Il Premier e la leggina su misura...

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Re: Il Premier e la leggina su misura...

Messaggiodi Aragorn il 04 mar 2010, 23:09

patrix se 48 ore prima ci sono x' il tribunale certifica che ci sono come fanno a nn esserci più?

forse x' si è lasciato i radicali da soli con le liste violando la legge che prevede la presenza dei rappresentanti di lista a controllo? io su sta cosa nn scherzerei se la magistratura verificherà la veridicità di sta denuncia c'è solo un termine per descrivere la cosa: colpo di stato e chi ha sbagliato sia un politico che si è imboscato 51 certificati elettorali sottraendoli, che un giudice, che un uscere che l'impiegato dell'impresa di puluzia deve andare in galera senza se e senza ma....


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Re: Il Premier e la leggina su misura...

Messaggiodi `knives` il 05 mar 2010, 14:15

sentivo oggi , che sul giornale cè un intervista a formigoni dove ne parla per bene, e che ha trovato varie infrazioni pure sulle liste degli altri, e anzi ne mancano ma a quanto pare sono passati lo stesso..
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Re: Il Premier e la leggina su misura...

Messaggiodi Aragorn il 05 mar 2010, 14:41

a parte che a milano il tribunale ha violato le disposizioni del ministero dell'interno che prevedono che nn si possono fare ricorsi contro altre liste ma solo a difesa della propria, ci sono tante cose curiose

alcuni esempi riportati ieri

la lista itv a varese è senza luogo e data
la lista del pd a como è senza luogo e data (da ghigno la faccia del rappresentante del pd che è sbiancato in diretta)
la lista dei verdi a pavia è senza luogo e data
la lista dei socialisti a mantova è senza l'autentica dell'ufficiale giudiziario

una lista del pd in cui ci sono 20 firme viene conteggiata come 25 dal tribunale

e sono documenti che ieri sono stati per qualche secondo mostrati alle telecamere

al pdl è stato per esempio contestato uno che recava come luogo di nascita venegono, e visto che è il paese affianco al mio permettetevi di spiegarvi che da circa 50 anni esistono venegono sup e inf ma chi è nato prima di allora ha luogo di nascita venegono, come chi è delle mie parti saprà che molti sono nati a seprio che nn esiste più.... quindi se ha l'età di mio padre questo è nato realmente a venegono senza inf o sup

altro caso firma annullata perchè luogo di nascita compare mariano c.se invece di mariano comense cosa strana visto che al pd è stata ritenuta valida una firma come luogo di nascita c.m. (che dovrebbe essere cesano maderno ma a casa mia può essere anche il paese del trap cusago milanino.... )

cmq più allarmante quello successo in piemonte dove è stata ammessa una lista nadia cota che nn esiste nemmeno collegata a una fantomatica lega padana... bah...


cmq anche nel lazio è successo qualcosa di strano e quel che abbiamo sentito sui giornali è tutto meno che la realtà perchè chi ha avuto il tempo di documentarsi sulla presentazione delle firme sa che nn può essere modificato il modulo (e in questo caso sarebbero circa 250 moduli) perchè il tribunale te lo invaliderebbe perchè le firme vanno raccolte dopo aver apposto in calce i candidati. quindi vorrei sapere una volta per tutto che è successo....


Infine per i lombardi il tam tam delle radio fa sentire di gente che ha annunciato di girare il camion in tangenziale e bloccarla o dei tassisti di milano pronti a fermare le macchine in mezzo alle strate paralizzando la città se a formigoni nn sarà concesso partecipare


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Re: Il Premier e la leggina su misura...

Messaggiodi Aragorn il 05 mar 2010, 15:01

infine andiamo su un altro aspetto i ricorsi ci sono 2 possibili scenari che sarebbero una sciagura:

Il tar boccia il ricorso di formigoni che ricorre in corte di stato e in questo caso potrebbero passare mesi, con questo possibile esito vince penati/pezzotta o chi per loro e il consigli di stato invalida l'elezione e si torna a votare

il tar accoglie il ricorso, i radicali fanno appello (il pd ha già dichiarato che nn lo farà) stessa cosa passano i mesi e il consiglio di stato ci fa sapere che formigoni non avrebbe dovuto essere candidato... stessa sorte elezioni annullate e si torna a votare...

che paese del menga....


