Buffon "Mai all'inter"

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Buffon "Mai all'inter"

Messaggiodi Aragorn il 08 apr 2007, 20:56

ROMA - Mezz’ora a cuore aperto. Ieri sera Gigi Buffon, portiere della Juve, ha rilasciato a Sky una lunga intervista con Beppe Bergomi e Fabio Caressa. Dal mondiale alla B, da Nevio Scala a Capello, dall’Inter al Milan: il portiere campione del mondo ha parlato di tutto.

I giorni prima del Mondiale sono stati tra quelli che ti hanno ferito di più da quando giochi a calcio.

« Sicuramente hanno fatto sì che arrivassi non nelle migliori condizioni mentali. Non tanto per me o perché dovessi convincermi di qualcosa che non avevo fatto, ma più che altro per l’opinione pubblica e il pensiero della gente in quel momento»
Questa sofferenza è servita a compattare il gruppo al Mondiale?

«Indubbiamente sì. Le premesse non erano delle migliori ma io credo che la forza della Nazionale era lo spirito di gruppo. con una base così non potevi sprofondare».

Ma perché secondo te c’è stato un certo accanimento?

«Sicuramente essere un giocatore della Juve ha influito molto. In quel clima la squadra che si voleva far pagare e doveva pagare dazio era solo ed esclusivamente la Juve. Magari coinvolgendo direttamente qualche giocatore. Qualcuno ci ha provato e ci ha giocato».

Parlando del mondiale: i giorni dopo leggendo i commenti sui giornali cosa hai pensato. Ricordi qualche commento in particolare?

Ho dei fascicoli pieni ma ho una grande dote, che è quella di lasciare passare tutto».

Tu hai una qualità: sei sempre tranquillo e non senti mai la pressione. Anche al mondiale nonostante tutto hai dato una grande dimostrazione di tranquillità.

« Credo che la forza di ognuno di noi sia quella di potersi guardare allo specchio. Io sapevo che non avevo fatto nulla di male e che se avevo fatto qualcosa di male l’avevo fatto solo a me stesso e non ad altri, come scrivevano » .

Sono andati a toccare l’uomo piuttosto che il professionista.

«Più che altro perché penso di non meritarlo. Credo di essermi fatto apprezzare dalla maggior parte dei vostri colleghi. Il fatto che senza certezze, solo per sentito dire, si cerchi di abbattere e annientare un ragazzo credo che sia qualcosa di inqualificabile».

Quali sono le differenze tra la Nazionale del 1982 e quella che ha vinto il Mondiale nel 2006?

«Penso che nel 1982 la vittoria è stata ancora più attesa visto che l’ultimo mondiale vinto era nel ’38. Però il mio procuratore (Martina, ndr) una cosa giusta me l’ha detta il giorno dopo la finale, quando ero felice e orgoglioso ma il sapore della vittoria era minimo. Lui mi ha detto: ”Gigi, ogni giorno che passa, tu metti un mattoncino per l’importanza e il valore che gli dai”. Adesso che sono passati sei mesi, devo dire che quando vedo le immagini mi emoziono davvero ma i primi giorni mi sembrava davvero di aver vinto il Torneo di Viareggio».

Sei andato vicinissimo al Pallone D’Oro. Cosa ti è mancato al Mondiale? Parare un rigore o tirare il rigore di Grosso?

«Se avessi parato un rigore, magari quello decisivo, avrebbe influito parecchio ma penso che certe valutazioni mai come quest’anno andavano fatte per quello che è stato il reale valore e andamento del giocatore anche nell’arco della sua carriera. Cannavaro l’ha meritato, per quello che ha fatto al Mondiale e con la Juve e per il fatto che fosse capitano della Nazionale»
Da Berlino a Rimini. Che effetto ti ha fatto?
«Sono riuscito a emozionarmi, la prima partita in B a Rimini è stata particolare perché ero teso e nervoso e non mi capitava dal Mondiale. E se una nuova avventura, anche se inferiore come livello e come qualità, riesce a darti delle sensazioni così forti vuol dire che la cosa che ami veramente è il gioco del calcio »
Un giocatore come te, come fa a trovare gli stimoli per allenarsi sapendo di giocare in B?

«Facevo qualche giorno fa delle riflessioni sulla mia carriera e pensavo che sono cambiato molto. Adesso preparo ogni partita nel migliore dei modi. So che ho acquisito una certa posizione e ci tengo a mantenerla».

Con la Juventus come vi trattano i tifosi avversari?

«Ora il clima è molto più disteso, anche perché vai in campi di provincia dove magari tanti tifosi sono sempre stati appassionati della Juventus. Invece, per quel che mi riguarda, a livello umano ho avuto delle grandissime gratificazioni perché sono stato in campi dove i tifosi avversari mi hanno applaudito e per un calciatore, per un portiere, soprattutto della Juventus, è un fatto più unico che raro».

Quando hai deciso di restare alla Juve anche in B?

