Certo che l'Olanda riuscì anni or sono a fare un vero discorso di tolleranza e ad impedire lo sviluppo maggiore delle polveri; infatti i tossici andavano là per acquistare, ma gli olandesi tossici si vedevano ben poco... che ne sarà ora che così facendo farà crescere il mercato nero? Ricominciano a sbagliare? Anche là si dovrebbe puntare sull'eliminazione di tali polveri, altrimenti tanti sforsi fatti in tanti anni sarebbero stata cosa inutile. L'ha detto anche un comunicato dell'Onu...
Giorni contati per i "turisti dello spinello": il governo olandese si appresta a presentare entro l'anno un progetto di legge perché, ad Amsterdam e in tutto il Paese, "i coffee shop dove la vendita di hashish e marijuana è tollerata divengano più piccoli ed esclusivamente orientati ai consumatori locali". E già da dopodomani nei comuni di Roosendaal e Bergen op Zoom entrerà in vigore il divieto di vendere droghe leggere, mentre da gennaio nelle otto città di frontiera della provincia di Limburgo - Maastricht compresa - l'accesso ai coffee shop sarà consentito solo a "soci" muniti di pass identificativo e di bancomat olandese.
Non sono che le ultime battute di un dibattito in corso da mesi in Olanda sulla cosiddetta bedoogbeleid o "politica della tolleranza" che ne ha fatto una Mecca delle droghe leggere per milioni di europei, causando però non pochi problemi interni e sollevando la contrarietà dei vicini stati europei. Mesi fa il governo di coalizione olandese aveva perciò incaricato una commissione di redigere un memorandum sulle politiche olandesi sulle droghe. Obiettivo: sciogliere il garbuglio legale creato nel 1976 dalla Legge sull'oppio che da un lato depenalizzava il possesso e il consumo di cannabis sino a 5 grammi dando licenza ai coffee shop di venderne e tenerne in magazzino sino a 500 grammi, dall'altro continuava a perseguire la coltivazione e la vendita consegnando di fatto alla criminalità un giro d'affari da 2 miliardi l'anno.
È per porre fine a questi paradossi che due mesi fa la commissione ha proposto di limitare la vendita di cannabis a consumatori locali e di sperimentare la produzione e l'approvvigionamento legali di coffee shop per soli soci. Raccomandazioni che il governo sembra deciso ad adottare. A fare da apripista con progetti-pilota saranno quei comuni di frontiera che più di tutti lamentano le nuisances, i danni e i fastidi causati da turisti sotto effetto di stupefacenti. Sono circa 4 milioni quelli che si recano ogni anno nella provincia di Limburgo, mentre in 25mila varcano ogni settimana il confine per comprare cannabis a Roosendaal o Bergen op Zoom. Per loro C'est fini, avvertono volantini distribuiti ad Anversa ai giovani belgi. Sta per finire, spiegano, il tempo in cui a loro bastava varcare il confine per rifornirsi di cannabis in un coffee shop olandese. L'unica speranza per i tanti "turisti dello spinello", italiani compresi, resta ora il Consiglio di Stato a cui spetta decidere se limitare la vendita ai soli olandesi non sia "discriminatorio" e contrario alla libera circolazione delle persone e delle merci in vigore in Unione europea.
http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/esteri/amsterdam-coffeeshop/amsterdam-coffeeshop/amsterdam-coffeeshop.html