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Re: Il Premier e la leggina su misura...

Messaggiodi Beleg il 05 mar 2010, 17:47

Nel Lazio probabilmente è successo che un cambiamento dell'ultimo minuto ha fatto sforare un termine per la consegna: ci sono le dichiarazioni di chi ha preso la decisione di non far consegnare e le testimonianze di chi era lì, compreso un filmato.
Comunque la Polverini non è a rischio, visto che in Appello è stato riammesso il listino per integrazione delle firme mancanti. Stanno facendo tutto questo casino solo perchè sono a rischio le poltrone per i portatori di voti del Pdl, contenuti nella lista in provincia di Roma...

In Lombardia, se gli errori sono solo quelli ricordati più volte da Formigoni (come i famosi timbri), credo che con la giustizia amministrativa non ci saranno problemi...
Ma una volta finita la bagarre, dovranno mettersi tutti a tavolino e stabilire se in questi casi la forma è anche sostanza, decidendo una volta per tutte il confine tra regolarità e irregolarità per essere ammessi all'elezione. Perchè cose di questo genere sono ridicole e non possono più accadere...
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Re: Il Premier e la leggina su misura...

Messaggiodi Aragorn il 05 mar 2010, 18:49

nn credo abbiano voluto cambiare un nome x' avrebbero dovuto riraccogliere le firme e oltretutto avevano 250 moduli da correggere... vorrei sapere la verità


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Re: Il Premier e la leggina su misura...

Messaggiodi Beleg il 05 mar 2010, 19:00

Ma se è stato Milioni, alle 12.50, parlando con tutti i presenti, a dire che era uscito e che era rientrato dopo... oltre a tutti quelli che lo hanno visto. O aveva davvero dimenticato i simboli, oppure lo hanno richiamato per qualcos'altro...
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Re: Il Premier e la leggina su misura...

Messaggiodi Aragorn il 05 mar 2010, 20:19

la storia sembrerebbe divera lui è uscito ma è rimasto in coda, come ordinato dagli ufficiali di pubblica sicurezza presenti che hanno chiesto a tutti di restare con una sola persona in coda per evitare l'affollamento.... l'altro di cui mi sfugge il nome al momento che hanno voluto cambiarsi di posto perchè erano passati 70 min dalle 11 e 30 alle 12 e 40 ed erano ancora in coda i radicali hanno iniziato il bordello....

e ripeto io nn credo alla storia della cancellazione del nome x' chi ha una minima idea di come si raccolgono le firme sa che è impossibile e nessun tribunale accetterebbe 248 moduli corretti perchè la legge impone che il sottoscrittore deve firmare una lista con in calce già i nomi dei candidati (chiediamoci come visto che ho sentito anche questo x quel che riguarda la lombardia la bonino intorno alle 22 di venerdì comunica a mezzo stampa abbiamo finalmente chiuso la lista e in 14 ore trova le firme.... )


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Re: Il Premier e la leggina su misura...

Messaggiodi takion il 05 mar 2010, 23:44

Forse domani leggerete altro e pesante, dato che mi è arrivata notizia che però non posso qui trascrivere...grave, molto grave... [-X

Per la cancellazione nomi, si fa semplicemente tirando un paio di righe orizzontali sul nome da eliminare. Non si possono apportare abrasioni al foglio!
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Re: Il Premier e la leggina su misura...

Messaggiodi nemesys_72 il 06 mar 2010, 10:36

e se non leggiamo nulla (ed ho proprio questo strano presentimento) ci illumini o dobbiamo restare nella nostra ignoranza?
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Re: Il Premier e la leggina su misura...

Messaggiodi takion il 06 mar 2010, 11:02

Ieri esponenti del pdl sono andati in tribunale a Milano a fotocopiare alcune liste (non so bene quali). Sembra sia permesso, ma solo per le proprie e là invece non erano le proprie...

schifezza sempre più olezzosa!

