Malware: bastano 700 dollari per attaccare 160mila computer
Malware: bastano 700 dollari per attaccare 160mila computer Realizzare e diffondere codici maligni non è più una questione di abilità ma semplicemente di soldi. Sono sufficienti appena 700 dollari ed il forum giusto per acquistare da vere e proprie software house dell’illegalità strumenti come Mpack in grado di colpire migliaia di computer con il minimo sforzo: Panda Software ha scoperto, grazie alla propria soluzione online NanoScan, un programma Mpack che consente l’esecuzione del malware in remoto, attraverso lo sfruttamento di diverse vulnerabilità. Mpack è già stato utilizzato in vari casi. Una delle versioni individuate dai laboratori della multinazionale ha già colpito circa 160 mila computer. Queste informazioni sono state ottenute grazie al tool per statistiche incluso nell’applicazione. La pagina permette ai cyber criminali di controllare, oltre al numero di attacchi, anche i dati relativi agli host, raggruppati a seconda del sistema operativo o di navigazione che viene utilizzato; il numero totale e singolo di PC colpiti e l’efficacia dell’attacco in ogni singola area geografica. Questo strumento si vende in numerosi forum online a un costo di 700 dollari. L’ultima versione garantisce anche un anno di assistenza gratuita. Luis Corrons, direttore dei laboratori di Panda Software afferma “Mpack opera quasi con le stesse funzionalità di un’applicazione commerciale. Ad esempio, offre ai propri clienti aggiornamenti che non sono altro che strumenti per sfruttare le nuove vulnerabilità. Esce una versione nuova ogni mese che costa tra i 50 e 150 dollari”. Inoltre, se i clienti pagano 300 dollari in più, verrà loro offerto anche DreamDownloader, un ulteriore tool progettato per individuare Trojan downloader. Il suo funzionamento è il seguente: l’hacker indica a DeamDownloader l’URL dal quale scaricare il file (un Trojan, un worm, aggiornamenti del malware) e il programma genererà automaticamente un file eseguibile per realizzare tutto il processo di download. Continua Corrons “questi strumenti sono complementari. Il primo colpisce l’utente con il malware che desidera. Il secondo permette di creare un codice disegnato per scaricare altri tipi di malware sul PC danneggiato.” Come colpisce Mpack Il metodo di attacco è abbastanza silenzioso. Per far sì che gli utenti eseguano il codice pericoloso, i cyber criminali utilizzano varie tecniche. Quando si tratta di Web Server aggiunge una referenza di tipo iframe alla fine del file che carica di default e indica la pagina index del sito nel quale è installato Mpack. In alcune occasioni usano lo stesso sito “hackerato” per allocare Mpack o altri generi di malware. Gli autori, posizionando codici in server di terzi, sperano di rendere più difficile la rilevazione da parte delle autorità. Un altro metodo consiste nell’introduzione di alcune parole, generalmente molto ricercate, in alcune pagine web nelle quali è contenuto il tool. In questo modo, quando la pagina viene mostrata dai motori di ricerca, gli utenti che la visiteranno verranno attaccati. La quarta forma avviene attraverso l’acquisto di domini con nomi simili a siti conosciuti, come ad esempio gookle, che si differenzia dall’originale google solo per una lettera. Gli utenti che sbagliano a digitare il nome del famoso motore di ricerca potrebbero così essere colpiti. L’ultimo metodo è quello di effettuare invii massicci di messaggi di posta elettronica a numerosi indirizzi. Le e-mail contengono link e utilizzano tecniche di ingegneria sociale per realizzarne l’esecuzione. Una volta raggiunto un PC, il programma si esegue e controlla i dati (sistema di navigazione e operativo). Queste informazioni verranno poi inviate al server per l’archiviazione. I laboratori di Panda Software hanno realizzato un’analisi completa su Mpack disponibile su http://blogs.pandasoftware.com/blogs/images/PandaLabs/2007/05/11/MPack.pdf .
Fonte: Anti-Phishing Italia
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