PLIO FYI: Considerazioni sull'annuncio Dell/Ubuntu (Canonical)
L'annuncio dell'imminente disponibilità di personal computer Dell con sistema operativo Ubuntu Linux, anche se - per il momento - limitato al mercato statunitense, ha un significato molto importante per la comunità del software libero e open source.
L'Associazione PLIO (Progetto Linguistico Italiano OpenOffice.org) ha cercato di sintetizzare in quattro punti i motivi che rendono l'accordo particolarmente significativo - a nostro modo di vedere - per l'intero mercato dell'information technology.
Riteniamo importante, in questo momento di grande crescita del software libero e open source, condividere queste "considerazioni" con la stampa:
1. La crescita di Linux come sistema operativo desktop è testimoniata dal fatto che i numeri sia di Ubuntu sia dei principali programmi associati alla distribuzione – pur non essendo altrettanto precisi rispetto alle licenze dei software proprietari – sono ormai inequivocabili: l’intasamento dei server della stessa Canonical dopo l’annuncio dell’ultima versione 7.04, il numero dei download di Firefox (che non fa più notizia) e il fatto che il browser abbia raggiunto in Europa e Oceania una percentuale di utenti prossima al 25% (e negli altri continenti superiore al 10%) [fonte: Xiti Monitor], il numero dei download di OpenOffice.org (che fa ancora notizia, e ormai supera stabilmente i 100.000 al mese solo in Italia) e il fatto che la suite abbia raggiunto in molti Paesi una quota di mercato prossima o pari al 10% [fonte: elaborazione PLIO su dati degli analisti], dimostrano come i sistemi operativi e le applicazioni open source abbiano raggiunto uno stadio di maturità paragonabile a quello dei sistemi proprietari.
2. Gli ultimi dati pubblicati dagli analisti confermano questa tendenza, anche se le ricerche non sono state effettuate in modo specifico per rilevare la crescita o la quota di mercato del software open source sui personal computer utilizzati per la produttività individuale. Secondo l’ultima ricerca in materia pubblicata nel mese di marzo da Forrester Consulting – Open Source Software’s Expanding Role in the Enterprise: http://www.unisys.com/eprise/main/admin/corporate/doc/Forrester_research-open_source_buying_behaviors.pdf –
i desktop Linux sono presenti nel 26% delle aziende, anche se questo non si traduce in una quota di mercato delle stesse dimensioni. Secondo la ricerca appena realizzata da FreeForm Dynamics (http://www.freeformdynamics.com/fullarticle.asp?aid=100) per conto di The Register su un campione spontaneo di 4.800 lettori del sito, OpenOffice.org viene utilizzato dal 20% degli intervistati, che a sua volta indica in una percentuale prossima al 10% l’uso della suite open source all’interno della propria azienda. La ricerca, inoltre, conferma che OpenOffice.org è l’unico concorrente “serio” di Microsoft Office nello specifico mercato delle suite per ufficio.
3. La crescita del numero delle aziende private e degli enti pubblici che decidono di passare al software open source, nella maggior parte dei casi iniziando proprio da OpenOffice.org, è un fenomeno ormai inarrestabile. Ci sono esempi più noti, come quelli della Francia, dove la migrazione ha coinvolto il Parlamento e molti Ministeri (e tutte le aziende pubbliche a essi collegate), e dell’Estremadura, dove il processo ha coinvolto tutte le strutture di un’intera Regione. Anche in Italia, la migrazione comincia a interessare non solo le aziende più innovative e attente ai costi, ma intere regioni come il Friuli Venezia Giulia e l’Umbria, con specifiche leggi regionali che promuovono l’uso del software open source e dei formati dei documenti aperti e standard (il formato dei file OpenDocument, usato in modo nativo da OpenOffice.org e da altri programmi open source, è standard ISO/IEC 26300). Nella sola Provincia di Bolzano, l’utilizzo del software open source ha permesso di ottenere un risparmio complessivo – rispetto al software proprietario – di oltre un milione di Euro all’anno, con la sola adozione da parte di due enti: la Provincia, che utilizza OpenOffice.org, e il Provveditorato agli Studi, che ha sviluppato una
distribuzione Linux per le scuole di lingua italiana [fonte: Report , trasmissione di domenica 29 aprile 2007, disponibile online in versione sia video che sotto forma di trascrizione].
4. Negli ultimi tre anni, Dell è stato il più grande cliente in assoluto di Microsoft, e ha rappresentato – da solo – una percentuale rilevante dell’intero fatturato della software house di Redmond: il 10% nel 2004 (pari a 3,6 miliardi di dollari) e nel 2005 (4 miliardi di dollari), e l’11% nel 2006 (4,8 miliardi di dollari). In totale, negli ultimi tre anni, Dell ha portato nelle casse di Microsoft la somma di circa 12,5 miliardi di dollari [fonte: Microsoft, Annual Report 2006, con elaborazione PLIO]. Queste cifre attribuiscono all’annuncio del 1° maggio un significato più importante rispetto a quello strettamente “emotivo” che ha per la comunità del software open source, e sono testimonianza del fatto che Dell prevede di ottenere dei risultati significativi dalla vendita di PC con sistema operativo Linux.
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