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forse non ci capiamo perché stiamo dicendo la stessa cosa, credo...nn puoi difenderla solo quando ti fa comodo
errore: la trasformazione che vogliono apportare servirà a quello, proprio come durante il periodo fascista! E ti troverai anche il vicino di casa che farà l'infame per avere agevolazioni di ogni tipo, ma forse a molti sta bene quello, perché non hanno voglia di lavorare...le intercettazioni servono solo per controllare noi popolino
autorizzate non vuole dire che non ne fanno senza autorizzazione. Fummo intercettati nel 1975 a Londra, ma poi videro che si erano sbagliati. Spavento per nulla...Appena 1.500 intercettazioni autorizzate ogni anno in Gran Bretagna
Aragorn ha scritto:Il Paese è spaccato in due. Da una parte ci sono gli intercettati, dall’altra ci sono quelli che, attraverso i giornali “ascoltano” le loro conversazioni telefoniche. Ma una cosa accomuna tutti: la bolletta da pagare.
Le intercettazioni telefoniche sono la voce più consistente tra le spese sostenute dal Ministero della Giustizia. Secondo i dati forniti da via Arenula, nel 2006 il “controllo degli indagati” è costato poco meno di 224 milioni di euro. Nell’anno precedente la spesa era stata anche maggiore: quasi 287 milioni. La riduzione è forse dovuta alle misure adottate per contenere i costi, ad esempio, del noleggio delle apparecchiature, passato da 70 a 20 euro al giorno.
Una ricerca elaborata dall’Eurispes rileva che in soli cinque anni, dal 2000 al 2004, le intercettazioni telefoniche sono aumentate del 128 per cento. Ipotizzando che per ogni utenza controllata siano coinvolte un centinaio di persone diverse (familiari, amici, colleghi), nel decennio 1995-2004 si arrivano a contare 30 milioni di italiani ascoltati dal “grande orecchio”. Significa che tre persone su quattro nella fascia d’età tra i 15 e i 70 anni sono state, o continuano a essere, intercettate.
Le intercettazioni. Servono all’autorità giudiziaria, ma ci sia chi risponda delle violazioni del diritto alla riservatezza.
In Germania e negli Stati Uniti e' soprattutto la sinistra a lamentare un abuso dello strumento e a denunciare la violazione dei diritti civili, mentre in Francia e in Gran Bretagna e' la destra più sensibile su questo tema. In Italia una legislazione volta a limitare il numero delle intercettazioni, e soprattutto ad evitarne la pubblicazione sui giornali, e' portata avanti da un governo di centrodestra, ma anche il principale partito di opposizione, il Pd, nel programma elettorale con il quale si e' presentò agli elettori alle ultime Politiche, nel 2008, mostrava un approccio rigoroso, ammonendo che "il divieto assoluto di pubblicazione di tutta la documentazione relativa alle intercettazioni e delle richieste e delle ordinanze emesse in materia di misura cautelare fino al termine dell'udienza preliminare, e delle indagini, serve a tutelare i diritti fondamentali del cittadino e le stesse indagini, che risultano spesso compromesse dalla divulgazione indebita di atti processuali". E sottolineava la necessità di "individuare nel Pubblico Ministero il responsabile della custodia degli atti, ridurre drasticamente il numero dei centri di ascolto e determinare sanzioni penali e amministrative molto più severe delle attuali, per renderle tali da essere un'efficace deterrenza alla violazione di diritti costituzionalmente tutelati". Il dibattito politico e giuridico sulle modalità e i limiti all'uso delle intercettazioni e' aperto anche negli altri Paesi. Di recente ha fatto discutere negli Stati Uniti la sentenza della Corte d'Appello del "secondo circuito" (New York), che ha negato al New York Times l'accesso alle intercettazioni riguardanti un giro di prostituzione che coinvolse, costringendolo alle dimissioni, l'ex governatore dello stato Eliot Spitzer. Una decisione che ribaltava quella precedente di una corte di livello inferiore, che invece aveva ordinato il rilascio delle registrazioni. I procuratori si erano opposti al rilascio del materiale, citando il diritto alla privacy dei clienti delle prostitute a loro volta intercettati, e in generale la necessità di mantenere nella segretezza le indagini. In nome dell'"interesse pubblico" della vicenda, appellandosi al Primo emendamento e alla pubblicità degli atti processuali, il New York Times chiedeva di accedere alle registrazioni - e già che negli Stati Uniti il quotidiano più importante della nazione abbia avanzato una richiesta formale all'autorità giudiziaria per avere accesso alle intercettazioni e' particolare degno di nota. Nel respingere gli argomenti del quotidiano la Corte spiegava che il Primo emendamento non poteva essere applicato a questo caso, perchè il Congresso aveva "espressamente creato" la legge sulle intercettazioni "per assicurare la riservatezza e la privacy", suggerendo che "le politiche pubbliche sono servite tramite una minore divulgazione piuttosto che una più ampia". E inoltre perchè "storicamente le intercettazioni non sono state mai aperte alla stampa e al pubblico". Un giudice di una corte distrettuale federale aveva invece sancito che c'era "un evidente interesse nell'ottenere informazioni sulle origini di un'indagine che aveva portato, alla fine, alle dimissioni del governatore". Nel 2004 una sentenza della Corte costituzionale tedesca ha costretto il legislatore ha riscrivere le norme che regolavano le intercettazioni, in particolare ambientali, perchè in buona parte anticostituzionali. Il principio affermato nella sentenza dai giudici costituzionali tedeschi e' che la dignità umana comprende il diritto ad una sfera privata di sviluppo della personalità assolutamente intangibile, e che non e' possibile alcun bilanciamento in chiave di proporzionalità fra inviolabilità del domicilio e interesse al perseguimento dei reati. Le garanzie che la legge deve fissare, quindi, per evitare qualsiasi violazione della dignità umana, ed il principio della sussistenza di requisiti oggettivi per ricorrere a tali forme di sorveglianza, devono essere particolarmente rigorosi. Le critiche mosse dalla Corte alle norme riguardavano in particolare questioni come i reati per i quali il ricorso alle intercettazioni e' sproporzionato rispetto alla gravità dell'illecito; l'assenza di disposizioni che prevedessero il divieto di utilizzare le informazioni ottenute in modo non conforme ai requisiti di legge, imponendone la cancellazione immediata; la mancanza di un obbligo di informativa nei confronti dei soggetti interessati dalle intercettazioni, soprattutto se si tratta di terzi non direttamente coinvolti nelle indagini. Un invito, dunque, al legislatore perchè definisse in modo specifico e dettagliato i casi nei quali la privacy degli interessati può essere violata per finalità di pubblico interesse.
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