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Alimentazione: 1 mln di giovani italiane lotta con il cibo

MessaggioInviato: 05 giu 2008, 17:36
di Aragorn
Roma, 4 giu. (Adnkronos Salute) - Italiani in crisi davanti al piatto. Un disagio diffuso, che colpisce sempre più uomini e bambini, ma sembra accanirsi in particolare con le giovani donne: oltre un milione è alle prese con seri problemi di alimentazione, soprattutto bulimia e anoressia. Secondo gli specialisti di nutrizione che si riuniranno a Vicenza per il X Congresso Nazionale Ansisa (Associazione nazionale specialisti scienza alimentazione), dal 5 al 7 giugno, la situazione è ormai preoccupante. E comporta rischi spaventosi, considerato che per le anoressiche il tasso di mortalità è fino a 12 volte maggiore rispetto alle coetanee sane, e di 1,5 volte superiore alle depresse.

"I dati epidemiologici ci dicono che in Italia, come negli altri Paesi occidentali, anoressia e bulimia rappresentano un problema sociale e sanitario di grande rilevanza", sottolinea Roberto Ostuzzi, presidente del congresso, presidente Ansisa e responsabile del Centro disturbi alimentari Casa di Cura Villa Margherita, Arcugnano (VI).

"Se è vero che le donne sono le più colpite, e che il 20-30% va incontro a una cronicizzazione, è preoccupante anche la crescita del numero di maschi con un rapporto difficile con l'alimentazione". Anche in questo caso, secondo lo specialista, si tratta di "un numero oggi rilevante" di persone. 'Cibo del futuro, futuro del cibo' è il titolo del X Congresso, che sottolinea la volontà degli specialisti della nutrizione di interrogarsi su come intervenire nei prossimi anni per arrestare un trend che sembra ormai consolidato.

"L'Italia - riprende Ostuzzi - non è più il Paese dagli ingredienti sani e dalla dieta che tutto il mondo ci invidiava. Siamo anche noi travolti dal fenomeno battezzato 'globesità', comune a tutti i Paesi occidentali", l'invasione di cibi spazzatura e dei conseguenti chili di troppo. "E' necessaria un'inversione di rotta - raccomanda - che tenga conto delle difficoltà delle persone alle prese con l'ago della bilancia e dei fattori socioculturali che intervengono nella genesi di queste problematiche".

L'esperto punta il dito sulla valorizzazione della magrezza, sul mito del successo, sulle elevate richieste di performance e sul timore del giudizio altrui. Sono solo alcuni dei fattori che giocano un ruolo cardine nell'insorgenza di patologie legate all'alimentazione, spiega.

I disturbi alimentari su molti siti internet vengono addirittura mitizzati, come espressione della capacità di autocontrollo e disciplina. Tra i fattori che possono predisporre, gli specialisti ricordano un modesto sovrappeso, abbinato a perfezionismo, all'inclinazione ad adeguarsi alle aspettative altrui negando i propri bisogni. Ma anche una difficoltà di autonomia e autostima, problemi di identità, insoddisfazione del proprio corpo. Inoltre è sempre maggiore la frequenza con cui si incontrano ragazze che hanno una madre con disturbo alimentare, e questo solitamente complica molto le cure.

Insomma, anoressia e bulimia 'ereditate' dalla mamma? "Nell'ultimo anno abbiamo registrato che, su 100 nuovi casi, ben il 20% ha queste caratteristiche. D'altra parte i nostri studi ci dicono che fra le ragazze di 16 anni il 70% è scontento del proprio corpo e vorrebbe dimagrire", spiega Ostuzzi. Che se la prende anche con i fisici scultorei proposti dalle riviste patinate, così difficili da eguagliare perché lontani anni luce dalla realtà. Diversi studi dimostrano che le ragazze che leggono abitualmente riviste di moda sono più soggette a comportamenti alimentari disturbati. Segno che anche il giro di vite sul 'giro di vita' delle modelle anoressiche non ha sortito gli effetti sperati.

Ma allora cosa fare? Per arginare la deriva alimentare italiana è necessario uno sforzo congiunto, dice lo specialista dell'Ansisa. Un tavolo di discussione che coinvolga istituzioni e comunità scientifiche, ma anche aziende e media, famiglia e scuola.

