Invece di pensare all'Expo, Milano pensa al monopoli ....

Tutte le vecchie discussioni di Agorà. La sezione permette solo di rispondere ai messaggi pre-esistenti ma non di creare nuove discussioni.

Moderatori: thrantir, patrix78, Beleg

Invece di pensare all'Expo, Milano pensa al monopoli ....

Messaggiodi Aragorn il 13 lug 2010, 10:52

Per quelli come me, nati subito dopo la guerra, i ricordi del passato salgono alla superficie quando meno te li aspetti, richiamati da un nome, un evento: flash-backs di un tempo che è stato ed a cui resti legato con tenerezza nonostante non sempre felice o ricco. Da bambini, i pascetti di liquirizia che divoravamo costavano una lira ciascuno; il rotolo con la perlina di zucchero colorato al centro, cinque lire. Il cremi-frutto Elah, che oggi non esiste più, era un parallelepipedo di sostanza zuccherosa, morbida e colorata, all’aroma di frutta; esercitava su di noi una forte attrazione: sotto l’etichetta trovavi un francobollo e potevi iniziarne la collezione: fu così che mezza Italia scoprì la filatelia. Soldi ce n’erano pochi, il cioccolato, quello vero, era caro per ci si accontentava del surrogato, estratto di carrube, altrettanto buono e dolce e che fece la fortuna di una società che è oggi leader mondiale della produzione di vero prodotto di cacao e nocciole. La televisione non c’era ancora, sarebbe venuta più tardi, in bianco e nero, un solo canale trasmesso dalla lontana Torino per noi bambini del sud Italia.
Per giocare ci accontentavamo di poco: sfide con palline di vetro oppure con le “ramette”, i tappi della birra che impersonavano i nostri eroi del ciclismo, Bartali, Coppi, oppure delle corse automobilistiche, Alberto Ascari, Manuel Fangio, il barone portoghese De Portago. Un gioco in scatola però era sempre presente in casa, almeno in quelle dei più abbienti che la condividevano con amicizia con gli altri: il Monopoli. Nei giorni di tempo brutto, spesso di inverno, interminabili pomeriggi si consumavano combattendo per diventare ricchi “proprietari di immobili”: i palazzinari, i tycoons dovevano ancora arrivare nella cultura generale dei cittadini.Queste ondate di ricordi mi sono tornate davanti agli occhi alcuni giorni fa, un grande “come eravamo” richiamato da una notizia che oscilla tra la farsa grottesca ed il dramma. Molti giornali hanno riportato le accorate lamentazioni del sindaco di Milano che ha informato il pubblico, ma soprattutto i milanesi richiamati all’ordine, che per ben due giorni tutte le sue energie sono state spese “ ad occuparsi del Monopoli”.
Si proprio il gioco, perché non è ammissibile che la città che nel 1935 ha visto un suo concittadino imprenditore, l’editore Emilio Ceretti, importarlo in Italia infarcendolo della toponomastica meneghina rischi oggi di vedersi spogliata di questa fondamentale caratteristica. Infatti, sta succedendo che la società distributrice vuole rinnovare ed attualizzare il gioco ed ha lanciato sul web, www.monopolyitalia.it, una richiesta ai cittadini di tutte le città italiane per suggerire contributi ed indicazioni su nomi di vie e piazze delle loro rispettive città da inserire nella versione aggiornata. Chieti guida la classifica, seguita da Reggio Calabria e Catanzaro; poi vengono Barletta e l’Isola d’Elba.
Le città prescelte dalle quali mutuare i nomi saranno 22 e Milano, ad oggi, non è in classifica. Questo ha fatto insorgere il sindaco che ha affrontato, con il suo noto piglio efficentista, il problema decisa a ribaltare la situazione: due giorni di lavoro a tempo pieno e finalmente ha lanciato un “appello ai milanesi affinché vadano sul sito per far rientrare Milano tra le 22 prescelte per il gioco”. Operazione da fare velocemente perché la tenzone scade il 28 luglio. Di rincalzo è arrivato il sostegno trasversale dell’intero Consiglio Comunale, tranne un unico esponente del PD che si è permesso di sostenere che il primo cittadino dovrebbe occuparsi della città e non del gioco del Monopoli.
C’è da chiedersi se non stiamo assistendo ad un film di serie B degli anni Sessanta: li abbiamo visti tutti e ci abbiamo riso, ma questo soggetto ci mancava e fa ridere amaro. Infatti che conta che l’Esposizione Universale di Milano del 2015, conquistata con sforzi e risorse enormi e spirito bipartizan contro forti candidature straniere, è praticamente ferma mentre i lavori dovrebbero essere in fase avanzata? Che conta che ad ottobre il Bureau International des Expositions, l’organo internazionale che decide sulle candidature e le valuta, dovrà dare il suo parere definitivo per il si mentre nulla di concreto è stato ancora fatto mentre abbiamo assistito ad una lotta di tutti contro tutti per il controllo dell’iniziativa? Quisquilie avrebbe risposto Totò, qui c’è da risolvere il problema serio dei nomi nel Monopoli: che tanto poi ne regaliamo una scatola ad ogni membro del Bureau quando verranno in visita e, non trovando nulla, si consoleranno facendo una partita.
Ma veramente i cittadini di Milano meritano questi amministratori e questa opposizione? A questo evento ne fa eco un altro che non ha guadagnato gli onori della cronaca se non per scarni trafiletti nelle pagine interne dei giornali. Anni fa la SARAS, una raffineria di proprietà della famiglia del marito dell’attuale sindaco, fu quotata in borsa. Il valore di vendita proposto fu di 6 euro per azione, come suggerito dalle Banche che avevano gestito l’operazione. Subito dopo l’ingresso nel listino, le stesse azioni, però, sono precipitate a 3 euro fluttuando attorno a questo valore e quasi sempre verso il basso: il mercato ha dato una risposta chiara nella valutazione del titolo mentre, però, chi aveva messo in vendita le azioni con quella quotazione aveva potuto usufruire di un sostanzioso guadagno economico. La Magistratura indaga da tempo su questi avvenimenti e nei giorni scorsi, apparentemente, si è arrivati a qualche conclusione visto che è partita una serie di rinvii a giudizio dei banchieri coinvolti. A pagare però, come sempre, restano i cittadini.


«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,

le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»

Avatar utente
Aragorn
Site Admin
Site Admin
 
Messaggi: 21155
Iscritto il: 06 ago 2004, 23:45
Località: Lunà Cepeen (varès)

 

Re: Invece di pensare all'Expo, Milano pensa al monopoli ....

Messaggiodi takion il 13 lug 2010, 12:27

Aragorn, mi hai riportato indietro a quei bei tempi... belli anche se c'era poco, ma tanta gente valida e difficilmente presa da str**te quotidiane come ora. Ricordo i pescetti di liquirizia, come le stringhe con la pallina al centro, come pure il resto. E non c'era tutto questo cemento ossessivo...

Però non è Milano a pensare al monopoli, ma solo e sempre una certa figura pseudo-politica che non sapendo che fare, vuole ora inserire la città nel gioco...sarà perché anche loro stanno giocando (alla faccia nostra)?
Da quando le persone corrotte si uniscono tra loro per costituire una forza, le persone oneste devono fare lo stesso
(Conte Leo N. Tolstoy)
Avatar utente
takion
Mago dell'universo
Mago dell'universo
 
Messaggi: 4254
Iscritto il: 21 ago 2007, 15:43


Torna a Old Agorà

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite

cron