altro che crisi mondiale...

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altro che crisi mondiale...

Messaggiodi Aragorn il 22 mar 2009, 14:42

Alla faccia della crisi, la Cina prevede più 8% La relazione del premier sullo «stato del paese» ha aperto ieri a Pechino l'Assemblea del popolo. Dieci giorni di riunione per ratificare la ricetta anti-crisi già decisa dal partito: invariato lo «stimolo economico» che dovrà garantire una forte crescita anche nel 2009, arginare la disoccupazione, rilanciare i consumi interni Wen Jiabao: «Obiettivo realistico». Ma c'è chi è pessimista La Cina dovrà affrontare il suo «anno più difficile» ma al di là di questo avvertimento lo sconquasso dei tempi non ha portato brividi né sorprese nel «discorso sullo stato della Cina» con cui il premier Wen Jiabao ha aperto ieri a Pechino l'annuale rito del Congresso nazionale del popolo (Npc), il simulacro di Parlamento che ogni anno il 5 di marzo si riunisce in seduta plenaria a Pechino. Due ore di consuntivo 2008 e di previsioni 2009 scandite dal frusciare delle pagine voltate contemporaneamente dai tremila delegati. Un discorso già scritto nel corso dei Plenum di partito e delle riunioni del Comitato permanente del Congresso tenute nelle settimane precedenti a porte chiuse. Deluso, ieri, chi aveva creduto alla notizia che il giorno prima aveva fatto schizzare del 6% la Borsa di Shanghai, e cioè che il capo del governo avrebbe annunciato un'aggiunta cospicua al pacchetto di stimolo da 585 miliardi di dollari già stanziato nel novembre scorso. Che tutto questo non si sia appalesato non ha però scosso ieri le Borse. La leadership cinese cerca di mandare al mondo, ma soprattutto ai suoi governati un messaggio di confidenza e di fiducia: il premier Wen ha assicurato che, nonostante il cataclisma in corso, il paese continuerà a crescere e l'8% è considerato un «obiettivo realistico». Il numero, di buon auspicio nella numerologia cinese, è considerato il livello minimo di crescita necessario per mantenere la stabilità sociale. Gli osservatori esterni non sono però altrettanto ottimisti, considerato che la crisi globale infuria e non è ancora emersa in tutta la sua gravità. Il Fondo monetario non va oltre una previsione del 6,7%, per Morgan Stanely sarà tanto se la Cina riuscirà a crescere del 5,5% nel 2009. Arrestare il declino è tuttavia imperativo. Oggi, secondo fonti ufficiali, tra i 20 e i 25 milioni di migranti (dei 130 milioni che ufficialmente conta il paese, ma che in realtà non sarebbero meno di 200 milioni) hanno perso già il lavoro, per la chiusura di decine di migliaia di fabbriche nelle zone costiere più sviluppate. Milioni di laureati dalle forti aspettative vengono ogni anno sfornati dalle università (che nel 2008 contavano 5,68 milioni di studenti) e hanno difficoltà crescenti a trovare un'occupazione all'altezza della loro preparazione. L'obiettivo enunciato da Wen per il prossimo anno è quello di tenere la disoccupazione urbana al di sotto del 4,6% con la creazione di nove milioni di posti di lavoro. Ma le statistiche ufficiali, in genere approssimate per difetto, già oggi parlano di un tasso di disoccupazione del 4,2% che esplicitamente esclude i lavoratori migranti. Secondo uno studio dell'Accademia sociale delle scienze, se si tiene conto anche di questi, il tasso di disoccupazione ha toccato il 9,4% nel 2008 e arriverà all'11% nel 2009. La Cina deve affrontare «difficoltà e sfide senza precedenti» ha avvertito Wen Jiabao ma ha anche assicurato che ci sono «le condizioni e le capacità» per superarle e che la strategia messa in atto da tempo dai vertici a tutti i livelli è quella giusta. Per contrastare la marea il premier ha annunciato l'innalzamento di una barricata fatta di grandi opere infrastrutturali e di sussidi economici crescenti. Il tutto dovrà collegarsi a un cambiamento della strategia di sviluppo che dovrà imperniarsi sull'aumento dei consumi interni più che su esportazioni ormai in costante declino. Basta con la leggendaria frugalità cinese e i tassi di risparmio più alti del mondo. Una buona quota di risorse aggiuntive è riservata alle campagne (vedi box nella pagina) dove ancora oggi vivono 700 milioni di cinesi e dove alcuni milioni stanno tornando, scontenti, per mancanza di lavoro. Tra aumento delle spese (12 miliardi di yuan, oltre un miliardo di euro, serviranno ad aumentare gli stipendi di 12 milioni di insegnanti) e tagli delle tasse, il deficit dello stato raggiungerà una