"Spesso conta il voto più che la voglia di sapere, ma questo non deve generare pressione alla performance. Il voto deve esprimere solo una valutazione su quanto si è studiato. La scuola, come la famiglia, può educare a imparare dai propri errori - raccomanda l'esperto - che non devono generare rimproveri, ma un momento di riflessione che aiuti ad apprendere. È importante attuare nella scuola interventi di promozione della salute, dell'autostima, dell'immagine corporea, dell'attività fisica. Su questi punti è importante concentrare gli interventi educativi", conclude Ostuzzi.

Re: Alimentazione: 1 mln di giovani italiane lotta con il cibo

MessaggioInviato: 05 giu 2008, 21:17
di nemesys_72
brutta storia quella dei problemi dell'alimentazione, vista da lontano sembra na stron**ta, se si ha qualcuno vicino che ne soffre è una cosa devastante..

Re: Alimentazione: 1 mln di giovani italiane lotta con il cibo

MessaggioInviato: 07 giu 2008, 11:55
di takion
I dati epidemiologici ci dicono che in Italia, come negli altri Paesi occidentali, anoressia e bulimia rappresentano un problema sociale e sanitario di grande rilevanza
Raga: vi siete mai chiesti perché tali malattie siano in USA, Occidente e Paesi altrettanto "ricchi"?

Come mai non c'è anche in Africa?

Comincino a farsi 20 km andata e 20km ritorno per andare a prendere l'acqua per 1 giornata e poi vediamo quale malattia soffriranno...
Tutta gente che ha niente da fare e si crea pensieri che interagiscono con la mente; vadano a lavorare, a fare qualcosa che occupi la loro mente veramente e vedremo se ancora ne soffriranno... è vero che sono malattie, ma di tipo mentale.

Re: Alimentazione: 1 mln di giovani italiane lotta con il cibo

MessaggioInviato: 07 giu 2008, 12:18
di nemesys_72
io c'ho un'amica che soffre di disturbi alimentari da parecchi anni e ti posso assicurare che non è la tipa che non fa un ca**o dalla mattina alla sera, quindi ti prego di tenerti la tua ipocrisia in bocca, di accendere il cervello e di riflettere prima che questo dia l'impulso alle tue mani di scrivere stron**te di questo genere, grazie..

Re: Alimentazione: 1 mln di giovani italiane lotta con il cibo

MessaggioInviato: 07 giu 2008, 16:02
di takion
1 su quanti milioni? Vuoi sapere tutte le amiche di mia sorella che soffrivano di disturbi che fine hanno fatto?
Ho parlato genericamente come generica è la cosa. Solo se entri nel caso specifico è come dici, ma anche in quello la base prima da analizzare è il tipo di vita condotta. Inoltre: ci sono ragazze e donne che pur lavorando anche 10 ore/giorno, il loro primo pensiero è per la dieta, la linea e far sfigurare le amiche. Per cui: non chiederlo a me, ma chiedilo ai medici che le curano o che hanno anche solo interpellato e vediamo cosa ti rispondono (attenzione: medici e non praticanti).

Sai cosa è la psicosomatologia?

quindi ti prego di tenerti la tua ipocrisia in bocca, di accendere il cervello e di riflettere prima che questo dia l'impulso alle tue mani di scrivere stron**te di questo genere, grazie..


Poi ti leggerai il tutto sui giornaletti scandalistici o sulle info di qualche sito alquanto credibile... Contento te...

Vedo che sai molto bene offendere chi ti risponde, ma senza saper controbattere scientificamente quindi ti mollo nel tuo brodino di me***a e... buon bagno!
Poi però non dire che ti senti offeso!

Re: Alimentazione: 1 mln di giovani italiane lotta con il cibo

MessaggioInviato: 07 giu 2008, 16:20
di nemesys_72
no, non mi offendo di sicuro per le dichiarazione di un tuttologo, non ti preoccupare..
fortuna che sei arrivato tu a dirmi che c'è da analizzare il caso specifico, il tipo di vita condotta, di parlare con medici e non praticanti, etc..
grazie perchè davvero hai risolto il problema in tutto il mondo, dovrebbero darti il nobel, in 4 righe hai risolto il problema di milioni di persone..

Re: Alimentazione: 1 mln di giovani italiane lotta con il cibo

MessaggioInviato: 07 giu 2008, 16:23
di Aragorn
raga cerchiamo di proseguire con un dialogo civile, io sono fermamente convinto che la realtà e la verità non esistono, ma esistono un sacco di realtà e verità, cioè quelle di ognuno di noi e un forum è fatto per imparare a guardare il mondo con gli occhi altrui.