale, l’immobile che Giancarlo Tulliani ha in affitto da alcuni mesi appartiene alla Timara Ltd, una società finanziaria off-shore. Dal rogito si apprende che la Timara ha sede nel paradiso fiscale caraibico di Santa Lucia, al numero 10 di Manoel Street della cittadina di Castries, capitale del minuscolo Stato dall’altra parte del mondo. Ha un capitale sociale di mille dollari americani e una storia molto recente, essendo stata fondata pochi mesi prima dell’atto di compravendita monegasco. È con questa società che il fratello di Elisabetta Tulliani, compagna del presidente della Camera, ha sottoscritto un contratto di affitto per l’appartamento al numero 14 di Boulevard Princesse Charlotte.

Chi siano i soci di questa Ltd è un mistero, poiché queste operazioni finanziarie «off shore», realizzate lontanissimo dall’Italia garantiscono l’anonimato e limitano al massimo la responsabilità degli stessi soci che detengono azioni al portatore. Il segreto bancario è totale, la contabilità è in nero, gli investimenti top secret. Scavando nella breve vita della Timara Ltd, però, vien fuori che l’immobile ereditato da An sul finire degli Anni 90 nel quale vive Giancarlo Tulliani, fratello della compagna di Fini, è stato acquistato precedentemente da un’altra società off shore, con la stessa ragione sociale, anch’essa creata nell’isola dell’arcipelago caraibico regno delle società fantasma e del riciclaggio internazionale. Una novità clamorosa, inquietante: la Timara Ltd, dunque, non ha acquistato direttamente da Alleanza nazionale. Ma è passata per un’altra finanziaria collocata nei paradisi fiscali caraibici: la Printemps Ltd. Anch’essa ha sede nell’isola di Santa Lucia, al medesimo recapito della capitale Castries, con il medesimo capitale sociale di 1000 dollari Usa. Anche tra i legali rappresentanti ricorrono gli stessi nomi, quelli di professionisti monegaschi titolari di studi commerciali specializzati nella gestione di società off-shore. I nomi sono quelli di Anthonie Izelaar, James Walfenzao, Susan Elizabeth Beach. Nell’atto appare anche un nome italiano, quello di un professionista piuttosto noto a Montecarlo. Si tratta di Gianfranco Comparetti, e secondo le indicazioni ricevute a Montecarlo corrisponderebbe a un noto appassionato di vela e motonautica, proprietario dello Yacht Club Villas at Callaloo at Cul de Sac nell’isola di Anguilla, quell’Anguilla International Yacht Club che nel 2004 ha firmato un accordo di gemellaggio con lo Yacht Club di Monaco (sancito dalla visita del principe Alberto di Monaco nella Villa Caribera a Callaloo Villas Club di proprietà di Comparetti).

Il Comparetti citato nel rogito dal 1991 avrebbe la residenza nell’atollo del sopravento settentrionale delle Piccole Antille, ma farebbe spesso capolino nel Principato dove fino al 2003 avrebbe avuto la titolarità di una «Sam» (Società anonima monegasca) poi messa in liquidazione al 7 di rue du Gabian, e dove a lui si farebbe riferimento anche per un altra «Sam» legata al turismo e una «snc». Ieri pomeriggio Comparetti non ha risposto alla scampanellata del Giornale che lo ha rintracciato al settimo piano di un elegante condominio proprio di fronte all’hotel Metropole amministrato dalla stessa agenzia che segue la palazzina dove vive Tulliani, cioè lo studio Dotta.

Dunque la casa della contessa Colleoni non è passata direttamente da An alla società off-shore Timara Ltd. Con un complicato gioco di scatole cinesi è passata varie volte di mano prima di entrare nella disponibilità della famiglia Tulliani. E a questo punto c’è da chiedersi se i tesorieri del partito l’abbiano ceduta alla Printemps o se i passaggi siano più numerosi e complicati. Ma in queste tappe il valore dell’immobile (70 metri quadrati più 10 di terrazzo al piano terra di un edificio denominato Palais Milton) non è aumentato di molto. L’ultima compravendita dell’immobile, dalla Printemps alla Timara, è stata conclusa per appena 330mila euro mentre in quella zona del Principato le agenzie immobiliari stimano almeno 10 volte tanto i prezzi di vendita per appartamenti con caratteristiche analoghe. Solo cinque anni fa negli uffici di Alleanza nazionale a Roma venne recapitata l’ultima offerta di acquisto dell’appartamento al numero 14 di Boulevard Charlotte: la proposta messa nero su bianco da un condomino era di oltre un milione e mezzo di euro.

