Software illegali, 87% imprese non ne conosce i rischi
MILANO (Reuters) - Un quinto delle imprese di piccole e medie europee ritiene che non vi siano rischi dall'uso di software senza licenza, e poco meno di nove imprese su 10 si rende conto che l'uso di software illegale le rende più vulnerabili ai virus.
E' quanto emerge da un'indagine condotta a livello europeo da GfK NOP, su commissione di Business Software Alliance, organizzazione internazionale che rappresenta i produttori di software ed è impegnata contro la pirateria informatica.
La ricerca si basa su un campione di 1.800 piccole e medie aziende, con un numero di dipendenti compreso tra 10 e 250, in Italia, Francia, Spagna, Germania, Regno Unito, Paesi Bassi, Russia, Polonia e Ungheria (200 interviste in ogni Paese).
Dallo studio emerge che la "violazione dei copyright sul software" è considerata dalle imprese la voce meno importante tra i rischi legati all'uso di software illegale, tra i quali ve ne sono di particolarmente temuti come la "perdita di dati o sistemi" e i "Virus, Trojan horse e spyware".
I rischi più comunemente citati derivanti dall'uso di software privo di licenza sono stati i "procedimenti giudiziari" (23%) e le "sanzioni pecuniarie" (21%).
Meno della metà delle PMI è sicura che tutto il proprio software sia accompagnato da licenza, scrive l'organizzazione.
"Preoccupa che meno della metà degli intervistati si sia dichiarata certa di essere in regola con le licenze di tutto il software usato in azienda", scrive Bsa in una nota.
"Nel corso del 2006 le PMI italiane scoperte a usare software illegale sono incorse in sanzioni del valore medio di circa 42.000 euro, ma la cifra più alta è stata di ben 1.200.000 euro. E il costo finanziario dell'essere scoperti nell'illegalità non è certo l'unico rischio che corrono le aziende che usano software illegale", dichiara nella nota Nicola Galtieri, portavoce di BSA Italia.
L'organizzazione ricorda che il software illegale acquistato da siti d'aste o scaricato da siti P2P sui computer aziendali da parte dei dipendenti contiene spesso virus e spyware.
I livelli di pirateria permangono al 35% in Europa e addirittura al 53% in Italia, secondo il Global Piracy Study del 2005 della società di ricerche internazionale IDC, citato da Bsa.
L'organizzazione segnala che le campagne di sensibilizzazione in Paesi con tassi di pirateria elevati come Russia, Polonia e Ungheria stanno portando dei frutti.
Le aziende dell' Europa Centrale e Orientale e la Russia appaiono inoltre leggermente più consapevoli dei rischi rispetto al passato: difatti in queste regioni il numero di PMI che considera la "perdita o danneggiamento di dati" come un rischio legato al software illegale è doppio rispetto all'Europa occidentale.
Le aziende interessate ad approfondire l'efficace gestione delle risorse software possono consultare il sito Web di BSA: http://global.bsa.org/chiediasam/ .
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