Berlusconi: da altri chiacchiere, da noi provvedimenti
Casini, Udc: mai nel governo del Cavaliere. Rutelli, Api: non c'è trippa per gatti
ROMA - "Quattro provvedimenti contro tante chiacchiere. Nel corso di quest'ultima settimana il Governo ha ulteriormente rafforzato il proprio profilo riformatore". Lo afferma in nota nota il premier Silvio Berlusconi. "E' stata approvata la manovra economica, che ha messo al riparo l'Italia dalle conseguenze più gravi della crisi economica e ha posto le condizioni dello sviluppo. Con la manovra sono state approvate, tra l'altro, le norme che consentono a chi vuole intraprendere di farlo senza dover ottenere le molteplici autorizzazioni preventive ora necessarie che vengono sostituite da una sola autorizzazione successiva. Il Senato - aggiunge- ha approvato anche con il concorso di una parte dell'opposizione, una riforma fondamentale della nostra università sulla base del merito e dell'ingresso di giovani docenti e ricercatori. Il Governo ha approvato poi un disegno di legge innovativo e liberale in materia cinematografica che permetterà di ridurre l'intervento esclusivo dello Stato, di incentivare l'apporto dei privati e di favorire perciò un maggiore grado di autonomia e di libertà della cultura". Il Governo ha infine approvato il nuovo Codice della Strada- conclude- entrato in vigore già ieri, che consentirà di diminuire il numero degli incidenti e della mortalità sulle nostre strade".
API A BERLUSCONI,CAMPAGNA ACQUISTI?NON C'E' TRIPPA PER GATTI - "Nessuno pensi di spendere il nome di un movimento politico che è nato in modo coraggioso, nuotando controcorrente per operazioni balneari. detto in cinque parole, non c'é trippa per gatti". E' quanto si sottolinea negli ambienti vicini al leader dell'Api, Francesco Rutelli, nel commentare la possibilità che il premier Silvio Berlusconi possa fare una 'campagna acquisti' tra le fila dei parlamentari del'Api per rimpolpare la maggioranza di centrodestra.
CASINI, MAI NEL GOVERNO BERLUSCONI - "Il paese avrebbe bisogno di un governo che governa, invece questo governo tira a campare. Forse la maggioranza si rappattumerà ma non è questo il problema. Quando si arriva con cento deputati di maggioranza alla contabilità sui numeri, siamo alla frutta". Lo dice il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini in un'intervista al tg2. Nell'intervista, Casini spiega che non entrerà nel governo Berlusconi: "Io sono una persona seria che rispetto gli impegni presi con i miei elettori che mi hanno collocato all'opposizione. Io ho chiesto alla luce del sole nelle cene private come in Parlamento a Berlusconi di aprire una fase nuova. Serve all'Italia un governo di responsabilità nazionale che affronti il capitolo delle grandi riforme perché così si campicchia e noi non possiamo permettercelo". Un governo, chiede l'intervistatore, come quello proposto da D'Alema per fare la riforma elettorale e andare al voto? "Questa è una variante del governo di responsabilità nazionale. la differenza tra me e D'Alema e che io non credo solo ad un governo per fare una legge elettorale ma per risolvere questioni che vanno affrontate con una massiccia dose di impopolarità. Diceva un celebre santo che è meglio zoppicare sulla strada giusta che correre su quella sbagliata e noi stiamo correndo su quella sbagliata" Casini spiega infine perché ha chiesto a Fini e Berlusconi di scusarsi con gli italiani: "Ci hanno spiegato due anni fa che il Pdl era la terra promessa, e ora siamo agli stracci. Per cui un atto piccolo, di umiltà di Berlusconi e Fini sarebbe molto onesto; abbiamo sbagliato lo riconosciamo. Non è molto ma è già qualcosa".