Ovvero, un milione e trecentomila euro in più di quanto ha speso la Timara Ltd per acquistarla dalla Printemps Ltd. I passaggi precedenti non sono chiari. Nell’atto notarile, comunque, Alleanza nazionale viene citata esplicitamente e ripetutamente. Nella parte in cui si ripercorre l’origine e la storia dell’immobile si parla del partito «con sede in via della Scrofa», del testamento olografo della contessa Anna Maria Colleoni, del notaio Spadaro che lo ricevette. Dal mar dei Caraibi, pian pianino, la verità sta venendo a galla.

© il giornale


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Re: Montecarlo -Storace: Sono pronto a portare Fini in tribunale

Messaggiodi diegofio il 30 lug 2010, 12:23

che inchiestona, e dove sarebbe l'illecito?
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Re: Montecarlo -Storace: Sono pronto a portare Fini in tribunale

Messaggiodi Aragorn il 30 lug 2010, 12:27

che nn può disporre del bene lasciato a un partito in modo personale.... come recitava lo statuto del msi e di an i beni sono di proprietà di tutti i tesserati... oltretutto è strano che a gestire il tutto sia una società off shore... cmq la faccenda morale dell'affare è innegabile...


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Re: Montecarlo -Storace: Sono pronto a portare Fini in tribunale

Messaggiodi Aragorn il 30 lug 2010, 12:33

logicamente storace sta preparando una causa civile... visto che reato nn c'è :) tanto x intenderci


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Re: Montecarlo -Storace: Sono pronto a portare Fini in tribunale

Messaggiodi diegofio il 30 lug 2010, 12:44

appunto questi sono cavoli interni ad an
inoltre sul fatto che le cose stiano come scrive il giornale e storace (che dovrebbe essere in gattabuia), ho i miei grossissimi dubbi
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Re: Montecarlo -Storace: Sono pronto a portare Fini in tribunale

Messaggiodi Aragorn il 30 lug 2010, 12:58

va che alla testa della class action c'è donna assunta la vedova almirante....


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Re: Montecarlo -Storace: Sono pronto a portare Fini in tribunale

Messaggiodi Aragorn il 03 ago 2010, 11:25

L'immobile, ricevuto in eredità, fu venduto dal partito per appena 300mila euro a una società off shore costituita 40 giorni prima a Saint Lucia, paese nella lista grigia dell'Ocse per rischio riciclaggio. Ecco il contratto. E ora i tesorieri di An finiscono sotto processo
Gian Marco Chiocci - Massimo Malpica

