Pirateria, in Italia calata del 2% nel 2007

Milano, 14 mag. (Ign) - Cala del 2% la pirateria software in Italia. A rivelarlo è la BSA (Business Software Alliance) che oggi ha presentato i risultati del quinto studio annuale realizzato a livello internazionale da IDC (International Data Corporation) sulla pirateria software nel mondo.

Secondo i dati emersi, nel nostro paese si assiste per il secondo anno consegutivo a una contrazione del tasso d’illegalità: se nel 2005 era infatti stimato al 53% e nel 2006 al 51%, nel 2007 è sceso al 49%. Un diminuzione resgistrata anche a livello di media complessiva dell’Europa Occidentale, dove si è passati dal 34% del 2006 al 33% del 2007

Rimangono tuttavia molto elevate le perdite subite dall’industria del software commerciale a seguito del grave problema dell’illecita duplicazione, diffusione e utilizzo dei programmi al di fuori dei regolari contratti di licenza. Anzi, avendo il comparto registrato positivi indici di sviluppo nell’anno passato, in realtà le perdite risultano crescenti in valore assoluto: dai 907 milioni circa del 2006 si passa infatti ai 1.150 milioni di euro nel 2007.

''Questo dato, allineando l’Italia ai trend positivi di tutta l’Europa Occidentale, mostra i consistenti risultati del nostro costante impegno nella lotta alla pirateria'', dichiara Luca Marinelli, Presidente di BSA Italia. ''Purtroppo, restiamo ancora una delle nazioni dai tassi più elevati nella regione economica di riferimento e le perdite in valore subite dal settore ICT dimostrano che c’è ancora molto lavoro da fare per poter dire d’aver instaurato una cultura della legalità, che tanti benefici garantirebbe al sistema Paese, ai clienti e alla società intera".

Infatti, come illustrava lo studio IDC sull’impatto economico della pirateria diffuso lo scorso febbraio, una riduzione del 10% in un arco di 4 anni genererebbe oltre 6.000 nuovi posti di lavoro, più di 700.000.000 euro di nuove entrate per l’Erario e di 2.000.000.000 di euro in termini di ulteriore volume d’affari per il settore ICT italiano.

Dall’attuale ricerca sulla pirateria a livello globale, invece risulta che - a fronte di un tasso medio d’illegalità pari al 33% nell’Europa Occidentale - i Paesi caratterizzati dalle percentuali più elevate sono stati la Grecia (58%), Cipro (50%) e, subito dopo l’Italia (49%), l’Islanda con il 48% (anche se su dimensioni di mercato complessive assai inferiori rispetto alle nostre). Fra le nazioni più 'virtuose', si nota altresì che Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Svezia e Svizzera condividono tutte un 'invidiabile' 25%, ben 8 punti al di sotto della media regionale.

La media a livello mondiale, invece, risulta accresciuta di ben 3 punti - dal 35% del 2006 al 38% del 2007 - a causa degli elevati tassi di sviluppo che il settore ICT registra nei Paesi di recente sviluppo: ad esempio, la Russia (73%), la Cina (82%), l’India (69%) e le nazioni delle aree geografiche relative a questi nuovi grandi mercati, tutte generalmente assestate su percentuali d’illegalità nell’utilizzo del software elevatissime.

''La ricerca dimostra anche che la pirateria si riesce a ridurre sensibilmente nei Paesi in cui le pubbliche istituzioni collaborano attivamente con le organizzazioni di categoria nella tutela della proprietà intellettuale”, ha sottolineato Antonio Romano, Direttore Generale di IDC Italia e Iberia. "Se queste forme di collaborazione verranno potenziate anche a livello di organi di enforcement e su scala sovranazionale, potremo presto conseguire significativi risultati di riduzione dei tassi di pirateria anche nelle economie emergenti, equilibrando parallelamente i rapporti di competizione economica fra i rispettivi operatori''.














Tags: internet video audio pirateria

Scritto da Aragorn | il 2008-05-16 15:29:00 |