WASHINGTON - L'Iran è diventato il terreno di battaglia nella nuova Guerra Fredda diplomatica tra Washington e Mosca, con gli Stati Uniti impegnati in equilibrismi sempre più difficili per tenere la Russia sotto pressione (per l'invasione della Georgia) ma per ottenere anche nello stesso tempo la collaborazione su un'ampia serie di problemi comuni (dalla lotta alla proliferazione nucleare a quella al terrorismo). Dopo il duro discorso pochi giorni fa del segretario di stato americano Condoleezza Rice (che aveva accusato il Cremlino di 'teppismo') e le accuse del presidente George W. Bush, ieri dal podio della Assemblea Generale, di avere violato la Carta dell'Onu con la invasione della Georgia, la Russia ha risposto ritirando la sua partecipazione dalla riunione in programma domani del 'sestetto' per discutere una quarta serie di sanzioni nei confronti di Teheran per la questione del programma nucleare. Il messaggio di Mosca è stato chiaro: gli Usa devono scegliere se vogliono avere un rapporto conflittuale o di cooperazione con noi. "Non possono avere entrambi", ha sottolineato il Cremlino.
A rendere ancora più incandescente la situazione ha contribuito, come era prevedibile, il discorso del presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad ieri pomeriggio al Palazzo di Vetro carico di riferimenti giudicati "antisemiti" dagli israeliani. Il presidente iraniano ha affermato, tra l'altro, che "l'integrità e i diritti degli americani e dei popoli europei sono manovrati da un numero ristretto ma ingannevole di persone, chiamate Sionisti". Israele ha definito "assurda" la richiesta di Teheran di candidarsi ad un seggio al consiglio di sicurezza per il biennio 2009/10 quando i paesi asiatici dovranno scegliere il successore della Indonesia.
Il presidente israeliano Shimon Peres, nel suo intervento oggi all'Onu, ha accusato l'Iran di essere al centro "della violenza e del fanatismo in Medio Oriente". Peres ha detto che l'Iran "continua ad arricchire uranio e a produrre missili a lungo raggio". ''L'Assemblea Generale e il Consiglio di Sicurezza - ha detto Peres - hanno la responsabilità di prevenire i disastri prima che succedano". L'Iran non ha risparmiato i fendenti anche agli americani chiedendo la fine della loro "occupazione" dell'Iraq. Gli Stati Uniti spingono per una nuova serie di sanzioni contro Teheran (portando avanti la 'doppia strategia' degli incentivi e delle punizioni) ma hanno bisogno del sostegno degli altri paesi che compongono il sestetto (cioé i cinque membri permanenti del consiglio di sicurezza più la Germania) ma si trovano davanti lo scarso entusiasmo della Cina e l'aperta ostilità adesso della Russia, decisa a far pesare a Washington il prezzo da pagare per la nuova Guerra Fredda diplomatica.
Nell'incontro in programma oggi a New York tra la Rice e il suo collega russo Serghei Lavrov, in margine ai lavori della Assemblea Generale delle Nazioni Unite, i temi principali della agenda sono l'Iran, la Corea del Nord e, più delicato di tutti, la Georgia. Il ministro degli esteri Franco Frattini ha osservato oggi che la cancellazione della riunione ministeriale del sestetto "é purtroppo un primo effetto dell'irrigidimento della collaborazione tra la Russia e gli altri grandi attori internazionali". E dimostra, ha osservato Frattini, che la Russia non va isolata perché "é un partner essenziale". Frattini ha ricordato che l'Italia aveva affermato, durante il dibattito europeo, che "la Russia non va isolata, perché se poi Mosca decide di non collaborare è un problema. Io mi auguro che si tratti di una situazione solo temporanea".
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