Dalle campagne di Monterotondo a via della Scrofa, e dalla sede di An a Roma dritti a Montecarlo, passando due volte dal via dell’isola caraibica di Saint Lucia. Nella versione politica del Monopoli tutti i concorrenti gareggiano all’insegna del fair play e, in primo luogo, della riservatezza. Il «premio» è l’appartamento al civico 14 di Boulevard Princesse Charlotte, nel Principato di Monaco, dove da qualche mese è in affitto il giovane imprenditore Giancarlo Tulliani, fratello della compagna di Gianfranco Fini, Elisabetta.
La storia, con i suoi buchi neri e le sue omissioni, è già nota ai lettori. Ma il Giornale è riuscito a scardinare il segreto monegasco e a visionare il contratto di compravendita, ed è dunque in grado di dimostrare come quella casa sia stata ceduta direttamente da Alleanza nazionale a una finanziaria off-shore con sede a Saint Lucia, paradiso fiscale caraibico, nella lista grigia dell’Ocse come Paese a rischio riciclaggio, per una cifra di molto inferiore al suo valore di mercato. Quella del perché la casa sia stata alienata a un tale prezzo di favore è una delle tantissime domande alle quali potranno dare una risposta solo Fini e i suoi, che tacciono.
Ma andiamo con ordine. Scorrendo le dodici pagine del contratto di compravendita, archiviato nel fascicolo 1283A-Acte0009A della conservatoria monegasca, appare il rogito. È dell’11 luglio del 2008, e il frontespizio già lascia poco spazio all’immaginazione: «Vente par l’Association de droit italien dénommé “Alleanza nazionale” au profit de la société “Printemps Ltd”». In calce, annotato a mano, il prezzo della compravendita: 300mila euro. Tondi tondi.
Poi, prima pagina del contratto e prima sorpresa. Al rogito era presente Francesco Pontone, tesoriere di An, avvocato e senatore di lungo corso (è alla settima legislatura), e il dettaglio mal si concilia con le reticenze e i buchi di memoria dello stesso. Che al Giornale è letteralmente caduto dalle nuvole sul contratto, sulla società, sulla casa. Su tutto.
Ma lasciamo parlare l’atto.
«Di fronte al sottoscritto Paul-Luis Aureglia, notaio in Monaco (Principato), in boulevard des Moulins, 4, è comparso il senatore Francesco Pontone, che elegge domicilio a Roma, via della Scrofa, 39, di nazionalità italiana, nato a Napoli il 30 marzo 1927, che agisce in nome e per conto dell’associazione di diritto italiano chiamata “Alleanza nazionale”, partito politico la cui sede è a Roma, via della Scrofa, 39, identificato dal codice fiscale numero 80204110581, in virtù dei poteri generali che gli sono stati conferiti, compreso quello di disporre dei beni sociali, dal signor Gianfranco Fini, nella sua qualità di presidente della citata associazione, ai termini di una procura generale ricevuta da Mario Enzo Romano, notaio in Roma, il primo dicembre 2004 (...)». Se Pontone e An sono le vendeur (i venditori), l’acquéreur (l’acquirente) prosegue l’atto, è «la società denominata “Printemps Ltd”, con capitale di mille dollari Usa, che ha sede in Manoel Street, 10, Castries, Saint Lucia, costituita con scrittura privata il 30 maggio 2008, registrata lo stesso giorno presso il registro societario di Saint Lucia al numero 2008-00324». A rappresentare la Printemps dal notaio, l’amministratore delegato Bastiaan Anthonie Izelaar e l’amministratore James Walfenzao, entrambi residenti a Monaco, ed entrambi direttori della Jaman Directors Ltd, altra società off-shore che controlla la Printemps, con sede allo stesso indirizzo dell’isola di Saint Lucia. Nella Printemps figura pure un italiano, Gianfranco Comparetti, il quale rintracciato al telefono aggiunge ulteriori anomalie alla storia: «Io di questa società non so niente, non la conosco, non capisco come ci possa essere finito dentro. Non conosco Tulliani, conosco Fini solo per nome, da 25 anni sono via dall’Italia. Vivo tra Montecarlo e i Caraibi e di questo appartamento e della società Timara che lo detiene non so nulla». L’affare si complica.
Si passa poi alla descrizione dell’immobile oggetto della compravendita, all’interno di «una proprietà al numero 14 di Boulevard Princesse Charlotte, a Monte Carlo, composta da due immobili contigui, Palais Milton e Palais Shakespeare, con giardino, il tutto occupante una superficie approssimativa di 1.065 metri quadri». La casa ereditata da An consiste nella «totalità del nono lotto, comprendente un appartamento situato al pianterreno dell’immobile sopra descritto (...) e composto da: sala, due camere, cucina, bagno e balcone».
