È iniziato poco dopo le 10.00 della mattina l'ultimo dibattito nel Parlamento catalano prima della votazione definitiva sull'abolizione della corrida nella regione, che dovrebbe avvenire verso le 12.00.
Alta la presenza di giornalisti in aula, circa due per ogni parlamentare, secondo l'edizione online di El Pais, che prevede 71 voti a favore e 68 contrari. Se si eccettuano gli abolizionisti dichiarati (i catalanisti di Erc e i verdi di Icv) con 33 voti, e i partiti che sicuramente voteranno a favore della corrida (i popolari del Pp e Ciutadans) con 17 voti, saranno i restanti 85 parlamentari, appartenenti al gruppo socialista catalano Psc (37, di cui 30 pro-corrida) e ai catalanisti centristi di CiU (48, di cui la metà indecisi) a decidere il futuro della secolare festa con i tori.
L'iniziativa ha ricevuto il sostegno della Società Mondiale per la protezione degli animali, che ha presentato 140mila firme raccolte in 120 Paesi. "Taurinos" e "antitaurinos" si avvicinano alla data con attitudini diverse, visto che i numeri del Parlamento danno come più probabile la vittoria della proibizione.
Secondo David Perez, attivo pro-taurino del Psc, "la votazione si potrebbe decidere per un numero di suffragi inferiore a quella di dicembre", quando per 67 voti a 59 venne ammessa in parlamento l'iniziativa legislativa popolare (Ilp) che chiedeva di abolire la corrida. A presentarla, appoggiata da 180mila firme, fu la piattaforma " Prou!" (basta!, in catalano) che si considera "ottimista" sull'esito della votazione.
Se il veto passerà, come sembra, la Catalogna diverrà la seconda regione spagnola ad abolire le corride dopo le Canarie, che misero il veto nel 1991. A differenza delle isole, dove non si celebravano "fiestas" da anni, la proibizione in Catalogna rischia di avere un impatto molto più importante sulla corrida, uno spettacolo atavico, che sempre meno spagnoli vanno a vedere e molti considerano "crudele", ma la cui sopravvivenza è per i suoi difensori "un atto di libertà".
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