

PRIVACY - Da circa un anno e mezzo si sapeva della malattia di Borgonovo, ma Stefano non voleva che la sua storia venisse raccontata. Finché Massimo Mauro, della Fondazione Mauro e Vialli che raccoglie fondi per la lotta alla malattia, e il dottor Mario Melazzini, presidente dell’Aisla, l’associazione che in Italia aiuta le famiglie colpite dal tornado Sla, hanno convinto Borgonovo ad aprirsi. Stefano ha accettato di incontrare una troupe di Sky.
SINTETIZZATORE - Borgonovo non riesce più a parlare da tempo. E’ tracheotomizzato e si esprime con un sintetizzatore vocale, al computer. Parla con gli occhi: i suoi sguardi comandano un mouse e tramite un software le lettere indicate vengono trasformate in voce. A Sky ha detto: “Ringrazio Milan e Fiorentina, Galliani e Della Valle, perché mi sono vicini. Voglio creare una Fondazione Borgonovo per aiutare la ricerca e gli ammalati come me”. Verrà organizzata un’amichevole con incasso devoluto alla nuova struttura di Stefano. Donadoni, Ancelotti, Baggio, Dunga e Maldini hanno fatto arrivare messaggi di solidarietà.
SERENITA' - Borgonovo vive a Giussano, a Nord di Milano, ed è sostenuto dalla famiglia: la moglie Chantal e i 4 figli, un maschio e tre femmine. Il primogenito ha vent’anni, l’ultima bimba è nata quando Borgonovo soffriva dei primi sintomi della malattia. Stefano è in cura al “Nemo” dell’ospedale Niguarda di Milano, laddove Nemo ha un duplice significato: Nemo come acronimo di “Neuro-muscolar omnicenter”, centro specializzato in mali come Sla, distrofia muscolare e atrofia spinale, e Nemo come il pesciolino del cartone animato della Pixar Disney (“Alla ricerca di Nemo”, 2004), tormentato da una pinna atrofica. Borgonovo è sereno, non prova rancore o rabbia per il calcio, ritiene la malattia una fatalità. Ha passato momenti neri, voleva isolarsi, poi ha capito che il suo nome può essere speso per reperire fondi da destinare alla ricerca. Oggi dice di avere degli obiettivi: “Migliorare la qualità della vita di ogni malato di Sla e fare in modo che tutti abbiano un sintetizzatore vocale; supportare i ricercatori”. E così è diventato consigliere dell’Aisla, assieme a Massimo Mauro, che sa bene quanto dolore possa provocare una grave malattia.