di Aragorn il 29 lug 2010, 11:57
patrix lui è un dirigente scolastico che si occupa appunto di gestire la scuola, mi ha spiegato che ora che il preside è in ferie ha lui la responsabilità di tutto.
evidentemente la realtà nn è quella che raccontano i giornali enfatizzando certe situazioni anzi mi ha testualmente detto "basta con sta storia che gli insegnanti sono poco pagati per quel che fanno è fin troppo" e ripeto nn è certo un fan di berlusconi...
anzi il discorso a un certo punto si è spostato sulla realtà svizzera dove gli insegnanti sono iscritti a un albo cantonale e va avanti solo chi merita e non tutti come in sto paese, si parte dalla realtà di un piccolo centro di montagna e se sei bravo arrivi anche nella grossa città dove a parità di tutto prendi 1000 euro in più al mese. La sua soluzione è una sorta di "privatizzazione" della scuola dove la regione ti stanzia un certo budget e tu dirigente scolastico devi essere bravo a gestire tutto dagli insegnanti alle imprese di pulizia.
Inoltre mi ha spiegato che 2 anni fa è stata fatta una sanatoria e i bidelli con un determinati anni di servizio sono stati avanzati a personale di segreteria, mi diceva perfetto per il laureato che nn aveva trovato null'altro come lavoro, ma abbiamo ora in segreteria certe persone che sono praticamente analfabete e gli devi dire di contarti quei fogli evitandogli di fargli fare qualunque lavoro qualificato.
il problema che la scuola in italia come quasi ovunque nn premia chi merita ma tutti in base all'anzianità, e ha anche aggiunto che negli altri paesi europei si va a scuola anche meno come giorni in un anno ma c'è un livello di qualità nettamente maggiore...
per tornare al tuo discorso mi ha fatto capire che è praticamente impossibile cercare di sistemare le cose perchè il sindacato aiuta solo i lazzaroni (sue testuali parole)
«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,
le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»