L’atto notarile sa bene da dove arriva quell’appartamento, e infatti dedica all’origine della proprietà un paragrafo. «I beni e i diritti immobiliari attualmente in vendita appartengono al venditore per averli ricevuti nella successione della signorina Anna Maria Colleoni, di nazionalità italiana, nata a Roma il 26 luglio 1934, in vita disoccupata, residente e domiciliata a Roma, dove è deceduta il 12 giugno 1999». Si dà anche conto del testamento olografo, datato 6 dicembre 1997, con il quale la nostalgica e generosa donna ha nominato «il partito Alleanza nazionale» suo erede universale, nella persona di Gianfranco Fini suo presidente. Titolo riconosciuto, osserva il notaio, anche «in virtù di un’ordinanza emessa il primo agosto 2001 dal presidente del tribunale di primo grado del Principato di Monaco» a favore dell’associazione Alleanza nazionale.
La Colleoni, si apprende ancora dall’atto, «aveva acquisito i citati beni dalla società anonima monegasca denominata “Società immobiliare Milton-Shakespeare” (...) il dieci luglio 1962, (...) al prezzo di 30mila nuovi franchi dell’epoca». Di certo fu un buon investimento. Ma erano altri tempi (curiosa la data d’acquisto originaria, esattamente 46 anni e un giorno prima della “svendita” di An), e per scoprire uno strepitoso investimento basta arrivare a pagina 8 del contratto, dove si parla di soldi. «La presente vendita è rispettivamente consentita e accettata al prezzo di 300mila euro, che l’acquirente ha pagato in contanti», scrive il notaio. Val la pena di ricordare che per comprare quell’appartamento, ancora nel 2006, uno degli altri inquilini del Palais Milton aveva offerto a via della Scrofa un milione e mezzo di euro, come termine ultimo di una lunga serie di proposte d’acquisto inoltrate a partire dal 2000, partite da Monaco e rimbalzate indietro dai rifiuti o dai silenzi dei dirigenti del partito romano. E per magra che sia, persino la Printemps otterrà una plusvalenza quando, tre mesi dopo, cederà alla Timara Ltd l’appartamento a un prezzo di 330mila euro, con un rogito affidato alla figlia del notaio Aureglia, Nathalie Aureglia Caruso. Anche se, come è emerso, Printemps e Timara hanno lo stesso indirizzo di sede legale, ossia quella comune anche alla Jaman Directors.
L’atto di acquisto specifica anche i vincoli a cui l’acquirente era tenuto, prima di avviare lavori di miglioria e ristrutturazione, che poi in effetti (previa informazione del syndict del condominio, Michel Dotta) hanno avuto luogo, come è noto, sotto la supervisione dello stesso futuro inquilino, ossia Giancarlo Tulliani. Al documento sono allegate copie dell’atto costitutivo della Printemps e i certificati d’agenzia dei rappresentanti della stessa società off-shore, ma c’è anche la procura con la quale Fini, nel 2004, nominò il senatore Pontone procuratore generale per il «tesoro» del partito, redatta «in Roma, ministero degli Esteri»: il presidente della Camera all’epoca era infatti titolare della Farnesina, e il notaio andò semplicemente a trovarlo «in ufficio».
Siamo dunque alla svolta. Più i conoscitori dei segreti dell’appartamento Colleoni tacciono e più si diradano le ombre su quell’appartamento in posizione invidiabile, nel cuore di Montecarlo, a mezza strada tra la stazione ferroviaria e lo storico casinò. La cui donazione ad An, come ricordano negli ultimi giorni Francesco Storace e altri esponenti politici che non hanno gradito il nuovo corso finiano, era vincolata alla «buona battaglia». Che Fini in persona ha combattuto sinché era in vita la nobildonna. Ora è chiaro, certificato, dimostrato a chi An ha venduto, e si sa chi abbia poi ceduto la casa alla Timara Ltd proprietaria dell’immobile poi affittato a Giancarlo Tulliani. Ci sono le date, e i prezzi delle transazioni registrati dal notaio e in conservatoria. Ma non tutti i misteri sono chiariti. C’è la cifra che An avrebbe iscritto a bilancio proprio per la cessione di un immobile ereditato da Anna Maria Colleoni, e che secondo quanto ipotizzato da Libero è proprio l’appartamento di Boulevard Princesse Charlotte, 14: 67mila euro. Oltre a essere risibile, non corrisponderebbe alla già bassissima quotazione che risulta dall’atto. E poi c’è il giallo di queste società off-shore create ad hoc, sarà la coincidenza, per l’operazione (entrambe «nascono» a maggio del 2008, le due compravendite sono di luglio e ottobre), in che modo An le ha individuate come potenziali acquirenti? E come mai proprio il «cognato» dell’ex leader di An ha finito per affittare quell’appartamento? Anziché tacere (e querelare) perché Gianfranco Fini non ci aiuta a dare una spiegazione ai lettori? E già che c’è, sul piano della legalità senza se e senza ma, può dirci se reputa normale questo giro di Monopoli nei paradisi fiscali?


