Nasce un social network per le "buone azioni"
La corsa trionfale di Barack Obama verso la Casa Bianca, con i suoi 650
milioni di dollari raccolti in gran parte attraverso micro-donazioni
via Internet, ha dimostrato che la rete può catalizzare tanti piccoli
sforzi individuali nel raggiungimento di un obiettivo apparentemente
impossibile. Sulla scorta di quell'esperienza, nascerà una sorta di
"Google delle buone azioni", un nuovo social network che raccolga tutte
le cause sociali del mondo e le trasformi in una serie di piccoli
compiti alla portata di ogni utente per ottenere grandi risultati.
La piattaforma, ancora in costruzione,
si chiama Ifwerantheworld, ovvero "Se guidassimo il mondo". Il
funzionamento del sito è stato anticipato da Wired: al loro arrivo, i
visitatori saranno accolti da una semplice pagina di ricerca, come
quella di Google, con la scritta: "Se guidassi il mondo vorrei...".
Dopo i puntini di sospensione, l'utente sarà invitato a scrivere il suo
auspicio per un mondo migliore. A quel punto, proprio come Google
fornisce i risultati delle sue ricerche su Internet, Ifwerantheworld
proporrà una serie di attività elementari tra le quali ognuno potrà
scegliere per realizzare il suo proposito.
L'idea del sito è venuta all'esperta
di marketing Cindy Gallop, che lo sta realizzando con lo sviluppatore
Wendell Davis. Secondo i dati del Center for the Digital Future della
University of Southern California, il 75 per cento degli iscritti a
comunità online si fa coinvolgere in iniziative sociali e l'87 per
cento ha iniziato a interessarsi a queste cause solo dopo l'ingresso in
una community. "Ma troppo spesso - osserva la Gallop - gli strumenti
forniti da social network come Facebook permettono alla gente di
chiamarsi a raccolta, non di agire". Ifwerantheworld promette di essere
diverso, perché assegnerà a ogni volenteroso un compito concreto, e
farà perno sulla voglia di mettersi in luce agli occhi della comunità:
le buone azioni compiute appariranno nel profilo pubblico degli utenti,
e ognuno potrà documentarle con foto e video. Inoltre, le singole buone
azioni si allineeranno graficamente su un asse per dare in ogni momento
la percezione dei progressi verso il raggiungimento dell'obiettivo
finale. La comunità sarà coinvolta anche nell'individuazione delle
grandi cause per le quali attivarsi e dei piccoli step nei quali
scomporle.
Nelle intenzioni dei suoi creatori, il "Google delle buone azioni" non
sarà un'attività no profit: negli Stati Uniti la responsabilità sociale
delle aziende ha un ruolo crescente nell'orientare le scelte di molti
consumatori. Gallop e Davis credono che le grandi compagnie vorranno
sponsorizzare (pagando) certe iniziative per conquistare settori
particolarmente sensibili di clientela. "Un'azienda potrebbe offrire
premi o sconti a chi compie determinate azioni", spiega la Gallop, che
non mostra alcuna remora per l'intreccio tra volontariato e profitto.
"È un meccanismo che fa bene a tutti: alla causa, che ottiene maggior
sostegno, alla gente, che viene premiata, e al marchio, che si fa
pubblicità".
Oltre ai social network, l'idea di
usare Internet per le buone azioni sta conquistando anche i videogame.
In Canada è stato da poco lanciato Akoha, un gioco online nel quale
ogni partecipante ha un mazzo di carte contenenti delle buone azioni da
compiere nella vita reale. Il compimento di ogni missione fa guadagnare
punti che vengono riportati su una classifica online. Un altro modo per
unire business (ogni mazzo costa 5 dollari) e bontà.
Fonte Repubblica.it
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