Mucca pazza, donna livornese in fin di vita

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Mucca pazza, donna livornese in fin di vita

Messaggiodi Aragorn il 22 lug 2010, 10:26

Roma, 21-07-2010
E' di una donna livornese di 42 anni, madre di una bimba di quattro, il secondo caso italiano del cosiddetto morbo della mucca pazza, la variante della sindrome di Creutzfeldt-Jakob.

La paziente e' ricoverata in condizioni disperate nell'hospice di cure palliative dell' ospedale di Livorno, dopo che le cure prestategli all'istituto neurologico 'Besta' di Milano, che nei mesi scorsi aveva confermato i sospetti iniziali sui sintomi, sono risultate vane per curare la degenerazione del suo stato di salute.

Il ministero della Salute, nell'ottobre del 2009, aveva gia' segnalato come probabile la diagnosi che non da' alcuna speranza alla paziente e ai suoi familiari. La donna, infatti, ricoverata gia' in coma da venerdi' scorso nell' ospedale livornese, e' incosciente. I medici ritengono che abbia ancora solo poche settimane di vita, forse qualche mese.

"Il ministero della Salute - spiega una nota - giudica le attuali misure normative e di gestione vigenti in Italia idonee a garantire la sicurezza degli allevamenti italiani e non ritengono quindi opportuno dover assumere nuove misure precauzionali".

"E' una famiglia molto presente che accompagna la propria congiunta con grande dignita' nell'ultimo viaggio", racconta il primario dell'hospice livornese, suora Costanza Galli, medico specializzato in oncologia. Sono in molti, tra amici e parenti, a recarsi ogni giorno in reparto per testimoniare il proprio affetto alla donna, anche se lei appare totalmente incosciente. Il marito e' un vigile del fuoco che in questi giorni si divide tra il lavoro e la cura della loro unica figlia.

"Ma e' impossibile stabilire se riesca o meno a comunicare con loro in qualche modo - spiega la suora-primario - o se invece non sia sufficiente per lei un battito di ciglia, o un segno quasi impercettibile, per riuscire a comunicare qualcosa al marito, magari un gesto d'affetto o un pensiero per la loro splendida bimba". Non e' chiaro ancora il motivo per il quale e' stata contratta la malattia: "Al momento non lo sappiamo - spiega Galli - e non abbiamo ancora deciso se sottoporla all'autopsia dopo la morte, perche' non siamo sicuri che otterremo le risposte necessarie. Ma queste sono valutazioni che faremo dopo".

Medico specializzato in oncologia e suora ospedaliera, Costanza Galli, dal 5 ottobre scorso dirige l'hospice di cure palliative. "E' il modo migliore per interpretare la mia fede -conclude - ma certo non faccio influenzare le terapie dalle mie convinzioni personali. Qui si accompagnano le persone la traguardo della vita e per chi come me crede in Dio e nella vita oltre la morte e' solo un pezzo di cammino".

L'hospice e' una struttura nata 7 anni fa come esperienza pilota nel panorama regionale e nazionale, per l'accompagnamento dei pazienti terminali. Si occupa della gestione non solo dei sintomi delle malattie, ma anche della riduzione del dolore offrendo contemporaneamente un sostegno psicologico che non si limita all'utente in carico, ma spesso viene esteso anche ai loro familiari. La struttura ha 10 posti letto e gestisce una media di 200 ricoveri all'anno legati principalmente a patologie oncologiche o neurologiche in fase terminale.

© Rainews24


«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,

le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»

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