Ma quanto ci costa Napolitano?

I toni erano quelli solenni, come si conviene per l'anniversario della festa della Repubblica 2007: «Di certo, la macchina istituzionale e burocratica resta pesante e costosa. È indispensabile alleggerirla, renderla più razionale ed efficace, diminuirne i costi». A partire dal Quirinale, aveva promesso Giorgio Napolitano. Parole cui erano seguiti roboanti annunci su un drastico taglio del bilancio da parte del Colle. Risultato: un incremento della dotazione a favore della presidenza della Repubblica di tre milioni e 800mila euro rispetto al 2007. E dire che Napolitano se la prende con chi denuncia i "Papponi di Stato": «U Parlamento non è fatto di avidi fannulloni. Bisogna reagire a questo atteggiamento».
PIÙ SOLDI PER IL COLLE
La nota illustrativa del bilancio di previsione per il 2008 dell'amministrazione della presidenza della Repubblica parla chiaro. La dotazione a carico del bilancio dello Stato, si legge sul documento pubblicato sul sito web del Quirinale, è stata impostata «sulla base di una richiesta» a carico del bilancio statale di «227.800.000 euro». Richiesta, è scritto trionfalmente, «inferiore di 3.500.000 euro rispetto alla previsione contenuta nel bilancio pluriennale dello Stato 2007-2009». Peccato, però, che subito dopo sia lo stesso Quirinale ad ammettere che in realtà si tratta di un «aumento», seppur limitato «entro il tasso di inflazione programmato (1,7%)». Altro che cura dimagrante, visto che lo scorso anno la presidenza della Repubblica era costata alle casse dello Stato la bellezza di 224 milioni di euro. Le uniche novità, in tema di contenimento dei costì, riguardano il personale in organico, diminuito di 177 unità: dai 2.181 dello scorso anno agli attuali 2.004.
A farne le spese sono stati soprattutto i Corazzieri, cui spettano i servizi di guardia d'onore e sicurezza intema del Quirinale e delle altre residenze del Capo dello Stato, ridotti di 124 unità come annunciato dal Colle. Le altre promesse, però, sono rimaste lettera morta. A partire dagli appelli di Napolitano perla riduzione dei costì della politica. In occasione della scorsa festa nazionale della Repubblica, il Capo dello Stato aveva preannunciato il cambio di marcia sul tema: «Il sistema politico e le istituzioni rappresentative, a cominciare dal Parlamento, possono riguadagnare credibilità e prestigio tra i cittadini solo affrontando i cambiamenti necessari. Non si può continuare a parlare senza giungere a conclusioni concrete». Il successivo 14 giugno il bis: «È necessario affrontare problemi di efficienza, di riordino, di semplificazione e di avvicinamento ai cittadini che si presentano anche come problemi di riduzione dei costi e di maggiore trasparenza della politica e delle istituzioni». Invece il Quirinale, seppur di poco, il bilancio l'ha addirittura ingrossato. Quanto alla trasparenza, è vero che sul sito web del Colle è stato finalmente pubblicato uno schema di bilancio ufficiale, ma siamo comunque lontanissimi dalla mole di documenti esposta su internet dalla Corona britannica, ad esempio.
IL PRESIDENTE FURIOSO
Eppure Napolitano se l'è presa con i giornali che denunciano i privilegi della Casta. Dal Cile, prima di concludere la visita di Stato, il presidente della Repubblica ha bacchettato quegli organi di informazione che «rappresentano i parlamentari come una corporazione di fannulloni avidi». Un errore, ha aggiunto Napolitano, che
rischia di favorire un «pregiudizio abbastanza diffuso verso la politica, inoculato anche da cose che si leggono qua e là». Di questo passo il rischio è che «ci sarà chi penserà che tanto vale chiuderlo (il Parlamento, ndr). Bisogna reagire a questo atteggiamento, che una volta si sarebbe definito di qualunquismo, e da parte della politica ci vuole uno sforzo per lanciare un ponte di dialogo e di comunicazione».
PIÙ SOLDI PER IL COLLE
La nota illustrativa del bilancio di previsione per il 2008 dell'amministrazione della presidenza della Repubblica parla chiaro. La dotazione a carico del bilancio dello Stato, si legge sul documento pubblicato sul sito web del Quirinale, è stata impostata «sulla base di una richiesta» a carico del bilancio statale di «227.800.000 euro». Richiesta, è scritto trionfalmente, «inferiore di 3.500.000 euro rispetto alla previsione contenuta nel bilancio pluriennale dello Stato 2007-2009». Peccato, però, che subito dopo sia lo stesso Quirinale ad ammettere che in realtà si tratta di un «aumento», seppur limitato «entro il tasso di inflazione programmato (1,7%)». Altro che cura dimagrante, visto che lo scorso anno la presidenza della Repubblica era costata alle casse dello Stato la bellezza di 224 milioni di euro. Le uniche novità, in tema di contenimento dei costì, riguardano il personale in organico, diminuito di 177 unità: dai 2.181 dello scorso anno agli attuali 2.004.
A farne le spese sono stati soprattutto i Corazzieri, cui spettano i servizi di guardia d'onore e sicurezza intema del Quirinale e delle altre residenze del Capo dello Stato, ridotti di 124 unità come annunciato dal Colle. Le altre promesse, però, sono rimaste lettera morta. A partire dagli appelli di Napolitano perla riduzione dei costì della politica. In occasione della scorsa festa nazionale della Repubblica, il Capo dello Stato aveva preannunciato il cambio di marcia sul tema: «Il sistema politico e le istituzioni rappresentative, a cominciare dal Parlamento, possono riguadagnare credibilità e prestigio tra i cittadini solo affrontando i cambiamenti necessari. Non si può continuare a parlare senza giungere a conclusioni concrete». Il successivo 14 giugno il bis: «È necessario affrontare problemi di efficienza, di riordino, di semplificazione e di avvicinamento ai cittadini che si presentano anche come problemi di riduzione dei costi e di maggiore trasparenza della politica e delle istituzioni». Invece il Quirinale, seppur di poco, il bilancio l'ha addirittura ingrossato. Quanto alla trasparenza, è vero che sul sito web del Colle è stato finalmente pubblicato uno schema di bilancio ufficiale, ma siamo comunque lontanissimi dalla mole di documenti esposta su internet dalla Corona britannica, ad esempio.
IL PRESIDENTE FURIOSO
Eppure Napolitano se l'è presa con i giornali che denunciano i privilegi della Casta. Dal Cile, prima di concludere la visita di Stato, il presidente della Repubblica ha bacchettato quegli organi di informazione che «rappresentano i parlamentari come una corporazione di fannulloni avidi». Un errore, ha aggiunto Napolitano, che
rischia di favorire un «pregiudizio abbastanza diffuso verso la politica, inoculato anche da cose che si leggono qua e là». Di questo passo il rischio è che «ci sarà chi penserà che tanto vale chiuderlo (il Parlamento, ndr). Bisogna reagire a questo atteggiamento, che una volta si sarebbe definito di qualunquismo, e da parte della politica ci vuole uno sforzo per lanciare un ponte di dialogo e di comunicazione».