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Re: Montecarlo -Storace: Sono pronto a portare Fini in tribunale

Messaggiodi Aragorn il 03 ago 2010, 11:33

ricapitoliamo:

1999 an riceve in eredità un appartamento di80 metri quadri in centro a montecarlo
nel 2006 riceve l'ultima di numerose offerte per un 1,5 ml di euro (in teoria i prezzi sono di 30ml euro al metro quadro se la casa è restutturata per quella zona di montecarlo...)
nel 2008 vende l'appartamento a una società denominata Printemps Ltd con sede fiscale a Santa lucia e attualmente in lista grigia dell'ocse (sospettato di riciglaggio di denaro sporso) che si era costituita una manciata di giorni prima con il versamento di 1000 dollari di capitale sociale per la cifra di 300 ml euro a fronte di offerte ben superiori.
An iscrive a bilancio per la vendita la cifra di 36ml euro (????)
Dopo 2 mesi la società in questione rivende l'appartamento a un altra società di Santa Lucia , sempre in lista grigia dell'ocse, che stranamente ha la stessa sede legale della prima: la Timara Ldt. per la cifra di 330 mila euro
Nel 2009 iniziano i lavori di restrutturazione che come conferma la ditta che li ha svolti vengono seguiti da Tulliani (fratello dell'attuale compagna di fini) e a volte si è visto lo stesso fini e compagna come confermato dai condomini.
Attualmente ci abita il famoso tulliani "cognato" di fini...

Ora su segnalazione che preferisce restare anomina (mi gioco quel che volete che è la ex signora fini la gola profonda) il giornale indaga e svela sto mistero di scatole cinesi, di minusvalenze e di società di dubbia fama, fini dopo una 10na di giorni non risponde in merito ma decide di querelare il giornale senza spiegare il perchè o il percome.

Intanto i carabinieri di roma hanno aperto un fascicolo su un esposto presentato da due consiglieri regionali della destra ed ex An.

Donna Assunta Almirante e Francesco Storace attendono sviluppi e hanno preannunciato una class action per portare fini in tribunale e chiedere il risarcimento di questo misterioso e torbido affare.


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Re: Montecarlo -Storace: Sono pronto a portare Fini in tribunale

Messaggiodi Aragorn il 03 ago 2010, 11:45

intanto (visto che qualcuno parla di spazzatura) oggi pomeriggio si riunisce con urgenza il comitato etico di AN dove sia Lamorte che Pontone dovranno dare spiegazioni ed esibire carte di questa strana vicenda.

Ps curioso Pontone che continua a dire di non ricordare nulla eppure sul contratto di vendita depositato presso la cancelleria di montecarlo fascicolo 1283A-acte0009A c'è la sua firma...


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Re: Al via la Class Action contro Fini e l'affare Montecarlo

Messaggiodi Aragorn il 04 ago 2010, 15:32

E ora arriva la class action. Un’azione legale per fare in modo che il famoso appartamento di Montecarlo torni a via della Scrofa. La casa venne lasciata in eredità ad Alleanza nazionale dalla contessa Anna Maria Colleoni affinché fosse continuata «la buona battaglia». Poi è stata ceduta a una società off shore per 67mila euro e da questa a una nuova società per 330mila.

Ora, come ha documentato una inchiesta del Giornale, ci vive Giancarlo Tulliani, fratello di Elisabetta, compagna di Fini. Il quale, in una nota due giorni fa, ha annunciato di aver querelato il quotidiano affermando che sono state scritte «falsità su di lui». La vicenda ha creato uno scompiglio enorme tra i militanti e gli iscritti dell'ex An. E in particolare tra coloro che conoscevano bene la nobildonna Colleoni. Sono i militanti di An di Castel Giorgio, piccolo paesino in provincia di Terni, dove era originaria la signora. Spiega Sandro Bordoni: «Molti di noi perorarono la causa presso la contessa. An versava in una situazione economica difficilissima, davvero non avevamo i soldi per andare avanti. E quindi, alcune persone molto intime della nobildonna le spiegarono quanto fosse importante che il lascito fosse il più ampio possibile. La Colleoni comprese che in effetti si rischiava che il partito non riuscisse a continuare le sue battaglie e infatti volle che nel testamento si facesse quel preciso riferimento alle "battaglie"». Di qui la battaglia, legale, di oggi.