«Sono un istintivo e soprattutto se uno doveva soffermarsi a riflettere probabilmente non mi sarei mai fermato in serie B. In quel momento però mi è sembrato di percepire una certa difficoltà da parte della dirigenza, nel caso fossi andato via, per far quadrare i conti. E allora ho capito che se fossi rimasto probabilmente avrei fatto un piacere a tanta gente e tanti tifosi. Poi alla fine ho scoperto che il piacere l’ho fatto a me stesso
Come l’hai visto questo campionato di Serie B? Sembra che Deschamps l’abbia interpretato bene.
« Sì, anche se abbiamo avuto qualche momento di difficoltà nei quali abbiamo pagatodazio. Però anche in B credo che vincere sempre come capita a noi non sia mai facile. Devi avere una forza mentale e morale superiore a quella delle squadre avversarie. Anche perché la qualità delle prime otto-nove squadre del campionato di Serie B non è inferiore a quella delle ultime 13 della A»
La Juventus in A che valore avrebbe?
«Il bello e il brutto del calcio è che non si possono mai avere riscontri però se devo fare un’analisi obiettiva credo che probabilmente potremmo essere in Coppa Uefa».

Quando hai parlato con la società hai fissato delle condizioni per rimanere in B?

«Io parlai con Alessio Secco e lui sapeva che gia l’anno scorso avevo la possibilità di andare via: volevo cambiare dopo tanti anni, e dopo aver fatto tante cose, penso anche buone. Questo prima della retrocessione, invece poi dopo il fattaccio non me la sono sentita per una sorta di riconoscenza e con Alessio ho detto: non mi interessa, non parliamo né di soldi, né di niente, se però il prossimo anno decidessi di andare via cerchiamo di venirci un po’ incontro perché penso di avervi dato già qualcosa di importante»
Ti senti una bandiera?
«No. La bandiera è il giocatore che comincia una carriera in un determinato club e finisce lì. Io ho un lungo passato nel Parma. Posso essere un simbolo, quello sì, ma non una bandiera»
La società a volte sembra convinta che tu resterai?

«E’ giusto ed è normale che la società dica certe cose e le pensi, perché c’è di nuovo da costruire un qualcosa di importante. Non si può far vedere che c’è un clima di smobilitazione ».
Non c’è una squadra in Italia e in Europa che ti piace più di altre?
«Io ero tifoso del Genoa, poi mi piaceva il Pescara di Galeone, adesso non trovo squadre così. Anche perché di solito le realtà che piacciono a me non vanno mai di pari passo con le mie ambizioni».

Tu costi tanto...costi troppo?
«Questa è la cosa di cui vado più fiero, il fatto che ho subito una svalutazione pressoché nulla. Quando sono andato alla Juve a più di cento miliardi tutti gridavano allo scandalo, avevo 23 anni. Poi il fatto che arrivi a 29 anni e la valutazione sia quasi invariata è una sorta di orgoglio perché capisci che alla fine non furono soldi spesi male o buttati via»
Però tutti ti vogliono e nessuno ti piglia... 40 milioni di euro sono tanti. Lo senti un po’ questo peso?

« No, assolutamente, anzi è una cosa che mi piace, più aumenta e più mi fa piacere».

C’è qualcuno che li paga o no questi soldi?
«No, cash non li pagherebbe nessuno, anche perché poi non è che si debbano fare delle follie o stravolgere un mercato per Buffon. E poi c’è da vedere se Buffon è in vendita».

Il tuo rapporto con gli allenatori. Chi ti ha dato di più?

«Il primo è stato Nevio Scala e lo ringrazierò sempre perché mi ha dato un’opportunità unica, quella di giocare a 17 anni in quel Parma che si contendeva lo scudetto con il Milan. Ancelotti mi ha consacrato, poi Malesani, un allenatore molto preparato che faceva giocare benissimo la squadra, quello era un Parma stellare. Poi sono arrivato alla Juve di Lippi e di lui ho già parlato migliaia di volte, tutti sapete del mio rapporto con lui».

Se devi sintetizzare il tuo rapporto con Lippi come lo definiresti?

«Un padre che alcune volte diventa anche un fratello, perché ci sono situazioni in cui ci puoi scherzare, si apre, si parla anche di cose molto leggere. Poi ho avuto Capello e i risultati parlano per lui. Il primo anno andavamo molto d’accordo, si vedeva che c’era molta stima da parte sua ma anche da parte mia. Poi dopo l’infortunio non so. qualcosa... » .

