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Donna Assunta abbandona il suo "figlioccio" Fini

MessaggioInviato: 30 lug 2010, 10:56
di Aragorn
Nel giardino di Villa Aurelia il Cavaliere si intrattiene anche con donna Assunta Almirante, che gli dà il suo appoggio. La vedova del leader storico dell'Msi regala al premier un libro dedicato a suo marito e poi gli dice la sua sulla rottura con il presidente della Camera: "Presidente hai fatto bene a mandarlo a casa - dice la signora -, anzi mandalo in una delle tante case che ha, magari a quella di Montecarlo".

© il giornale

Re: Donna Assunta abbandona il suo figlioccio "Fini"

MessaggioInviato: 30 lug 2010, 10:58
di Aragorn
per chi in questi ultimi 30 anni ha seguito le vincende della destra italiana, non può non pensare che queste sono le parole più pesanti che Fini potesse mai ricevere. La scomunica dalla sua madre putativa che per anni l'ha cresciuto col marito Almirante dandogli fama e potere all'interno del partito.

La sentenza è pesantissima, donna assunta parla poco ma quando parla non dice mai banalità...

Re: Donna Assunta abbandona il suo "figlioccio" Fini

MessaggioInviato: 30 lug 2010, 11:01
di Aragorn
Più che il documento uscito dalla riunione dell’Ufficio di Presidenza del Pdl, a Fini dovrebbe bruciare la condanna espressa dalla vedova di Giorgio Almirante, lo storico e carismatico leader del Msi, di cui Fini fu allievo e pupillo, oltre che successore. Queste le parole di Donna Assunta: “Presidente hai fatto bene a mandarlo a casa, anzi mandalo in una delle tante case che ha, magari a quella di Montecarlo” (qui).
Il giudizio di Donna Assunta dovrebbe confermargli che i suoi ex colonnelli, che hanno più volte dichiarato di non riconoscerlo più, avevano ed hanno ragione.
Fini non è più quello che entrò nel Pdl, per giunta come cofondatore. Ora è praticamente il portavoce dell’opposizione. Parlare di tradimento è più che legittimo, dopo le parole di Donna Assunta.

Ma tanto il documento politico di dura condanna nei confronti di Fini, quanto le severe parole della vedova di Almirante non fanno desistere il presidente della Camera dal mantenersi aggrappato con i denti e con le unghie alla prestigiosa poltrona di terza carica dello Stato.

L’uomo che va predicando la legalità e la questione morale, sfiduciato dal suo partito a cui deve quella carica, dà un deprecabile esempio di attaccamento al potere. Se è vero che non ci sono precedenti che gli impongono le dimissioni, Fini sa anche che ci sono condanne politiche che producono conseguenze a prescindere dalla esistenza di norme specifiche.

Lui, che è politico da quando aveva i calzoni corti, queste cose dovrebbe conoscerle, e dovrebbe quindi applicarle anche a se stesso.

A meno che la voglia di potere, come sembra, non gli ottenebri la mente. Quando dice che Berlusconi non ha il potere di farlo dimettere dalla presidenza della Camera («La presidenza della Camera non è nelle disponibilità del presidente del Consiglio…», qui), dice una castroneria. Perché non si tratta più della volontà di un singolo, ma di un partito. È cosa ben diversa. Fini non ragiona più. Aveva già perso la bussola, ma ora, mostrando il suo attaccamento al potere, nonostante la sfiducia ricevuta, rivela a tutti gli italiani il suo lato peggiore.

Vedremo nelle prossime ore ciò che succederà. I finiani faranno – così hanno dichiarato – gruppi autonomi, e continueranno – dicono anche questo, ma è poco credibile – a sostenere la maggioranza per rispettare la volontà degli elettori.

Probabilmente non ci sarà bisogno nemmeno di convocare il collegio dei probiviri per giudicare Bocchino, Granata e Briguglio. Se ne saranno andati prima.

Ma la resistenza di Fini nel mantenere la carica istituzionale che ricopre indegnamente – poiché non ne rispetta il ruolo super partes – deve essere demolita, ove Fini non si renda conto al più presto dell’importanza politica della sfiducia che ha ricevuto dal Pdl. Sarebbe responsabile di uno scontro dalle conseguenze gravissime.

Leggevo nei giorni scorsi l’intenzione del Pdl di non rispondere più alle convocazioni dei capigruppo della Camera da parte del suo presidente; ed altri comportamenti miranti a disconoscerne l’autorità.

Condivido. Si dovrà agire in questa direzione, finché, per intervento magari del capo dello Stato, Fini non si renderà conto che deve uscire di scena.

Tornerà a far politica come leader di un partitino che, dopo la sconfessione anche di Donna Assunta, è destinato a squagliarsi presto come neve al sole.

www.bartolomeodimonaco.it