E Cota taglia gli sprechi della Bresso

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E Cota taglia gli sprechi della Bresso

Messaggiodi Aragorn il 05 mag 2010, 13:00

Roma, via delle Quattro Fontane 116, interno 15. Ore 16.45 di un giorno feriale, suona il campanello. «Sì?». «Sono Roberto Cota». Panico. Nella sede distaccata della Regione Piemonte, su sette persone impiegate ne è rimasta una soltanto. Vabbè, due, se si conta quella che se ne stava andando ed è risalita di corsa al quarto piano. Raccontano dal suo staff che il neogovernatore leghista dopo quella visita a sorpresa non fosse affatto di buon umore. Aggiungono che comunque era nulla, rispetto alla furia del giorno successivo, quando s’è fatto dare il contratto di affitto.
Altro che Roma ladrona, qui. I contratti sono due. Il primo per diconsi 769 metri quadri, e cioè cento metri quadri per impiegato, per la modica cifra di 278.534,83 euro all’anno, esclusa l’Iva. Il secondo per altri 40 metri quadri al piano terra, canone annuo di 11.266,16 euro, sempre esclusa l’Iva. Più le spese: 11.687,20 euro per il riscaldamento, 4.302 quelle condominiali, 5.468 di energia elettrica, 40.209,98 per il servizio di pulizia, 22.238,21 per il servizio di vigilanza. Fanno 373.704 euro all’anno più spiccioli (e più Iva), oltre 31.142 al mese. È la capitale, bellezza. Ma vaglielo a spiegare a Cota. La disdetta è partita immediatamente, con il governatore che urlava «basta sprechi» e con una nota del 27 aprile nella quale si avverte la proprietà che l’amministrazione le proverà tutte per «contrattare la possibilità di una riduzione del periodo contrattualmente ancora previsto a carico della Regione Piemonte». Sì, perché la giunta Pd di Mercedes Bresso aveva ragionato sul lungo periodo, potenza della certezza di non cedere lo scettro, fissando in sei anni la durata della locazione. Il primo contratto è stato stipulato il primo marzo 2006 con scadenza il 28 febbraio 2012. Il secondo va dal 16 settembre 2006 al 15 settembre 2012. Entrambi prevedono il rinnovo automatico in mancanza di disdetta almeno dodici mesi prima. Il giorno dopo l’improvvisata romana, Cota s’è affrettato a inviare la raccomandata per la disdetta, e ha dato mandato ai legali di studiare una transazione per traslocare prima della scadenza. «Un appartamento di due stanze, magari non in pieno centro, basta e avanza: comunque da qui noi ce ne andiamo immediatamente», ha tuonato coi suoi.
Prossimo passo, controllare ruoli e contratti dei dipendenti. In generale, nelle sedi romane delle Regioni dipendenti e funzionari hanno ruoli di supporto ad assessori e governatori per la partecipazione alle Conferenze Stato-Regioni, Unificata e dei Presidenti, notificano gli atti a Corte Costituzionale, Consiglio di Stato e Tar del Lazio, tengono i rapporti con i ministeri, organizzano iniziative di promozione turistica. Il Piemonte ha sette impiegati, così come Veneto e Lombardia. Nulla a confronto delle grandi Regioni del Sud. A fine 2008, la Campania a Roma aveva distaccato qualcosa come 18 persone, spendendo 650mila euro lordi all’anno di stipendi e 84mila euro più Iva di uffici. La Sicilia schierava ben 27 persone, cioè quelle di Valle D’Aosta, Friuli, province autonome di Trento e Bolzano messe assieme.


«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,

le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»

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