Stamane risulta che il Cdm ha approvato la "leggina" salva-liste...
A questo punto ha ragione Di Pietro "Si dovrebbero fermare con l'esercito"...perché anche la loro è una forma di violenza!

ROMA - Tira tardi il Consiglio dei ministri, per varare in 35' un decreto interpretativo che dà il via libera alla candidatura di Formigoni in Lombardia e alla lista del Pdl nel Lazio. Non cerca sponde il governo: spera nella disponibilità di Napolitano dopo la lunga trattativa che ha preceduto il varo della norma, e non consulta l'opposizione che appare, sul tema, insolitamente unita. E poco prima della mezzanotte il via libera di Napolitano arriva. In sostanza, dice il Quirinale, il provvedimento interpreta - non cambia - le leggi esistenti.

Ma il segretario del Pd Bersani parla di trucco, il suo compagno Marino di "procedure stravolte", il leader dell'Idv Di Pietro chiede alla gente di andare in piazza. Anche per i radicali, pacifici per definizione, il decreto legge è eversivo. Berlusconi risponde che è l'unico modo per ridare il voto a milioni di persone. Ed ecco così il via a un decreto interpretativo: in teoria, non dovrebbe apportare modifiche alla legge, ma solo precisarne il significato.

I contenuti del decreto. In sostanza si prevede che nel valutare i termini di presentazione delle liste ci si basi anche sul fatto che con qualsiasi mezzo si possa dimostrare di essere stati presenti nel luogo di consegna nei termini stabiliti dalla legge. Il secondo punto prevede che la documentazione possa essere verificata anche in un secondo momento, per la parte che attiene ai timbri e alle vidimazioni. Il terzo punto prevede che possano ricorrere al Tar le liste non ammesse, mentre per le liste ammesse sulle quali è stato fatto ricorso ci si può rivolgere al Tar solo dopo il voto. Il quarto punto precisa che queste norme si applicano alle prossime elezioni. I primi due punti dovrebbero permettere di aggirare le irregolarità per la lista Pdl nel Lazio e per quella Formigoni in Lombardia.

La traduzione pratica? La fa il reponsabile del Pdl laziale: "Possiamo dimostrare di essere stati presenti in Tribunale, dunque lunedì ripresentiamo le liste".

Parla il ministro Maroni. "Queste approvate sono norme interpretative. Non c'è nessuna modifica della legge elettorale, nessuna modifica delle procedure in corso, nessuna riapertura dei termini", dice Maroni nella conferenza stampa, di fatto sottolineando che non è stata presa in considerazione l'ipotesi di una proroga dei termini della presentazione delle liste, già scartata ieri dopo l'incontro al Quirinale tra il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio.

"Le norme vigenti non sono modificate - spiega il titolare del Viminale - ma si è data una interpretazione autentica, affinché il Tar possa applicare la legge in modo corretto secondo l'interpretazione che il legislatore, in questo caso il governo, dà alla legge. E' lasciata al Tar la decisione se le contestazioni siano fondate oppure no e se la richiesta di riammissione delle liste è accoglibile oppure no".

"Mettiamo a disposizione della magistratura amministrativa, l'unico soggetto istituzionale che potrà decidere sulle liste, una interpretazione corretta - prosegue Maroni - (non è il governo che decide: 'queste liste rientrano'), è lasciata al Tar la decisione se le contestazioni sollevate sono fondate oppure no, se la richiesta di riammissione è accoglibile oppure no. Il governo si è limitato a dire qual è l'interpretazione corretta da dare alle norme vigenti. Noi riteniamo che alcune di queste norme siano state applicate in modo non corretto". "E' un provvedimento - sottolinea ancora Maroni - che non modifica le norme di legge".

Napolitano firma il decreto. E poco più di un'ora dopo il suo varo, il presidente della Repubblica ha emanato il decreto legge salva-liste. Il capo dello Stato ha dato il suo via libera al decreto una volta verificato che il testo - spiega il Quirinale - corrisponde alle caratteristiche di un provvedimento interpretativo della normativa vigente.