«Stiamo valutando la class action o altre azioni - insiste l'allora dirigente di An nel Ternano - per fare in modo che quell'appartamento torni nelle disponibilità di An. La Colleoni era una fan accanita di Almirante, ammirava Fini proprio perché era stato designato da Almirante come suo successore. Per quanto riguarda le eredità, i beni immobili erano fondamentali per il partito perché venivano offerti a garanzia presso le banche per avere i prestiti. Ecco perché i lasciti furono di quella natura». Intanto dentro il mondo ex An è battaglia sull'eredità Colleoni e sui conti del partito che ora sono finiti a un'apposita associazione che a sua volta poi si trasformerà in Fondazione e gestirà il patrimonio politico e ideale di Alleanza Nazionali. Ieri era stato convocato il comitato dei garanti, il parlamentino interno che è a maggioranza "berlusconiana" (6 a 3). I pidiellini avevano intenzione di mettere in mora il comitato di gestione (che invece è a maggiorana finiana) chiedendo conto di come sono stati spesi i fondi del 2009, della vendita dell'appartamento di Montecarlo e avanzando la due diligence sui conti del Secolo.


Non solo, ma avevano intenzione di approvare il documento Gamba, dal nome del presentatore del testo, che in pratica prevede che d'ora in poi i finiani non possano più fare alcuna spesa oltre i cinquemila euro, con un tetto massimo di 25mila al mese. L'obiettivo è quello di evitare che i 77 milioni di patrimonio netto possano essere utilizzati per una eventuale nuova formazione politica. I finiani, dal canto loro, hanno chiesto di annullare la convocazione visto che il presidente del comitato, Donato Lamorte, risponde direttamente al presidente della Camera. Ma i "berlusconiani" hanno risposto che il presidente può convocare l'assemblea ma non ha il potere di sconvocarla. E così si sono visti lo stesso, anche se i finiani non ci sono andati. Così gli uomini di Gasparri, Alemanno e Matteoli hanno solo approvato il verbale della riunione precedente e hanno convocato una nuova assemblea per oggi. La situazione si è incattivita e hanno intenzione di chiedere la rimozione dell'amministratore delle due società che gestiscono il patrimonio immobiliare, che è sempre Lamorte. L'accelerazione ha fatto letteralmente infuriare il finiano Enzo Raisi che, tra l'altro, è anche amministratore del Secolo: «Non ho ricevuto alcuna convocazione per la riunione di oggi (ieri ndr), figuriamoci per quella di domani. La riunione del comitato di oggi pertanto è illegittima. Poi ho spiegato chiaramente che il documento Gamba va approfondito, ho intenzione di chiedere un parere a un avvocato. E poi non c'è nessuna fretta, non capisco tutta questa corsa. Che cosa pensano? Che prendiamo i soldi e scappiamo? Abbiano il coraggio di dirlo».


Gli uomini degli ex colonnelli vanno avanti, non mollano. E comunque oggi si presenteranno in via della Scrofa e chiederanno conto delle spese e quasi certamente defenestreranno Lamorte. Forse potrebbero prendere anche altre inziative. Raisi avverte: «Le nostre riunioni hanno fin qui avuto un profilo di riservatezza. Quello che trovo indecente è che io debba rispondere ai giornalisti e alimentare un dibattito che finora era rimasto al nostro interno. E allora dico una cosa che deve essere chiara a tutti. Noi siamo gli amministratori dell'associazione. Vogliamo aprire i conti del passato? Benissimo. Li apriamo tutti. Vediamo quanto sono costati gli arredi e i lavori di ristrutturazione degli ultimi anni. Per esempio ho scoperto che il gruppo parlamentare alla Camera ha finanziato la campagna elettorale di qualche candidato alle Regionali. E' inaccettabile».

© il tempo


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Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,

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Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
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Nuova sarà la lama ora rotta,
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Re: la procura indaga su Fini e l'affare Montecarlo

Messaggiodi Aragorn il 05 ago 2010, 10:44

intanto sta emergendo che dietro sta società offshore ci sia una società di gioco d'azzardo controllata da un boss mafioso... sempre meglio...


