Facebook doveva essere il luogo privilegiato dove incontrare nuovi amici o ritrovare gente che non vedevi più dai tempi delle scuole medie. Invece si sta lentamente rivelando il luogo dove “tutti odiano tutti”. Dove se vuoi farti notare devi per forza annunciare che vuoi ammazzare qualcuno. Come quelli dell’(ex) gruppo “Uccidiamo Berlusconi”. Ma forse non tutto il male viene per nuocere…
La frenesia di usare Facebook per sopprimere chi mi sta antipatico non conosce limiti. Il record di iscrizioni l’ha toccato il gruppo “Non vorresti colpire il gattino Virgola con una mazza da Golf?” che ha raggiunto quota 277.946 membri – in pratica un’intera città pronta a sopprimere il gattino canterino delle suonerie virtuali. Archiviate le immaginifiche forme per l’eliminazione del felino (“Come uccidere Virgola? Facendolo investire da una Punto”), scopriamo che i serial killer di Facebook sono pronti a una strage di massa. Si va da quelli che “Uccidiamo Costantino” (non l’imperatore Romano ma il re dei tronisti di “Uomini e donne”), all’innocuo romanziere per ragazzi Federico Moccia (“Fondiamo i lucchetti di Ponte Milvio e poi lo strangoliamo”), e se la “fede” degli ultrà può spiegarci come mai la stessa fine toccherà a Mourinho, “Ibra” o all’agente Spaccarotella, ci chiediamo da dove nasca tutto quest’odio contro la povera Candy Candy, la gattina Hello Kitty o il pokemon Pikachu.
Sarebbero almeno 500 le personalità raggiunte dalle fatwa di Facebook. Insomma, questi network saranno pure “social” ma, come accade nella vita reale, oltre ad accomunare amori hobby e amicizie, servono anche a sostituire il vecchio adagio romanesco “Ma va’ a morì ammazzato”. Ma pensandoci bene la minaccia della carneficina non dovrebbe preoccuparci più di tanto. La maggior parte delle relazioni che stabiliamo su Facebook sono finte, virtuali, lo dice la parola stessa. E quindi meglio l’odio su Facebook che quello vero. Almeno i killer che discettano sul calibro del proiettile destinato al nostro presidente del consiglio continueranno a farsi queste pippe mentali soltanto in Rete. Il loro odio si fermerà nel recinto del web, senza trasformarsi in azioni e comportamenti antisociali. Se la Rete è il grande sedativo delle pulsioni distruttive e omicidiarie che attraversano la nostra società, benvenga anche Facebook.