Bersani: "Un pasticcio tutto loro". Attacca il segretario del Pd. "Il centrodestra non si azzardi a parlare di complotti e a scaricare il problema" e abbia "l'umiltà di riconoscere che questo pasticcio non gli deriva da incuria ma da loro divisioni". Così Bersani e ribadisce la necessità del rispetto delle regole: "C'è una parola in questo paese che bisogna affermare e ripristinare: si chiama regole". Ed ancora: "Se vogliono governare bene, altrimenti si riposino e vadano a casa perchè chi governa risponde per Paese e non per le regole di una lista". Gli fa eco il presidente della provincia di Roma, Zingaretti: "Esprimo la mia solidarietà a chi rispetta le regole, a chi paga le multe, a chi versa correttamente le tasse, a chi si ferma al rosso. Insomma esprimo la mia solidarietà alle persone perbene".

La Bonino: "Una pagina vergognosa". "Una delle pagine più vergognose della storia del Paese dal punto di vista giuridico. Non ci sono parole. Non ci sono situazioni che possono autorizzare un governo a emettere norme palesemente illegali". Così il coordinatore della campagna elettorale della candidata del centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio Emma Bonino

Di Pietro: "Forze armate contro il dittatore". "Non si tratta di interpretazione, ma di un palese abuso di potere che in uno Stato di diritto andrebbe bloccato con l'intervento delle forze armate al fine di fermare il dittatore. Noi ci appelleremo alla società civile e scenderemo in piazza con una grande manifestazione di protesta civile e democratica". Lo afferma Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei valori.

Sit-in del Popolo viola. Persone sdraiate a terra con delle candele accese, come se fossero morte. E' "il funerale della democrazia" inscenato dagli esponenti del Popolo viola sotto il palazzo del Quirinale, non appena si è appresa la notizia della firma del decreto legge. Gli esponenti del Popolo viola si sono poi diretti verso Palazzo Chigi per formare una catena umana "per proteggere le istituzioni da chi governa all'interno di quel palazzo".

Bonelli: "Atto di pirateria". ''La democrazia in Italia non esiste più. A questo punto dopo un atto di vera e propria pirateria istituzionale compiuto da fascisti al governo bisogna fermare le elezioni'', dichiara il presidente nazionale dei verdi Angelo Bonelli che aggiunge: ''Quello che ha fatto il governo ha dell'incredibile per uno stato democratico: il Pdl si è fatto una legge per ammettere le sue liste che per la legge non potevano essere ammesse''.

Pdci, volantini listati a lutto. "Si annuncia la scomparsa della Democrazia, uccisa dal Governo oggi alle 19.30". E' quanto si legge sui volantini, ironicamente listati a lutto, distribuiti dal PdCI - Federazione della Sinistra in tutto il Paese dopo il varo del decreto interpretativo varato dal cdm questa sera.

Sinistra Ecologia Libertà: "Mobilitazione". "Siamo ai brogli di Stato. La putrefazione del berlusconismo ormai rischi di infettare la democrazia italiana". Lo afferma Fabio Mussi, del coordinamento nazionale di Sinistra Ecologia Libertà. "Siamo pronti con tutto il centrosinistra ad una mobilitazione democratica, ferma e serena per riaffermare il diritto costituzionale che rischia di essere calpestato", aggiunge Gennaro Migliore della segreteria nazionale.

Ferrero: "Rispettare la legge". Secondo il segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, oggi al porto di Ancona, occorre "rispettare la legge": "Chi è capace a presentare le liste - ha detto - sarà candidato alle elezioni. Chi non è capace o c'ha casini a casa sua, tanto da accottellarsi alle spalle come mi pare sia successo, non sarà presente alle elezioni. A me pare la cosa più normale del mondo".

Protesta Libertà e Giustizia. "Un passo avanti verso un regime dell?a rbitrio: è questo il significato profondo del decreto che si appresta ad emanare in queste ore il governo in materia elettorale. Un provvedimento che di per sé non dà luogo a un giudizio di incostituzionalità, ma che certamente rappresenta una violazione di legge. Il riferimento è alla legge del 1988 sul potere normativo del governo. Libertà e Giustizia ricorda infine che in una democrazia le leggi elettorali sono le più sacre e intoccabili".