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la finanza nella sede di AN e richiesta rogatoria internazio

Messaggiodi Aragorn il 06 ago 2010, 16:07

Roma - Finanzieri in via della Scrofa, a caccia di documenti relativi al passaggio di proprietà dell’appartamento al numero 14 di boulevard Charlotte. I militari, inviati ieri dagli investigatori della Procura di Roma che indagano sulla svendita dell’immobile monegasco che An ereditò dalla nobildonna Anna Maria Colleoni, morta nel 1999, non avrebbero trovato granché negli uffici della sede di An e gli inquirenti hanno quindi disposto una rogatoria internazionale per chiarire il pasticcio del quartierino monegasco che ora risulta affittato a Giancarlo Tulliani, cognato di Gianfranco Fini, presidente della Camera. Il quale Fini ieri è stato laconico: «Ben vengano le indagini su tutto ciò che concerne il patrimonio di An, anche se la denuncia proviene da avversari politici».
Forse avversari ora, ma di sicuro compagni di partito all’epoca dei fatti. L’inchiesta - ancora contro ignoti ma non è detto che nei prossimi giorni qualche nome non finisca sul registro degli indagati - è stata infatti avviata dai magistrati di piazzale Clodio dopo la denuncia-querela presentata lo scorso 30 luglio «per l’eventuale ipotesi di reato di truffa aggravata» ai carabinieri di Monterotondo, alle porte di Roma, da Roberto Buonasorte, 46 anni, e Marco Di Andrea, 47 anni. Si tratta di due esponenti della Destra (il primo è consigliere regionale del Lazio, il secondo consigliere comunale di Monterotondo) già iscritti ad An e che come tali si ritengono danneggiati dagli «ignoti autori» della truffa che avrebbero «con artifizi indotto in errore tutti gli attuali partiti e/o movimenti politici, a vario titolo, aventi causa dal disciolto partito Alleanza nazionale, al fine di procurarsi o procurare ad altri un ingiusto profitto in danno dei partiti e/o movimenti politici anzidetti». Il tono è burocratico, la sostanza chiara: perché di proprietà che il partito aveva ereditato da una militante animata da una sincera fede politiche beneficiano parenti del leader del disciolto partito?
Nelle dieci pagine della denuncia Buonasorte e Di Andrea ricostruiscono tutta la vicenda rifacendosi prevalentemente agli articoli del nostro giornale, che hanno allegato alla denuncia assieme alla copia del testamento olografo della «fu Anna Maria Colleoni». I due parlano di «formidabile coincidenza per la quale il giovane fratello trentatreenne dell’attuale compagna dell’onorevole Gianfranco Fini sia risultato il conduttore da preferire (in termini di pagamento del canone locatizio) da parte della finanziaria Timara Ltd», la società off-shore a cui l’immobile è stato ceduto. Insistono sull’«inverosimile circostanza che quest’ultima società, a compagine anonima, abbia (presumibilmente) pagato somme superiori ai circa due milioni di euro che - stando alla cronaca - sarebbero stati già offerti al partito Alleanza nazionale dai proprietari degli appartamenti finitimi insistenti nel medesimo fabbricato». E definiscono «inverosimile» anche l’evasività di Donato Lamorte, capo della segreteria di Fini, e di Francesco Pontone, segretario amministrativo di An, in merito alla compravendita dell’immobile monegasco, di fronte alla necessità per «un’associazione (Alleanza nazionale) di rango costituzionale (articolo 49 della Costituzione) di rendere conto non solo alla pluralità degli iscritti delle attività patrimoniali da ascrivere regolarmente a bilancio, bensì alla pubblica opinione tutta». In un’intervista radiofonica ieri Di Andrea ha peraltro ricordato come nel 1991 presentò con Buonasorte la contessa Colleoni allo stesso Fini: «Al ristorante La Marini di Monterotondo facemmo una festa perché per la prima volta ottenemmo un consigliere comunale. Appartati in una stanzetta, la contessa disse a Fini che aveva intenzione di lasciare i beni ad An per la sua “buona battaglia”. Io credo che gli eredi della contessa potrebbero impugnare questo testamento laddove si provasse che non è stata adempiuta la condizione indicata».

© il giornale


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