I ministri "ombra" chiedono gli uffici in parlamento

Non ci posso credere: se sono vere le notizie di stampa i ministri-ombra vogliono un ufficio in Parlamento. Una depandance-ombra di Palazzo Chigi, con tanto di uffici legislativi-ombra, computer-ombra, collaboratori-ombra e portavoce-ombra. Sarà il caso di provvedere anche a commessi-ombra. Di certo non potranno mancare le auto blu-ombra, magari, per una volta, un'ombra metallizzata!
Miei cari lettori, voi penserete che io stia scherzando. Sembra, purtroppo, di no. Sarebbe stato, infatti, un uomo serio come Enrico Morando, coordinatore dello shadow cabinet (governo-ombra, ma in inglese rende meglio), a chiedere al premier l'istituzionalizzazione del governino. Con tutto ciò che ne consegue. Ora, come la pensi io non c'è bisogno di ripeterlo: nella legislatura 2001-2006 proposi di cambiare il regolamento del Senato al fine di introdurre una corsia preferenziale per il governo e lo statuto dell'opposizione, che fosse - dunque -propedeutico ad una condizione di confronto anglosassone, per rendere possibile finalmente in Italia una sana democrazia dell'alternanza. Non se ne fece nulla.
Oggi, come si è visto, il tema ritorna. Ritorna - come insegna oltre alla storia anche la cronaca -temo purtroppo sotto le vesti della farsa. Mentre si dichiara di porre fine ai tanti inutili privilegi della casta, nella realtà si rischia di imboccare la strada contraria, aumentando addirittura i posti delle prebende. Figurarsi che goduria se alla fine della pista delle riforme ci trovassimo con due governi, uno - si intende - ombra, due parlamenti, uno sempre ombra, e migliaia di posti per i portaborse in più. Per intanto, visto che il nuovo sottosegretario alle Comunicazioni Paolo Romani ci ha informato di aver trovato, a sua completa disposizione, ben 25 autisti, ci permettiamo una modesta proposta: perché, intanto, nel nuovo clima di dialogo e di risparmio, non li presta al governo-ombra? Se non ci fosse da ridere ci sarebbe da piangere.
Di W. Bordon
Miei cari lettori, voi penserete che io stia scherzando. Sembra, purtroppo, di no. Sarebbe stato, infatti, un uomo serio come Enrico Morando, coordinatore dello shadow cabinet (governo-ombra, ma in inglese rende meglio), a chiedere al premier l'istituzionalizzazione del governino. Con tutto ciò che ne consegue. Ora, come la pensi io non c'è bisogno di ripeterlo: nella legislatura 2001-2006 proposi di cambiare il regolamento del Senato al fine di introdurre una corsia preferenziale per il governo e lo statuto dell'opposizione, che fosse - dunque -propedeutico ad una condizione di confronto anglosassone, per rendere possibile finalmente in Italia una sana democrazia dell'alternanza. Non se ne fece nulla.
Oggi, come si è visto, il tema ritorna. Ritorna - come insegna oltre alla storia anche la cronaca -temo purtroppo sotto le vesti della farsa. Mentre si dichiara di porre fine ai tanti inutili privilegi della casta, nella realtà si rischia di imboccare la strada contraria, aumentando addirittura i posti delle prebende. Figurarsi che goduria se alla fine della pista delle riforme ci trovassimo con due governi, uno - si intende - ombra, due parlamenti, uno sempre ombra, e migliaia di posti per i portaborse in più. Per intanto, visto che il nuovo sottosegretario alle Comunicazioni Paolo Romani ci ha informato di aver trovato, a sua completa disposizione, ben 25 autisti, ci permettiamo una modesta proposta: perché, intanto, nel nuovo clima di dialogo e di risparmio, non li presta al governo-ombra? Se non ci fosse da ridere ci sarebbe da piangere.
Di W. Bordon