Perché il muro fra Gaza e l'Egitto non fa scandalo?

Tutte le vecchie discussioni di Agorà. La sezione permette solo di rispondere ai messaggi pre-esistenti ma non di creare nuove discussioni.

Moderatori: thrantir, patrix78, Beleg

Perché il muro fra Gaza e l'Egitto non fa scandalo?

Messaggiodi Aragorn il 24 gen 2008, 20:29

Perché c’era un muro tra Gaza e Rafah, in Egitto? Tanto scandalo per la barriera di sicurezza voluta da Sharon, ma quando il “Muro della vergogna” è tirato su da arabi per isolare i palestinesi va bene? Non lo si vede? E perché mai dall’agosto del 2005 a oggi, dal ritiro israeliano, quasi tre anni, l’Egitto non ha steso cavi per fornire energia a Gaza? Ci volevano tre mesi, e Israele sarebbe stato privato di ogni possibilità di condizionare la Striscia e non avrebbe più avuto possibilità di ritorsione per il lancio vigliacco dei Kassam su Sderot e Ashkelon. E perché mai gli aiuti umanitari, i rifornimenti, tutto il traffico veicolare per la Striscia deve passare per i valichi con Israele? Perché i “fratelli arabi” non inviano attraverso le comode strade del Sinai, ogni settimana, ogni giorno, aiuti umanitari, medicinali e rifornimenti ai “fratelli palestinesi?” Infine, perché Gaza è stremata dalla disoccupazione, ma l’Egitto impedisce alle sue centinaia di migliaia di disoccupati di trovare un onorevole impiego in quella immensa area di ipersviluppo turistico e alberghiero che va da Aqaba a Sharm el Sheikh e il Mar Rosso, distante non più di 4 ore di autobus?

Domande semplici, ovvie, che nessuno però si pone, per la semplice ragione che il solo porsele scarica completamente Israele di ogni responsabilità per la vita grama degli abitanti di Gaza e l’addossa per intero, solo e esclusivamente, sulle spalle dei dirigenti di Hamas, di quelli dell’Egitto e di tutti i paesi arabi. Non un giornalista europeo, non un politico politically correct se le pone. Pure, il quadro è lampante. Nel giro di poche settimane, a partire dal ritiro israeliano voluto da Sharon nell’agosto del 2005, Gaza avrebbe potuto essere perfettamente integrata nella “nazione araba” e vivere quantomeno nelle condizioni più che soddisfacenti in cui vivono i cittadini egiziani delle zone sviluppate. Ma non è stato così per due ragioni. Innanzitutto perché gli arabi, e gli egiziani per primi, se ne fregano - è indispensabile usare questa espressione - delle condizioni dei palestinesi e hanno anzi impostato da 50 anni tutta la propaganda mediatica contro Israele proprio sulla “miseria dei profughi”. Nasser, negli anni ‘50, teorizzò: “I profughi palestinesi saranno la nostra bomba atomica” e così è stato per tutte le plebiscitarie campagne per promuovere la “distruzione di Israele” che proprio speculando sulla miseria dei profughi trovavano enormi simpatie nel mondo islamico (e in Europa). Il profondo, infame, disprezzo umanitario degli egiziani e degli arabi nei confronti dei palestinesi trovò anche una sua definizione giuridica - mai denunciata dalle anime belle - quando Nasser, dopo il 1956, dichiarò che il territorio della Striscia di Gaza faceva parte integrante del suolo della nazione egiziana… ma rifiutò di concedere ai palestinesi che vi abitavano la nazionalità egiziana! Un monstrum giuridico, una operazione vergognosa, che spiega perfettamente le ragioni di quel “Muro della vergogna” che Hamas ha fatto abbattere ieri. Da parte loro, tutti i paesi arabi, a eccezione della Giordania, si rifiutano di dare la nazionalità ai profughi palestinesi. E’ per questo che esistono ancora i campi profughi: perché le società arabe si rifiutano di integrarli nel loro seno. Ma le anime belle europee che vogliono regalare la nazionalità dei loro stati agli immigrati dopo due anni, non si sono accorti mai di questa ferocia araba nei confronti dei palestinesi e continuano denunciare l’esistenza di “lager” che sono voluti dagli arabi, di cui Israele non ha alcuna responsabilità.

Per tornare all’Egitto, da sempre, Hosni Mubarak, pavido successore di Nasser e indegno successore di Sadat, ha solo una preoccupazione nei confronti della questione palestinese: lucrare i profitti politici più alti possibili - sul piano interno e internazionale - denunciando i “crimini di Israele” (anche per proporsi come eterno, sterile e incapace mediatore) e contemporaneamente impedire ogni contagio politico e armato dei palestinesi all’interno dell’Egitto. Di qui quel “Muro”. Con una variante. Tutti i ras della amministrazione egiziana, a partire da Omar Suleiman, da decenni vivono sui proventi criminali del contrabbando di armi e altro attraverso i tunnel che passano sotto quel muro. Un mare di denaro criminale che ha ingrossato anche le tasche di tanti fidati corrispondenti di Suleiman a Gaza - gli uomini di Abu Mazen - che, impegnati a diventare milionari in dollari, non sono stati neanche capaci di difendersi quando Hamas ha deciso di spazzarli via, la primavera scorsa.