La legge del 1988 e la Costituzione. Per il governo è stato un percorso accidentato. E non è detto che sia finita qui. Malgrado la ripetuta sottolineatura del governo di non aver toccato la legge elettorale, infatti, fanno riferimento alla legge una legge che vieta al governo di toccare norme di materia costituzionale e elettorale. E' quella del 1988 sul potere normativo del governo. L?articolo 15 secondo comma, della legge n.400 del 23 agosto stabilisce infatti che il governo non può provvedere nelle materie indicate nell?articolo 72, quarto comma della Costituzione (materia costituzionale e elettorale). Recita infatti il quarto comma: "La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale e per quelli di delegazione legislativa, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali, di approvazione di bilanci e consuntivi".

http://www.repubblica.it/politica/2010/03/05/news/il_cdm_vara_dl_interpretativo_l_opposizione_in_rivolta-2523177/
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Re: Il Premier e la leggina su misura...

Messaggiodi Beleg il 06 mar 2010, 11:56

Come volevasi dimostrare... dopo le leggi ad personam, le leggi ad listam, come ha detto la Bonino... e meno male che tra i politici Pdl si sospettava per la buona fede di Napolitano, che ha firmato subito con una motivazione logicamente comprensibile... Chissà se la prossima legge, a seconda dei risultati elettorali, sarà "vince chi ha perso"...
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Re: Il Premier e la leggina su misura...

Messaggiodi Aragorn il 06 mar 2010, 12:54

io nn voglio sto decreto interpretativo voglio giustizia in lombardia sono successe cose strane, la gente è indignata, nn si è mai stati così vicini a manifestazioni di massa. Io nn so se i giudici sono comunisti marziani rossi o neri so solo che sono delle bestie incapaci e vanno rimossi, manco i netturbuni potrebbero fare.


