Playready di Microsoft
Roma, 15 feb. (Ign) - ‘Playready’ è il nuovo algoritmo di protezione digitale dei diritti d’autore, messo a punto da Microsoft e presentato in questi giorni al 3GSM di Barcellona. A differenza di tutto quello che era stato inventato prima per tentare di proteggere i brani musicali o i film acquisiti dal web, il nuovo sistema non limita più l’utilizzo dei file a una sola macchina o a un solo dispositivo multimediale. Anzi, saranno eseguibili su un numero molto vasto di supporti, dai computer ai telefoni cellulari. Anche il numero di formati che ‘Playready’ gestisce è cresciuto: WMA, WMV, AAC e via dicendo. E poi, importante appunto fatto dal colosso di Redmond, il sistema è perfettamente compatibile con quelli precedenti, con vecchi hardware, con sistemi operativi oramai sorpassati e anche con ambienti non Microsoft.
L’algoritmo è figlio delle polemiche degli ultimi tempi, nate da chi contestava alla compagnia di Bill Gates di aver contribuito al calo delle vendite per la troppa ‘chiusura’ del DRM. Senza dimenticare, poi, l'appello del patron dell’Apple, Steve Jobs, che nei giorni scorsi aveva detto di ritenere senza senso la protezione digitale: “Se il 90% della musica su cd non è protetta – aveva affermato - non ha senso che lo sia quella on line. Dal punto di vista delle case discografiche può essere solo un fatto positivo”. E la novità di Microsoft è talmente piaciuta che dalla platea della kermesse di Barcellona si sono levati consensi dai più grandi operatori di telefonia mobile, da Verizon Wireless a Cingular, da O2 a Telefonica.
Altra novità importante, ha spiegato Chadd Knowlton, il papà dei brevetti relativi alla protezione dei dati, è che “sarà possibile personalizzare i dispositivi” sia da parte dei produttori che dei clienti. In pratica, ciò permetterà di creare dei domini virtuali unici e studiati appositamente per il loro utilizzo: il distributore metterà a disposizione brani acquisiti, l’utente li acquisterà registrandosi al servizio e potrà anche scaricarli più volte senza incappare in limitazioni.
L’algoritmo è figlio delle polemiche degli ultimi tempi, nate da chi contestava alla compagnia di Bill Gates di aver contribuito al calo delle vendite per la troppa ‘chiusura’ del DRM. Senza dimenticare, poi, l'appello del patron dell’Apple, Steve Jobs, che nei giorni scorsi aveva detto di ritenere senza senso la protezione digitale: “Se il 90% della musica su cd non è protetta – aveva affermato - non ha senso che lo sia quella on line. Dal punto di vista delle case discografiche può essere solo un fatto positivo”. E la novità di Microsoft è talmente piaciuta che dalla platea della kermesse di Barcellona si sono levati consensi dai più grandi operatori di telefonia mobile, da Verizon Wireless a Cingular, da O2 a Telefonica.
Altra novità importante, ha spiegato Chadd Knowlton, il papà dei brevetti relativi alla protezione dei dati, è che “sarà possibile personalizzare i dispositivi” sia da parte dei produttori che dei clienti. In pratica, ciò permetterà di creare dei domini virtuali unici e studiati appositamente per il loro utilizzo: il distributore metterà a disposizione brani acquisiti, l’utente li acquisterà registrandosi al servizio e potrà anche scaricarli più volte senza incappare in limitazioni.
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