Roma, 29 lug. (Apcom) - RICERCATORI E RETTORI A TEMPO - Intodutti i contratti di ricerca triennali in sostituzione del contratto a tempo indeterminato: al termine del secondo contratto i ricercatori dovranno arrivare all'abilitazione all'insegnamento come docente associato. In caso contrario, non potrà più continuare l'attività accademica.
Anche l'incarico dei rettori comporterà un limite temporale: dai 16 anni attuali, la riforma prevede che al massimo i responsabili delle sedi accademiche potranno firmare due incarichi da quattro anni ciascuno. Ed in caso di gestione non oculata potrà scattare la sfiducia del senato accademico.
VALUTAZIONE DOCENTI - Avviate le basi per l'introduzione di un codice deontologico che fisserà in modo esplicito i doveri dei docenti, oltre che l'accesso al fondo per il merito. Per chi fa attività didattica è prevista una valutazione: Se la relazione dovesse risultare negativa scatterà lo stop al previsto aumento stipendiale.
Non c'è il limite di ore inizialmente imposto ai docenti (in particolare ai professori ordinari, a tempo pieno, i quali avrebbero dovuto svolgere attività formativa per almeno 1.500 ore nell'anno solare, di cui 350 ore specifiche di didattica). Viene però allargata la possibilità, sempre per i prof. universitari, di svolgere attività private al di fuori degli atenei.
IN PENSIONE A 70 ANNI- Per quanto riguarda l'età pensionabile dei professori ordinari il limite massimo è stato ridotto, ma di soli due anni: da 72 a 70. Per gli associati la soglia scende invece a 68 anni.
NUOVI CONCORSI, MENO BARONI - Secondo il ddl i concorsi dovrebbero diventare più trasparenti e meno pilotati dai 'baroni': le selezioni saranno affidate ad una commissione composta da quattro docenti ordinari estratti a sorte. I prof. da prescegliere saranno 'eletti' a loro volta da una lista di docenti ordinari del settore disciplinare oggetto del bando e da un solo ordinario, nominato dalla facoltà che ha richiesto il bando (quest'ultima presenza è stata molto contestata da associazioni e sindacati dei docenti). Chi passerà la selezione acquisirà l'abilitazione all'insegnamento ed entrerà a far parte di un'unica lista nazionale 'aperta', da cui attingeranno i propri docenti, all'occorrenza, tutte le università italiane.