Qualche volta ti ha fatto imbestialire?
« E’ difficile che io mi imbestialisca, soprattutto per queste cose. Io non ho mai litigato con lui però delle volte anche senza litigare puoi capire se sei in sintonia o meno. Quello che mi dispiace è che a un grande allenatore, non costa niente mantenere dei buoni rapporti coi giocatori, avere dei comportamenti anche se non amichevoli un po’ confidenziali, perché poi alla fine quando finisce il calcio rimangono i rapporti e quello che hai seminato. Se tutti i giocatori parlano con piacere di un allenatore, credo che sia una vittoria sul piano morale. Se invece la maggior parte ha sempre qualcosa da dire e storce il naso a me non farebbe piacere. Anche perché non puoi far sempre la guerra. A volte bisogna rilassarsi e godersi certi momenti e capire la fortuna che si ha»
Ti ha sorpreso la conferma di Dida?
«Non è casa mia... mi ha sorpreso solo il fatto che magari sia stato lui a dettare le condizioni. Però credo che il rinnovo sia stata una cosa giusta, anche perché altrimenti il Milan sarebbe rimasto senza portieri. Aveva gli altri due però non so se voleva puntare su di loro » .

Però poteva puntare su di te? Se n’è parlato tanto...

«Anche l’anno scorso, credo che a un giocatore che sembra sulla via del trasferimento si accostino le squadre più prestigiose come Milan, Inter, Barcellona o Real Madrid»
Sembra che il Milan abbia fatto un passo indietro.

«Può darsi, per il fatto che abbia confermato Dida».

E’ una cosa che ferisce il tuo orgoglio?
No, si torna al discorso di prima, non è che mi regalano... anzi, più il tempo passa più costo, quindi credo che una società guardi anche l’aspetto economico»
Quanto ti manca la Champions League?
« Dai quarti la guardo con più interesse, devo dire che un po’ di mancanza, di voglia di tornare a competere per questi traguardi c’è » .

Questo può influire sulla tua scelta futura?

«Può anche influire ma non è tutto»
La città può influire?
«Se dovessi scegliere per la città non mi muoverei mai da Torino: una città bella, che ti permette di vivere in una maniera serena, da persona normale».

Il matrimonio può incidere?
«Credo che i rapporti personali non debbano mai influenzare una persona».
Il passaggio all’Inter sarebbe complicato?
« Una delle prime richieste dei tifosi juventini non è quella di rimanere, ma di non andare all’Inter. Io allora guardo in faccia questi tifosi e rispondo scherzando che se fossi furbo dovrei andare proprio lì, perché l’Inter obiettivamente è la squadra più forte e potrebbe vincere per i prossimi anni. Però per certe cose influiscono anche i rapporti, per cui andrebbero vagliate migliaia di situazioni, i pochi pro e i tanti contro... Partiamo dal presupposto che ancora non ho deciso, ma anche se rimanessi alla Juve andrebbe bene, parliamo sempre di una squadra che è sempre la più importante d’Italia»
C’è la possibilità che i vecchi facciano un patto di ferro e decidano di tornare?

«No, sono cambiate tantissime cose ci sono giocatori che sono andati all’Inter e che non tornerebbero mai e poi credo che a quel punto non ci starei più io. Perché la vera difficoltà era quella di rimanere quest’anno e non tornare il prossimo».

Troppo comodo?
« Troppo comodo no, però sicuramente è molto più facile arrivare il prossimo anno alla Juve che non restarci quest’anno»
Comunque non hai deciso
« No » .


«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,

le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»

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Messaggiodi MauriAxel il 08 apr 2007, 22:08

grande gigi, lo stimo moltissimo; spero tanto che rimanga per i prossimi anni ma ho un pò di paura che la nuova dirigenza parli parli ma concluda poco, speriamo sia un'impressione sbalgiata
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Messaggiodi nemesys_72 il 08 apr 2007, 23:29

bell'intervista, spero molto che rimanga, ma non ne sono sicuro per niente a causa di questa dirigenza che mi fa sempre più schifo..
non li sopporto, nessuno di loro..
mi fa schifo pure l'allenatore che c'è, non ha gioco, ho visto 7-8partite, masi vive sulle individualità, se non investono soldi, altro che coppa uefa il prossimo anno..
siamo una squadra mediocre ora come ora..
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Messaggiodi Joistick il 09 apr 2007, 09:31

nemesys_72 ha scritto:bell'intervista, spero molto che rimanga, ma non ne sono sicuro per niente a causa di questa dirigenza che mi fa sempre più schifo..
non li sopporto, nessuno di loro..
mi fa schifo pure l'allenatore che c'è, non ha gioco, ho visto 7-8partite, masi vive sulle individualità, se non investono soldi, altro che coppa uefa il prossimo anno..
siamo una squadra mediocre ora come ora..

anche secondo me perchè non si può fare delle grande partite(tipo contro il Piacenza) e poi fare delle partite orrende in cui non c'è gioco(Tipo contro l'Albinoleffe)...
    Genova non ha scordato perché è difficile dimenticare,
    c'è traffico, mare e accento danzante e vicoli da camminare.
    La Lanterna impassibile guarda da secoli gli scogli e l'onda.
    Ritorna come sempre, quasi normale, piazza Alimonda
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Messaggiodi yuzzu il 09 apr 2007, 19:23

dai gigi rimani cn noi!!!!!!! 8-)
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