Bambino nasce senza reni, i genitori non autorizzano la dialisi Il Tribunale toglie la patria potestà
Davide ha una malattia col nome del maghetto che piace ai bambini, si chiama Potter. Vuol dire che nasci senza reni, coi piedi torti, gli ureteri e la vescica assenti, e la magia è se sopravvivi. Lui, che ha un mese, la magia l'ha fatta e ora respira da sè, senza macchine e tubi. Per questo i medici hanno pensato che fosse il caso di provarci, e di sottoporlo a dialisi nonostante il corpicino di qualche chilo e le vene piccole come fili d'erba. I genitori, però, Maria Rita e Massimo, di Foggia, volevano pensarci su: quei piedi torti, e la fatica di vivere...la dialisi non sarebbe stata un accanirsi su un bambino che, tanto, guarire non può? Volevano chiedere un consulto, capire. Ma non c'è tempo: Davide dev'essere curato subito. Per questo il Tribunale dei minori di Bari ha tolto loro la patria potestà, e ha affidato Davide al giudizio dei medici. Loro, i genitori, hanno fatto ricorso allo stesso Tribunale, che nei prossimi giorni dirà cos'ha deciso, se restituire Davide alle cure dei genitori o lasciarlo a quelle dei dottori. Sentenza non semplice. Il vicepresidente del Comitato nazionale di bioetica (Cnb) Lorenzo D'Avack, per esempio, pensa che togliere la potestà ai genitori sia stato corretto: «Dinanzi a una questione di vita o di morte, da decidere in tempi stretti, è giusto che la decisione sia demandata in prima istanza ai medici, chiamati a valutare se ci sono chances di sopravvivenza per il neonato derivanti da interventi terapeutci, senza cadere nell'accanimenmto terapeutico. Ciò indipendentemente dalla volontà dei genitori». Non la pensa così il nefrologo Giuseppe Remuzzi, dell'istituto Mario Negri di Bergamo: «La maggior parte dei neonati con questa sindrome muore in utero anche perché all'assenza dei reni sono associate altre malformazioni. Per coloro che sopravvivono ci sono anche complicanze polmonari che determinano frequenti infezioni. Il trapianto di rene potrebbe in teoria essere una prospettiva ma non è possibile prima dei 2-4 anni e fino ad ora nessuno neonato con questa sindrome è arrivato alla sostituzione d'organo. Per tutte queste ragioni le decisioni mediche vanno prese con i genitori che dovranno essere convinti delle scelte da fare. Ci sono genitori che farebbero qualunque cosa se ci fossero prospettive, ma quando non ce ne sono occorre grande prudenza e comunque avere sempre il loro consenso».