Insomma, quel muro caduto è la foglia di fico che scopre le peggiori e più basse vergogne del mondo arabo nei confronti della questione palestinese. Ma nessuno, in Europa, guarda e denuncia quello sconcio.


«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,

le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»

Avatar utente
Aragorn
Site Admin
Site Admin
 
Messaggi: 21155
Iscritto il: 06 ago 2004, 23:45
Località: Lunà Cepeen (varès)

 

Re: Perché il muro fra Gaza e l'Egitto non fa scandalo?

Messaggiodi thrantir il 27 gen 2008, 19:21

l'intervento mi ha dato molto da riflettere, e l'ho segnalato ad alcuni amici e parenti. Tra questi mio babbo, che ha vissuto in africa per lavoro per 7 anni, di cui 3 in egitto, mi ha inviato questa risposta, che pubblico qui

L'autore dell'intervento ignora alcune cose fondamentali e dice una verità.

COSE IGNORATE
1) Il confine tra Egitto e la Striscia di Gaza è, a livello istituzionale-internazionale, un confine tra STATI: Stato d'Israele e Stato egiziano (NON esiste ancora uno stato di Palestina!) e i confini tra stati sono regolati da accordi tra gli stessi. E, dacché esistono gli stati, esistono le delimitazioni di confine, di dogana etc.
2) Nessuno stato - pena crisi internazionali, dichiarazioni di guerra etc. - può "stendere cavi di energia elettrica" o fare strade, o allestire linee telefoniche o fare cose del genere nel territorio di un altro stato. Non lo può fare l'Egitto in territorio di Israele, come non lo potrebbe fare, poniamo, l'Italia in territorio francese o svizzero.
3) Il problema fondamentale non è "integrare i palestinesi nella nazione araba" (esperienza già fallita sin dall'origine del problema, con i palestinesi che avrebbero dovuto riversarsi e stare in Giordania). La cosiddetta "nazione araba" ha tanti stati diversi. Bisogna consentire l'esistenza sovrana (ancora inibita) di un legittimo stato: bisogna riconoscere uno stato palestinese.

VERITA'
Sui palestinesi esistono ambiguità anche in ambienti arabi. Ma non confondiamo i cittadini arabi con i capi di stato (nel caso specifico, c'è molto di vero sull'obliquità dell'egiziano Mubarak). Sono stato in Egitto per tre anni e ho toccato tante volte con mano come il sentire popolare solidarizzasse con i palestinesi. Altra cosa sono i calcoli meschini di capi di stato (su questo, condivido quanto detto da Aragorn su Hozni Mubarak).

A MARGINE
E' condivisibile qualche osservazione sull'ambiguità dell'Europa e sulle modalità di erogazione degli aiuti umanitari. Ma va detto qualcosa di più, a partire dalle elezioni palestinesi: Hamas poteva partecipare alle elezioni ... purché non le vincesse! Però le ha vinte. Si vuole accettare questo responso popolare? Oppure dobbiamo dire che le elezioni sono legittime ... solo quando le vince chi vogliamo noi? Ragionamento perverso! In base a tale principio, ad esempio, nel 1990 l'Algeria ebbe un sanguinoso colpo di stato militare ... perché le elezioni le aveva vinte il Fronte Islamico. La "comunità internazionale" accettò tranquillamente la repressione ... come strumento di democrazia! (solito discorso: non ha vinto quello che volevamo, dunque le elezioni non sono state democratiche). Gli esiti successivi, in Algeria, sono davanti agli occhi di tutti. Lo stesso è accaduto con Hamas: la sua vittoria "non è democratica"; dunque, niente aiuti umanitari, nessuna legittimità a governare! etc.
Fletto i muscoli e sono nel vuoto
Principi di architettura degli eleboratori
X postare immagini
-----BEGIN GEEK CODE BLOCK-----
GCS/IT/L/MU d- s: a C++$>+++ UL+>++ P L+++>++++ E--- W++ N++>+++ o+>++ K? w O-- M- VMS? V- PS++ Y+ PGP+ t 5? X+ R++>+++ tv+ b+++>++++ DI+++ D++ G e++ h- r++ y++
------END GEEK CODE BLOCK------
Addio Dani, sono più ricco perchè ti ho conosciuto
Avatar utente
thrantir
Moderatore
Moderatore
 
Messaggi: 8897
Iscritto il: 27 mag 2003, 13:32
Località: Pisa

Re: Perché il muro fra Gaza e l'Egitto non fa scandalo?

Messaggiodi takion il 28 gen 2008, 22:48

Complimenti a tuo padre thrantir perché ha toccato alcuni punti già anche da me mostrati: le elezioni. Quando uno ha vinto, basta. Non si può stare a recriminare, a mugugnare etc, bisogna darsi da fare perché quello è stato il volere della maggior parte delle persone. Molto evidente infatti è la descrizione resa
Ma va detto qualcosa di più, a partire dalle elezioni palestinesi: Hamas poteva partecipare alle elezioni ... purché non le vincesse! Però le ha vinte
. Conta più il volere dei tanti o quello di chi già è al potere? Da qui si comprendono gli sviluppi seguenti.
Da quando le persone corrotte si uniscono tra loro per costituire una forza, le persone oneste devono fare lo stesso
(Conte Leo N. Tolstoy)
Avatar utente
takion
Mago dell'universo
Mago dell'universo
 
Messaggi: 4254
Iscritto il: 21 ago 2007, 15:43


Torna a Old Agorà

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite