ANTICA OLIMPIA (GRECIA) - La fiaccola olimpica di Pechino 2008 è stata accesa nel sito archeologico dell'Antica Olimpica, a 320 chilometri da Atene.
Sarebbe un 48enne tibetano l'uomo che ha fatto irruzione prima dell'inizio della cerimonia di accensione della fiaccola olimpica, durante il discorso di Liu Qi, presidente del comitato organizzatore di Pechino 2008. Lo ha reso noto la polizia greca, precisando che per questa vicenda sono state fermate in tutto tre persone. L'uomo che è riuscito a portarsi alle spalle di Liu sventolava una bandiera nera con cinque manette al posto dei cerchi olimpici, e sotto la scritta "Beijing 2008". Un comitato di esiliati tibetani aveva annunciato già ieri azioni di protesta ad Olimpia. Oggi la polizia greca (un migliaio di agenti sono stati dislocati nella zona intorno al sito archeologico dove si è svolta la cerimonia) ha fermato altre 25 persone, definiti attivisti politici, che stavano tentando di raggiungere l'Antica Olimpia.
Ad accendere il fuoco olimpico, mettendo la torcia in uno specchio concavo che rifletteva i raggi solari, è stata, davanti al Tempio di Era e nei panni di un'antica sacerdotessa, l'attrice greca Maria Nafpliotou, che ha approfittato di un momento in cui il sole ha fatto breccia fra le nuvole che sovrastavano il sito archeologico di Olimpia. Poi la fiaccola è stata consegnata al primo tedoforo di Pechino 2008, l'atleta greco Alexandros Nikolaidis, medaglia d'argento ai Giochi di Atene 2004 nel taekwondo. Ora la 'staffetta' olimpica continuerà in Grecia per sei giorni.
SI RITIRA TEDOFORA THAILANDESE
BANGKOK - Una tedofora thailandese, l'ecologista Narisa Chakrabongse, ha annunciato oggi che non porterà la fiamma olimpica in segno di protesta contro la repressione cinese in Tibet. "Voglio mandare un messaggio forte alla Cina per dire che le sue azioni non possono essere accettate dalla comunità internazionale e che deve rivedere urgentemente la sua politica nei confronti del Tibet" ha detto l'ecologista, che è presidente della Green World Foundation. Narisa fa parte degli 80 thailandesi selezionati per portare la fiamma olimpica, attesa il 18 aprile a Bangkok.
GOVERNO IN ESILIO: I MORTI SONO STATI 130
DHARAMSALA (INDIA) - Il governo tibetano in esilio a Dharamsala, in India, ha detto oggi che le vittime della repressione cinese contro le manifestazioni in Tibet sono stati 130.
Il primo ministro in esilio Samdhong Rinpoche ha spiegato che la cifra "proviene da nostre fonti in Tibet. La cifra verificabile è di circa 130 in tutto il Tibet. Il bilancio di oggi è di molto superiore ai 99 morti annunciati la settimana scorsa dal governo tibetano in esilio a Dharamsala, in India, dove vive il leader spirituale dei tibetani, il Dalai Lama. Il governo cinese ha sempre parlato di 19 vittime (18 civili e un poliziotto).
PECHINO ACCUSA STAMPA, 'DISTORCE REALTA'"
La Cina ha nuovamente accusato la stampa straniera di "distorcere la realtà" nel riferire delle violenze nel Tibet.
In un commento diffuso oggi, l'agenzia ufficiale Nuova Cina accusa in particolare la rete televisiva americana Cnn, perché ha mandato in onda una foto della Afp dalla quale erano stati "tagliati" i manifestanti tibetani che tiravano pietre contro due veicoli militari. La Cnn ha ribattuto sostenendo che il taglio è stato dovuto a ragioni tecniche (la foto era troppo grande) e che nella didascalia si chiariva che "dimostranti tibetani" stavano "lanciando sassi" contro i veicoli. Nuova Cina cita anche due casi nei quali giornali stranieri hanno pubblicato foto di poliziotti indiani e nepalesi che picchiavano manifestanti tibetani mentre nelle didascalie si parlava di polizia cinese.
Il Tibet è stato chiuso alla stampa e ad altri osservatori indipendenti e alla luce delle ripetute accuse appare improbabile che venga riaperto nel prossimo futuro. Secondo la versione della Cina, 19 persone sono morte nelle violenze delle due settimane scorse. Si tratta di cittadini vittime dei manifestanti e di un poliziotto. Secondo gli esuli tibetani sono morte decine di persone, in maggioranza manifestanti.
fonte ansa http://www.ansa.it/opencms/export/site/ ... 86344.html