LO STRAPPO CON FINI - "In due ore, senza la possibilità di esprimere le mie ragioni, sono stato di fatto espulso dal partito che ho contribuito a fondare". Così ha esordito Gianfranco Fini questo pomeriggio in una concisa dichiarazione letta alla stampa. E ciò perché - ha proseguito - ritenuto colpevole di 'stillicidio, di distinguo o contrarieta' nei confronti del governò, 'critica demolitoria alle decisioni del partito', 'attacco sistematico al ruolo e alla figura del premier'. Inoltre - ha ancora detto Fini - avrei 'costantemente formulato orientamenti' e persino, pensate che misfatto, 'proposte di legge che confliggono col programma elettorale'. La concezione non propriamente liberale della democrazia che l'onorevole Berlusconi dimostra di avere, emerge anche dall'invito a dimettermi, perché 'allo stato e' venuta meno la fiducia del Pdl nei confronti del ruolo di garanzia di presidente della Camera indicato dalla maggioranza che ha vinto le elezionì". "Ovviamente non darò le dimissioni, perché è a tutti noto che il presidente deve garantire il rispetto del regolamento e l'imparziale conduzione dell'attività della Camera, non deve certo garantire la maggioranza che lo ha eletto. Sostenerlo dimostra una logica aziendale, modello amministratore delegato-consiglio d'amministrazione, che di certo non ha nulla a che vedere con le nostre istituzioni". "Ringrazio i tantissimi cittadini - ha poi detto - che in queste ore difficili mi hanno manifestato la loro solidarietà e mi hanno invitato a continuare nella difesa di valori irrinunciabili, quali l'amor di patria, la coesione nazionale, la giustizia sociale, la legalità: Legalità intesa nel senso più pieno del termine, cioé lotta al crimine, come meritoriamente sta facendo il governo, ma anche legalità intesa come etica pubblica, senso dello Stato, rispetto delle regole"."E' un impegno che avverto come preciso dovere - ha aggiunto - anche per onorare il patto con quei milioni di elettori del Pdl onesti, grati alla magistratura e alle forze dell'ordine, che non capiscono perché nel nostro partito il garantismo, principio sacrosanto, significhi troppo spesso pretesa di impunità". "Infine - ha concluso - ringrazio dal più profondo del cuore i parlamentari del Pdl che nelle prossime ore daranno vita ad iniziative per esprimere la loro protesta per quanto deciso ieri dal vertice del partito. Sono donne e uomini liberi, che sosterranno lealmente il governo ogni qual volta agirà davvero nel solco del programma elettorale e che non esiteranno a contrastare scelte dell'esecutivo ritenute ingiuste o lesive dell'interesse generale. Ieri è stata scritta una brutta pagina per il centrodestra e più in generale per la politica italiana. Ciò tuttavia non ci impedirà di preservare i valori autenticamente liberali e riformisti del Pdl e di continuare a costruire un Futuro di Libertà. Per l'Italia".
PDL: BERLUSCONI, ABBIAMO I NUMERI PER ANDARE AVANTI - "Abbiamo i numeri per andare avanti, così come abbiamo ben chiaro il programma da completare e, grazie a questa scelta sofferta ma necessaria, siamo nelle condizioni di governare più sereni e nella chiarezza". Lo dice il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, in un audiomessaggio ai promotori della Libertà. "Abbiamo promesso agli italiani un Paese più moderno, più libero, più sicuro, più prospero, meno oppresso dal fisco e dalla burocrazia. Vogliamo riuscire a realizzarlo entro la fine di questa legislatura", conclude. "Per quanto mi e ci riguarda - prosegue il presidente del Consiglio nel messaggio ai promotori della Libertà - continuerò ad impegnarmi per dare piena attuazione al progetto nato due anni fa, dalla gente, a Milano in piazza San Babila, per far si che questo progetto si radichi fra la gente e sia il partito della gente, perché la nostra bandiera sia presente in ognuno degli 8.000 Comuni che costituiscono l'Italia, in ognuna delle oltre 60.000 sezioni elettorali tramite le quali gli italiani scelgono con il voto da chi vogliono essere governati. Sono certo - conclude - che ciascuno di voi sarà come sempre anche questa volta al mio fianco per vincere le difficili sfide che abbiamo di fronte, per il bene dell'Italia e di tutti gli italiani"."Fini e quei deputati che l'hanno seguito, hanno dimostrato di essere lontanissimi dalla nostra cultura