D’iniziativa dei senatori Donatella Poretti, Marco Perduca (entrambi del PD)
Onorevoli senatori! – Il presente disegno di legge intende abrogare quelle norme ancora presenti nel nostro Codice Penale in cui si prevede come fattispecie di reato quello contro la morale, in particolare della famiglia. II codice penale italiano stabilisce ex art 564 la pena della reclusione da uno a cinque anni per chiunque commetta incesto con un discendente o un ascendente, o con un affine in linea retta, ovvero con un fratello o con una sorella, in modo che ne derivi scandalo pubblico. Ma e’, infatti, la sola nozione di pubblico scandalo la condizione obiettiva di punibilita’, mentre l’incesto come forma di abuso sessuale, come costrizione fisica e psicologica a compiere, o subire, atti contro la propria volonta’, si configura come reato penale solo grazie alla legge 66/1996 (Norme contro la violenza sessuale).
Nel nostro Paese si e’ dovuto aspettare il 1996 perche’ la violenza sessuale divenisse un reato contro la persona e non piu’ contro la morale. Una legge che prevede reati e aggravanti di pena quando la violenza viene compiuta da un ascendente e nei confronti di un minore. In particolare per i genitori, anche adottivi, che abusano dei figli, si prevede la procedura d’ufficio e la perdita della patria potesta’, oltre alle aggravanti di pena se il fatto e’ commesso con minori di eta’.
I due articoli che si intende abrogare (art.564 Incesto e art. 565 Attentati alla morale familiare commessi col mezzo della stampa periodica) risultano di conseguenza inutili per tutelare minori o persone costrette a subire con violenza fisica e/o psicologica relazioni sessuali. Questi due articoli, invece, marchiano il nostro codice penale di un reato contro la morale di cui non si capisce l’utilita’, se non per creare confusione tra peccato e reato, tipica di leggi di Stati confessionali e non laici come il nostro.
Il rigetto sociale di un comportamento come quello in esame, e la sua previsione di reato contro la morale, ha comportato come altra terribile conseguenza il fatto che le colpe dei genitori ricadessero sui figli, tanto che il nostro codice civile nonostante la riforma del diritto di famiglia del 1975 prevede ancora la dizione di “figli incestuosi” cui mancano diritti e tutele come quello di essere gli unici privati della possibilità di assumere uno status filiationis, che li esclude dal riconoscimento e dalla dichiarazione giudiziale di paternità e maternità naturali. Questi divieti non operano soltanto in due casi, relativi a situazioni ed eventi che riguardano i rapporti tra genitori, sui quali comunque il figlio nulla può: l’ignoranza in cui quelli, al momento del concepimento, versassero circa il vincolo esistente tra loro (nel caso in cui uno solo dei genitori fosse in buona fede, solo questi può effettuare il riconoscimento; ipotesi cui è assimilato il caso di chi ha subìto violenza sessuale) e, ovviamente, la dichiarata nullità del matrimonio da cui il rapporto di affinità sarebbe derivato.
Discorso a parte meriterebbero le argomentazioni che relazioni incestuose comportano un elevato rischio di trasmettere malattie ai figli che presentano maggiori possibilita’ di nascere con malformazioni o disabili. Se queste motivazioni venissero utilizzate per la previsione di un reato, si aprirebbe un varco al razzismo eugenetico, per cui solo le persone sane, che non presentano alcun rischio di trasmettere malattie genetiche o di altro tipo avrebbero il diritto di avere relazioni sessuali e quindi di procreare.
Del resto, a conferma di come la materia non sia di univoca e semplice soluzione anche a livello internazionale, il panorama sulla materia e’ molto variegato, e casi di cronaca recenti hanno evidenziato l’assurdita’ di prevedere reati, puniti con la reclusione e la perdita della patria potesta’ nei casi in cui il rapporto tra consanguinei avvenga senza costrizioni o violenza, ma come conseguenza di una libera scelta e quindi come forma e manifestazione ultima di un relazione affettiva e amorosa.
Cosi’ la Germania si e’ trovata spaccata davanti alla storia d’amore di Patrick e Susan, fratelli biologici, cresciuti separati ma che una volta riuniti si sono innamorati. Dalla loro storia sono nati 4 figli, due dei quali disabili. Una volta appurata la loro consanguineità, il tribunale ha disposto l’arresto per lui e un periodo di assistenza sociale per lei. Nel frattempo Patrick si era sottoposto volontariamente a vasectomia. Dopo aver scontato 2 anni in carcere, è notizia del 15 marzo 2008 il suo rientro dentro il penitenziario per scontare gli ultimi 30 mesi di condanna, dopo che la Corte Costituzionale ha confermato l’illegalita’ dell’incesto.
In Francia ha suscitato clamore la storia di Jacqueline e André, separati poco dopo la nascita, si sono incontrati da adulti e si sono innamorati. Ora vivono insieme da cinque anni. Come loro gli spagnoli Daniel e Rosa, che oggi hanno due ragazzi di 20 e 13 anni: figli di una coppia