Elenco 116, firma numero due. Sembra un pennarello. Bocciata. Elenco 64, firma numero 19. Il signor Vittorio aggiunge il secondo nome (Pier) tra parentesi. Bocciato. Avanti. Il luogo dell’autentica è «Mariano C.Se». Che sta per Mariano Comense. Bocciato. Unisci i puntini: sono tutte sottoscrizioni del Pdl. Cambio versante, si passa al Pd. Tutta un’altra musica. Autentica del luogo: C.M. (Cassano Magnago). Presa. Trenta sottoscrizioni vidimate da un consigliere regionale del Pd. Roba buona. Peccato che la legge non li includa tra i soggetti titolati a farlo. Avanti. Moduli da 24 firme in cui ne mancano due, eppure contati come 24. E poi, il mistero di Bergamo. Dove - raccontano nei corridoi del municipio - Tommaso D’Aloia (consigliere comunale del Pdl) scopre di aver fatto il salto della quaglia, e autenticato le liste dei candidati dei Verdi. Non è una svolta ecologista. È che qualcuno l’avrebbe fatto al posto suo. Tutto in regola per la Corte d’Appello. La forma è salva, e la forma - hanno spiegato i giudici - è sostanza. Vero. Anche se, vista dal centrodestra, la sostanza è un’altra. «Sono stati usati due pesi e due misure». Uno accanto all’altro, lanciano l’accusa. Il governatore della Lombardia Roberto Formigoni, il coordinatore e presidente della Provincia Guido Podestà, il deputato Massimo Corsaro, che assieme a Paolo Valentini (capogruppo regionale Pdl), ha passato due giorni a districare il pasticcio elettorale. «Più soggetti - incalza Formigoni - hanno concorso per danneggiare la nostra lista. Ma non ci sono riusciti». Sul tavolo, quattro plichi. Pd (il faldone più grosso), Federazione della Sinistra di Vittorio Agnoletto («per il quale - insistono i colonnelli - andrebbero espunte centinaia di sottoscrizioni»), Udc di Savino Pezzotta e «Movimento a 5 stelle» di Vito Crimi. L’outsider appoggiato da Beppe Grillo. Per lui, c’è quella che i vertici del partito chiamano una «simpatica particolarità». E cioè che l’atto di presentazione della candidatura (quello da cui dipendono tutti gli altri, e senza il quale gli altri decadono), riporta come autentica il timbro e la firma di un cancelliere della Corte d’Appello di Brescia. E fin qui va bene. Peccato che manchino luogo e data. Sono gli stessi «cavilli» - fanno notare - in base ai quali la lista «Per la Lombardia» è stata estromessa dalle urne. Eccoli, centinaia di fogli a comporre il cahier de doléances del Pdl. Tutti casi nei quali, spiegano i maggiorenti del Popolo della libertà, «se fossero stati applicati i criteri adottati dalla Corte d’Appello con noi, si sarebbero rilevate centinaia di irregolarità». Fino al paradosso di «arrivare a elezioni senza candidati». L’elenco è lungo. E parte, ovviamente, dal Pd. L’accorto invito fatto giovedì dal capogruppo in Regione Carlo Porcari («Non ci opporremo se il Tar riammetterà Formigoni, se Formigoni non attacca le liste degli altri») e poi ribadito da Filippo Penati (che ieri ha chiamato il presidente della Corte d’Appello Alfonso Marra per chiedere «il rispetto della privacy, ma non ho problemi in merito ai controlli»), cade nel vuoto. Così, fioccano i numeri: 21 firme assenti, 101 senza timbro tondo, 51 in cui manca la data, 120 prive di qualifica dell’autenticante, 11 senza luogo, più di 200 sottoscrizioni definite «anomale», altre 302 irregolarità di varia natura e specie. Totale, 824 firme che, per il Pdl, andrebbero tolte alla lista «Penati Presidente» facendola crollare sotto la soglia minima di 3.500 fissata dalla legge. Mal comune, zero candidati. E poi, la mancanza di puntiglio nella verifica analitica delle altre liste. Secondo il Pdl, gli elenchi a supporto del listino «Per la Lombardia» è pieno di «spuntature e crocette, che sono evidenze del fatto che i nostri moduli sono stati ricontati più volte». Quei segni, dicono, mancano sulle liste degli altri. Passate indenni per la tagliola dell’ufficio elettorale. «Adottando lo stesso criterio usato con noi - insiste Corsaro - anche le liste di Penati, Crimi e Agnoletto andrebbero escluse». Salvo solo Pezzotta, Pezzotta presidente? Mica detto. «Le nostre verifiche sulla lista dell’Udc sono ancora in corso». Insomma, nel fango la compagnia non manca. E allora, chiede Formigoni, «chi ne ha l’autorità riveda tutte le firme presentate, la adotti in maniera univoca e tragga le conclusioni». Se il groviglio politico pare intricato, figurarsi quello giudiziario. Archiviata in una mezza mattinata l’inchiesta della Procura (non c’è reato), la patata bollente passa ora al Tar della Lombardia, che dovrà sciogliere il rompicapo elettorale. Col rischio che, qualunque decisione venga presa, tocchi ancora fare i conti con il Consiglio di Stato. Se, infatti, dovesse essere confermata l’esclusione del Pdl, il centrodestra si rivolgerà al secondo grado della giustizia amministrativa. In caso contrario, potrebbero farlo quanti - Radicali in testa - hanno sollevato la questione delle irregolarità. Tutto questo, a 22 giorni dall’inizio delle consultazioni. Tra oggi e lunedì arriverà una decisione del tribunale che sblocchi la partita elettorale. Sempre che un Consiglio dei ministri, da Roma, decida che è tempo di chiudere questo circo.


mano i novelli onestoni del MòViMento hanno fatto le cose a norma....


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Re: Il Premier e la leggina su misura...

Messaggiodi Aragorn il 06 mar 2010, 14:48

La Digos di Latina ha scoperto che 1.400 firme a sostegno della presentazione della lista elettorale "Movimento per Roma e Lazio", collegata al candidato Michele Baldi, erano false: alcune addirittura corrispondenti a persone decedute. Le indagini sono partite dopo la denuncia di un cittadino che risultava, a sua insaputa, aver sottoscritto, insieme a tutta la famiglia, la presentazione della lista.


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Re: Il Premier e la leggina su misura...

Messaggiodi `knives` il 06 mar 2010, 15:10

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