liberale. Nello stesso tempo, con il pretesto del diritto di critica, un diritto scontato nel nostro movimento perché davvero non c'é altra compagine in cui sia più libera la discussione e la proposta, hanno cercato di riportare in vita i metodi peggiori della Prima Repubblica, dalla divisione in correnti fino alla mediazione continua che paralizza tutto, e hanno iniettato nel nostro movimento il virus della disgregazione". Lo afferma il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in un messaggio ai promotori della libertà. "Grazie a questa scelta sofferta ma necessaria, siamo nelle condizioni di governare più sereni e nella chiarezza. Abbiamo davanti tre anni nei quali, superate le emergenze e accantonate le polemiche inutili, ci dedicheremo con determinazione alle riforme". Lo afferma il premier Silvio Berlusconi in un video messaggio ai promotori della libertà. "Fini e quei deputati che l'hanno seguito, hanno dimostrato di essere lontanissimi dalla nostra cultura liberale. Nello stesso tempo, con il pretesto del diritto di critica, un diritto scontato nel nostro movimento perché davvero non c'é altra compagine in cui sia più libera la discussione e la proposta, hanno cercato di riportare in vita i metodi peggiori della Prima Repubblica, dalla divisione in correnti fino alla mediazione continua che paralizza tutto, e hanno iniettato nel nostro movimento il virus della disgregazione". Lo afferma il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in un messaggio ai promotori della libertà. "Per due anni , mentre il Governo affrontava con successo sfide difficilissime, prima fra tutte la crisi economica più grave dal 1929, riuscendo a tutelare le famiglie e le imprese e a portare l'Italia fuori dalle difficoltà meglio di tutti gli altri paesi europei, altri all'interno della nostra formazione politica remavano contro". Lo afferma il premier Silvio Berlusconi in un videomessaggio ai promotori della libertà. "E' accaduto infatti che alcuni eletti dal Popolo della Libertà, sempre sostenuti purtroppo dall'onorevole Fini- prosegue- hanno lavorato in modo sistematico per svuotare, rallentare, bloccare il nostro lavoro. Peggio, hanno offerto una sponda ai nostri nemici: all'opposizione, ai settori politicizzati della magistratura, a certa stampa, ai peggiori giustizialisti, accreditando in questo modo un'immagine falsa e diffamatoria del Popolo della Libertà.
NAPOLITANO: SALVAGUARDARE CONTINUITA' VITA ISTITUZIONALE - A quanto si apprende, al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nell'incontro avvenuto su loro richiesta, il Segretario del PD, Pierluigi Bersani, la Presidente del gruppo PD al Senato, Anna Finocchiaro, e il Presidente del gruppo PD alla Camera, Dario Franceschini, hanno illustrato l'esigenza già sollevata alla Camera di un confronto in Parlamento sulla situazione politica. Nel corso del colloquio il Presidente della Repubblica ha messo in evidenza come ritenga doveroso restare estraneo al merito di discussioni e decisioni interne ai partiti. Egli non può invece non richiamare la necessità di salvaguardare la continuità della vita istituzionale, nell'interesse generale del paese.
COSTITUITO GRUPPO CAMERA DI FUTURO E LIBERTA 'ITALIA - E' stata data formale annunzio, all'inizio della seduta della Camera del pomeriggio della costituzione del gruppo ''Futuro e liberta'per l'Italia''. Il Presidente di turno, Maurizio Lupi, ha dato lettura dei nomi di coloro che hanno aderito al nuovo gruppo.Hanno aderito al nuovo gruppo - ha spiegato il vicepresidente Lupi - Enzo Raisi, Italo Bocchino, Luca Barbareschi, Maria Grazia Siliquini, Benedetto Della Vedova, Angela Napoli, Francesco Proietti Cosimi, Aldo Di Biagio, Francesco Divella, Claudio Barbaro, Antonio Bonfiglio, Giuseppe Scalia, Antonino Lo Presti, Flavia Perina, Fabio Granata, Carmelo Briguglio, Giorgio Conte, Luca Bellotti, Alessandro Ruben, Andrea Ronchi, Donato Lamorte, Giulia Bongiorno, Catia Polidori, Carmine Patarino, Giulia Cosenza, Silvano Moffa, Mirko Tremaglia, Adolfo Urso, Roberto Menia, Giuseppe Consolo, Giuseppe Angeli, Souad Sbai. Il vicepresidente Lupi ha spiegato che il nuovo gruppo "si riserva di comunicare il nome del presidente" e nel frattempo "la rappresentanza del gruppo è affidata a Giorgio Conte".
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