Gli atleti britannici che si qualificheranno per le olimpiadi di quest'estate a Pechino dovranno impegnarsi a non sollevare mai - con interviste, dichiarazioni o altro - la questione della situazione dei diritti umani in Cina.
Il Mail on Sunday rivela oggi che la Boa (la British Olympic Association) avrebbe messo a punto una sorta di contratto da far sottoscrivere agli atleti. Tra le clausole una prevede appunto il 'bavaglio' sulla faccenda diritti umani. Chi non volesse firmare, libero di farlo, ma - spiega il giornale - resterà a casa rinunciando di fatto alle Olimpiadi.
Secondo quanto scrive il quotidiano il paragrafo 4 del documento recita esplicitamente: "gli atleti si impegnano a non fare nessun commento o dichiarazione su argomenti delicati di caratter politico" mentre il paragrrafo 51 ricorda che la Carta Olimpica esclude la possibilità di "propaganza o dimostrazioni politiche" nei luoghi di competizione olimpica.
La faccenda innescherà prevedibili polemiche. Il tabloid ricorda la posizione già assunta dal principe Carlo - che si è già dichirato indisponibile a recarsi in Cina in occasione dei giochi - ed evoca un cupo precedente. Il ditkat del 1938 quando, a Berlino, il Comitato Olimpico chiese alla squadra di calcio britannica di fare il saluto nazista.