cifra record: 950 miliardi di yuan, il 3% del reddito nazionale. Nel 2008 la percentuale era stata dello 0,4%. Ma in questo mare di cifre ed incrementi, nessuno ha capito se tutto ciò era già scritto nei 585 miliardi di dollari già stanziati, o c'è qualcosa di nuovo che va ad aggiungersi per rafforzare la guerra al la crisi. D'altra parte lo stesso piano di stimolo è rimasto un rebus, nella sua articolazione di investimenti e flussi di denaro. Un terzo solo dell'ammontare sarà erogato dallo stato centrale, mentre il resto è affidato a governi locali, banche e imprese, come molti critici dentro e fuori il Partito hanno fatto rilevare. In una lettera dello scorso 20 gennaio, un gruppo di anziani ma autorevoli dirigenti del Pc si è detto preoccupato «che i privilegiati e i corrotti sfruttino quest'occasione per arricchirsi, danneggiare i rapporti tra Partito e popolo e aggravare l'instabilità sociale». Se la crisi è pericolo ma anche opportunità, l'ora della chiarezza è scoccata.------------------------- L'anno scorso più 9% nonostante l'uragano Qualche cifra tra le più importanti del rapporto Wen. L'anno appena trascorso ha visto il Pil cinese crescere del 9%, fino 30mila miliardi di yuan (1 euro = 8,6 yuan). Import ed export insieme hanno totalizzato 2.560 miliardi di dollari. 11 milioni di residenti urbani hanno fatto il loro ingresso nella forza lavoro. Il reddito urbano annuo pro capite ha raggiunto i 15.781 yuan (+8,4% in termini reali) mentre quello rurale è stato di 4.761 yuan (+8%). La spesa di bilancio stanziata dal governo per l'agricoltura è stata di 595 miliardi di yuan (+ 37,9% rispetto al 2007). Nel 2009 la somma sarà di 716 miliardi. Nel 2008 il governo ha investito 116,3 miliardi di yuan in scienza e tecnologia (+16,4% rispetto al 2007). Nel 2009 ne stanzierà 146 miliardi (+26,6%). Circa 42 miliardi di yuan sono stati investiti nel 2008 in progetti di risparmio energetico e protezione ambientale. Un totale di 814 milioni, il 91,5% della popolazione rurale, ha beneficiato di un nuovo sistema sanitario cooperativo. Il governo prevede nel 2009 di stanziare per la spesa sociale 293 miliardi di yuan (+17,6%). ------------------------------------------------ ------------------------------------------------ Il susseguirsi di una serie di indicatori, in larga parte negativi, ha convinto negli ultimi due giorni sia il primo ministro indiano Manmohan Singh che la banca d'affari Goldman Sachs a rivedere al ribasso le stime di crescita della terza potenza asiatica. Domenica è toccato a Singh ammonire che nel prossimo anno fiscale (che inizierà ad aprile 2009) il Prodotto interno lordo indiano probabilmente non crescerà più del 7,5%, in calo rispetto al +8% pronosticato per quest'anno. Lunedì mattina è invece giunta la stima assai più severa di Goldman Sachs che prevede addirittura un +6,7% per l'anno in corso e un modesto +5,8% per quello successivo. Due stime improntate al pessimismo che hanno trovato una prima possibile conferma nel giro di poche ore quando lunedì mattina la Society of Indian Automobile Manufacturers ha reso noti i dati relativi alle vendite del mese di ottobre. Le immatricolazioni di veicoli passeggeri si sono fermate sotto le 99mila unità, in calo del 6,6% rispetto allo stesso mese del 2007, deludendo le attese che abitualmente accompagnano l'inizio, in autunno, della cosiddetta festival season (in cui si concentrano sia le maggiori ricorrenze religiose che l'inaugurazione della stagione dei matrimoni) che di norma dà slancio ai consumi.


«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,

le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»

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Re: altro che crisi mondiale...

Messaggiodi takion il 22 mar 2009, 22:16

Aragorn, siamo sempre là: la legge è uguale per tutti, però per alcuni lo è un po' di più...

Comunque anche se la CIna manifesta in tale grande modo, ancora deve arrivare per bene all'Europa, non come ha fatto sino ad oggi... Comincino ad usare materiali idonei e vedremo. Non possiamo permetterci di importare posateria a tonnellata, e colpita da radiazioni (gamma)... e tutto perché non hanno depurato l'acciaio acquistato dai russi...o scarpe la cui tomaia è altamente cancerogena, o altro di cui tutti sappiamo.
Da quando le persone corrotte si uniscono tra loro per costituire una forza, le persone oneste devono fare lo stesso
(Conte Leo N. Tolstoy)
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