La Milano padana che ignora la 'ndrangheta

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La Milano padana che ignora la 'ndrangheta

Messaggiodi patrix78 il 08 ago 2010, 15:27

In un Paese che esprime da vent’anni come modello supremo Silvio Berlusconi, amido dei Tarantini d’Italia, dov’è lo scandalo se nelle discoteche di Milano si sniffa cocaina e si organizzano giri di escort? Eppure bisogna indignarsi. Fare finta di essere sorpresi. La destra blatera di tolleranza zero, ma non si accorge di governare da due decenni la capitale europea della cocaina. Come l’ha definita uno scienziato serio, Silvio Garattini, analisi di laboratorio alla mano: sei milioni di dosi spacciate ogni anno, oltre quindicimila al giorno. Non solo nelle discoteche, ma anche nei ristorante, negli uffici, per strada.

La lega è così radicata nel territorio, da armare ronde contro poveracci, senza accorgersi che chi comanda l’esercito di spacciatori, affitta ai clandestini, traffica in armi e appalti sono i capi della ‘ndrangheta. Il severo cattolicesimo ambrosiano, che non manca una messa la domenica e neppure un affare dal lunedì in poi, finge di non sapere da dover arrivano i capitali per finanziare le imprese, la colata di cemento, la corsa all’oro nella quale sguazzano fra gli altri i compagnucci della parrocchia di Cl.

Sembra il Caimano di Nanni Moretti, con i miliardi che piovono per miracolo giù dal soffitto. In molti quartieri, dalla periferia ai Navigli, lo spaccio di cocaina avviene a cielo aperto. Nella Milano in perenne attesa di una palingenesi, del messianico avvento di un Expo che forse non ci sarà neppure, circolano notizie boliviane, accolte con indifferenza da un’opinione pubblica assuefatta al peggio. L’anno scorso hanno scoperto bande di spacciatori che usavano bambini come vedette nella zona fra viale Sarca e Fulvio Testi, altro feudo ‘ndranghetista. Sul terreno di Santa Giulia, fermi i cantieri della “città ideale” progettata da Norma Foster, si sono aperte discariche di rifiuti tossici. Il mese scorso il tribunale di Milano ha condannato a 14 anni per traffico di droga il comandante dei Ros, il generale Giampaolo Ganzer. Altrove sarebbe nato uno scandalo enorme. Qui a finire alla gogna è stato il magistrato che ha avviato l’inchiesta, Armando Spataro. Il generale narcos è un eroe per la stampa e i politici della destra, accorsi a testimoniare solidarietà, da Maroni in giù.
L’unico elemento socialmente pericoloso sarebbe Belen, per la quale è stata chiesta l’”espulsione da Sanremo. L’anno scorso è toccato a Morgan. Cacciati per indegnità morale dal santuario dell’Ariston, dove se liberi un cane antidroga dopo cinque minuti ti muore d’infarto.

di Curzio Maltese (da il Venerdì di Repubblica)
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